Capitolo 12

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Damien Rice - 9 Crimes

Harry's Pov

Mi manca il fiato. Ho fatto da casa all'ospedale a piedi e non sento più le gambe.
Mi appoggio alle ginocchia chiudendo gli occhi e asciugo il sudore sulla fronte con il braccio.
Non posso credere di aver fatto tutta quella strada di corsa, sono diventato pazzo.
Se non fosse per quella pazza psicopatica che mi tiene rinchiuso. Ma come mi è saltato in mente di accettare la proposta dei manager? A volte non mi capisco affatto.

Entro in ospedale e chiedo di Louis, così mi dirigo in ascensore. Solo ora sto realizzando che il mio amico non si sveglia. Dio Santo.
Lui non può morire così, deve vivere per forza.
Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, adesso siamo come fratelli. Ricordo quando lui veniva a casa e giocavamo fino a tardi con la pizza o semplicemente cazzeggiavamo al computer con la web cam. Questo tutto ai primi tempi di X-Factor. Adesso siamo cresciuti, siamo adulti.

Ma ti comporti come un bimbo che scappa da tutti e da tutto.

Questo è anche vero. Scappo come un bambino indifeso senza ragionare e poi le conseguenze si fanno sentire.
Grace non si meritava tutto questo. Per quel poco che so la sua vita è stata dura, molto dura. E, quando ha avuto l'occasione di incontrare il suo idolo, di uscirci e di baciarlo addirittura, è stata ingannata. Sono stato un mostro. Chi farebbe del male ad una creatura così bella come lei e così dolce?

Mi strofino il viso con la mano a causa dei tanti pensieri che mi perforano la testa. Gli occhi pizzicano ma cerco in tutti i modi di cacciare via le lacrime.

Oggi la rivedrò dopo tanto tempo.

La mente mi risveglia inconsciamente. Adesso vedrò Grace e non so come reagire. Come la saluto? Cosa le dico? Lei cosa farà?
Le domande sono tantissime e non so neanche rispondere. Mi sento così stupido. Forse dovrei soltanto non farmi vedere, salutare Louis, vedere come sta e poi andare via senza dare troppo all'occhio. È da egoisti lo so, ma ho solo paura della sua reazione.

Esco dall'ascensore e guardo le varie stanze. Ho sempre odiato l'odore di ospedale. In questi anni era una frustrazione partendo dalla morte del mio patrigno finendo con la morte della mamma di Louis. Pensando che adesso è lui che si trova qui tra la vita e la morte e che io l'ho abbandonato, mi sento uno schifo. Sono davvero un amico pessimo? Non mi sento più me stesso ormai e anche mia madre e mia sorella me lo dicono. Mi trovano più spento e infelice, come se qualcosa mi stesse schiacciando. E forse hanno proprio ragione perchè io non sarei mai andato via e sarei rimasto accanto a lui nel bene e nel male, come ci eravamo promessi. Ma ho notato che non sono tanto bravo con le promesse.

Mi avvicino alla stanza ma, di scatto, mi nascondo dietro il muro. Un infermiere che passa di lì mi guarda in modo strano. Gli faccio un cenno e sorrido per rassicurarlo. Lì dentro c'è Grace che tiene la mano a Louis e lui è sveglio. Grazie a Dio non è in fin di vita, almeno spero.

"Ho avuto tanta paura.. pensavo di non vedere più i tuoi bellissimi occhi" dice Grace piangendo appena.
Sbircio senza farmi vedere.
È diventata molto più bella dell'ultima volta. Ma solo il fatto che Louis la guarda in quel modo, il sangue inizia a ribollirmi nelle vene.

"Io non pensavo. Ma di sicuro se avessi potuto farlo mi dicevo cazzo non posso più vedere la mia piccola Grace" ridacchia Louis mentre accarezza la sua mano. Piano si mette seduto e accarezza il suo viso con le dita.

"Non fare lo stupido. Riesci a scherzare pure in queste condizioni. Non va bene"

"Scusa mamma"

Ridono insieme. Si guardano come se fossero l'unica cosa presente in questo pianeta. Il cuore mi si stringe in una morsa quando vedo che piano si avvicinano. Non posso credere che lo stiano per fare. Vorrei gridare di smetterla, di allontanarsi perché Grace è mia.
Anzi, no. Che dico. Come può essere mia, lei non è un oggetto e io sono uno stupido ad averla lasciata qui.

Normal - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora