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Finalmente la campanella aveva segnato l'inizio dell'ora di pranzo e visto che la sera prima non aveva toccato cibo, percepiva un certo languorino provenire proprio dal centro dello stomaco mentre la sua pancia aveva deciso di iniziare gorgogliare da almeno cinque minuti.

Si era seduta al primo tavolo libero che aveva trovato tenendo il posto occupato per i suoi amici, eppure di loro ancora non si era vista traccia.

Molto probabilmente un professore li aveva tenuti bloccati in aula più del previsto per finire la spiegazione di qualche argomento, non sarebbe infatti la prima volta.

Capitava spesso pure a lei di trovarsi in situazioni simili, con la solo differenza che, spesso, si guadagnava dei richiami a causa della sua opposizione riguardo all'intrattenere più del dovuto gli studenti in classe e purtroppo, a causa del suo modo di fare schietto e diretto, la sua bocca non era in grado di restare chiusa.

Nel mentre si guardava in torno sperando di intercettare almeno un membro del suo gruppo, ma ogni minuto che trascorreva sembrava più lungo di quello precedente.

Possibile che ci volesse così tanto?

Ormai l'hamburger nel suo piatto, oltre che aspettare di essere mangiato, si era del tutto raffreddato.

Non mangiava mai da sola, nessuno lo faceva e poi nemmeno le piaceva, difatti erano soliti aspettarsi sempre a vicenda.

Forse per questa volta avrebbe fatto un eccezione.

Afferrò le posate di plastica, tagliò un pezzo di carne per poi infilarselo in bocca ed iniziare a masticare senza smettere di guardare la porta principale dalla quale sperava che sarebbero entrati da un momento all'altro i gemelli, Christine e Alex.

Tutt'intorno a lei c'era soltanto caos.

Alcuni studenti girovagavano a destra a sinistra creando uno scompiglio generale, altri dialogavano con voce fin troppo alta e le loro frasi si sovrapponevano in modo disordinato. Risate acute provocavano un leggero fischiettio nelle orecchie di Danielle.

Il problema era che non ci aveva mai fatto caso più di tanto, ma ora che si concentrava sui particolari poteva confermare che sembrava di trovarsi in una vera e propria giungla e ciò la innervosiva.

Non era mai capitato che posti rumorosi le dessero fastidio, perciò non sapeva spiegarsi il motivo di un nervosismo così inaspettato e insensato.

Forse perché quando non riesci a bloccare il casino che arriva prima dall'interno, vorresti crearti una situazione di tranquillità, silenzio e armonia almeno fuori, una sospensione di tutto ciò che potrebbe disturbare i tuoi pensieri irrequieti e disastrosi.

Era come urlare dopo che qualcuno ti aveva gentilmente chiesto di chiudere la bocca.

Di colpo un forte boato attiró la sua attenzione e non solo, molte teste si erano rivolte verso le porte della mensa e proprio lì sulla soglia vide Christine con un espressione quasi terrorizzata stampata in volto.

La bocca leggermente aperta le permetteva di tirare lunghi sospiri causati dall'affaticamento, lo capiva perché il suo petto si alzava ed abbassava talmente tanto velocemente che capì subito che aveva corso.

I suoi piccoli occhi bruni saettavano freneticamente da una parte all'altra mentre i suoi passi veloci e pesanti marcavano il suo arrivo in mensa.

Solo quando incroció lo sguardo con quello di Danielle si rimise a correre, questa volta nella sua direzione.

"Per l'amor di Dio Danielle, devi venire con me" disse dopo aver posato con forza entrambe le mani sul bordo del tavolo. "Presto sbrigati". La tiró per un braccio costringendola ad alzarsi

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