Capitolo 3

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Emma Bale - All I Want

È sabato. Pomeriggio. Il sole splende ancora nel cielo. Tra un po' tramonterà.

Prendo una sigaretta e la accendo. In realtà non fumo, ma qualche volta per l'ansia mi concedo almeno una.

Sospiro pensando a tutto quello che ho organizzato. In realtà non è nulla di così complicato. Devo solo andare lì, adocchiarlo e avvicinarmi per baciarlo. Dopo le guardie mi butteranno fuori come un sacco di patate. Ma fa niente.

Decido di prendere la macchina e andare a fare una passeggiata. Finisco la sigaretta e rientro in casa.

"Sam, io vado al Ruby's. Ho bisogno di aria fresca"

"Va bene mora. Ci vediamo dopo"

Sorrido al nomigliono ed esco di casa. Entro in macchina e guido fino al bar.

Apro la porta del bar e mi posiziono su uno sgabello vicino al bancone.

"Ciao Grace." mi sorride Marylin, una signora sui 60 anni. Molto dolce e carina, è stata, ed è, come una mamma per me.

"Ciao Marylin. Mi potresti dare un cappuccino e un cornetto alla nutella?"

"Certo cara, arrivo subito"

Sorrido di rimando a Marylin e mi guardo intorno. Non c'è praticamente nessuno, solo un ragazzo al mio stesso bancone con berretto, barba e occhiali da sole.

Ridacchio guardandolo "Hai notato che qui il sole non c'è?"

Il ragazzo si guarda intorno e poi si indica.

"Si a te" scuoto la testa mordendomi il labbro.

"Beh si" dice con voce così profonda che sembra quasi finta.

"Io sono Grace" dico porgendo la mano.

All'inizio è titubante. Poi mi guarda e fa un piccolo sorriso. Aggrotto la fronte e tolgo la mano.

"Tieni Grace" afferma Marylin porgendomi quello che avevo ordinato.

"Grazie mille" sorrido iniziando a girare il mio cappuccino con due bustine di zucchero.

"Tu..tu non vai al concerto di Harry Styles? Ho visto tante ragazze accampate lì" interviene con la sua voce cupa.

Ridacchio nervosamente solo al pensiero di quello che farò stasera.
"Si andrò, ma non mi interessa accamparmi solo per prendere i primi posti. Se una persona è irraggiungibile, è irraggiungibile e basta. Con o senza posti vicini"

"Mh" annuisce il tipo "Mi chiamo Edward"

"È un piacere Edward" sorrido prima di addentare il mio cornetto. "Dannato cornetto" sussurro dopo essermi sporcata il mento di nutella. Mi pulisco con il tovaglio e sento Edward ridacchiare.

"Non ridere delle disgrazie altrui" scherzo assottigliando gli occhi.

"Scusami" dice serio, ma poi scoppia a ridere.

Quella risata è così famigliare. Non ricordo dove l'ho sentita. Ma so di averla già sentita.

Svuoto la testa dai miei pensieri e rido anch'io. Termino dopo qualche minuto di mangiare e di bere.
Guardo l'orario. È ora che vada a prepararmi.

"Posso farti una domanda?"

"Certo, dimmi" mi alzo prendendo la borsa e cercando il portafoglio.

"Ti va di uscire con me?"

Spalanco gli occhi e lo guardo attentamente. Il suo viso è praticamente oscurato da tutto quello che ha addosso.

"Ehm non so." mi mordo il labbro e sospiro.

Normal - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora