Capitolo 4

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Allison POV
Mi svegliai in una stanza luminosa dalle pareti bianche, all'inizio non capì dove mi trovavo ma poi ricordai tutto, dall'uscita dal caffè shop all'androide detective chinato accanto a me.

"Allison! Finalmente ti sei svegliata!"

Quando sentí la voce che stava quasi per urlare dire queste parole mi venne un colpo, non mi ero accorta che ci fosse qualcun'altro nella stanza. Alla fine capì che era Katie.

"Katie! Mi hai fatto venire un colpo!"

"Scusa" disse facendosi scappare una risata "ero così spaventata, ma per fortuna è andato tutto bene e sei ancora qui con me"

"Cosa è successo?"

"Sei stata colpit-"

"So perché sono qui, intendo cosa è successo dopo che sono svenuta"

"Quell'androide detective di cui ti avevo parlato, Connor, ha chiamato l'ambulanza e ti hanno portato in questo ospedale, quando mi hanno chiamato sono rimasta paralizzata col telefono in mano per qualche secondo e poi sono venuta alla velocità della luce qui" fece una breve pausa "i dottori hanno detto che la probabilità che tu ce la facessi non era molto alta e in quel momento tutto il mondo mi è crollato addosso" un'altra pausa, sta volta più lunga "ma per fortuna tu sei la donna più forte di questo mondo e sei riuscita a sopravvivere all'operazione che ti hanno fatto per togliere il proiettile, non puoi capire quanto ero preoccupata riuscivo a malappena a respirare, sono rimasta qui tutta la notte"

"Grazie Katie, mi dispiace per averti fatta preoccupare" e prima che potesse dire qualsiasi cosa la abbracciai ignorando il forte dolore alla spalla.

"Sai mentre dormivi è venuta pure una ragazza dai capelli marroni, chiari alle punte, e gli occhi verdi. Per caso tu la conosci?"

"Ah doveva essere Karen, è la ragazza che fa la cameriera con me al caffè shop dove lavoro"

"Ah capisco, che carina nonostante ti conoscesse solo da un giorno è venuta comunque a trovarti"

"Già la dovrò ringraziare appena torno a lavoro" dissi con un sorriso sulle labbra "Comunque cambiando argomento quando potrò andarmene da qui?"

"I dottori hanno detto che te ne potrai andare domani stesso, dato che l'operazione è andata benissimo e per riprenderti hai bisogno solo di riposo"

"Fantastico, non sopportavo l'idea di dover stare tutto il giorno in questo letto a non fare niente e annoiarmi a morte"

"Ti fa male la spalla?" chiese poi preoccupata.

"Ho sopportato di peggio" in realtà quello era il dolore più forte che abbia dovuto sopportare ma non volevo farla preoccupare inutilmente.

"Vabbè io vado, tu adesso riposati ne hai bisogno"

Annuì e mi riaddormentai dopo qualche istante, anche se mi ero appena svegliata avevo ancora sonno.

[Il giorno dopo]

Ero sveglia ormai da ore e aspettavo solo l'infermiera che entrasse dalla porta e mi dicesse che potevo andarmene, ma non arrivava nessuno.

Ciò mi diede occasione a pensare alla serata movimentata di ieri. Quell'androide, Connor, sembrava così sicuro di sé anche il quella situazione tesa.

A volte vorrei anche io non provare sentimenti perché quest'ultimi provocano solo dolore e ti impediscono di fare certe cose in alcune situazioni, come rimanere quasi paralizzati dalla paura e io questa situazione l'ho provata proprio ieri sera. Odio essere incapace di difendermi da sola e questa mia incapacità ha ucciso mio padre. È colpa mia se è morto.

Per poco non iniziavo a piangere ma per fortuna l'infermiera che tanto aspettavo è arrivata, ha appoggiato i miei vestiti sul letto e ha detto di prepararmi perché fra poco sarebbe venuta mia sorella a prendermi per andare a casa.

"Vuole che la aiuti a vestirsi per tenere la spalla riposata?" mi chiese l'infermiera.

Per quanto volessi il suo aiuto dissi che ce la facevo anche da sola, mi sarei sentita troppo a disagio ad  essere aiutata da un'estranea a vestirmi.

Quando l'infermiera uscì piano piano mi vestí, misi i pantaloni che non mi causarono molto dolore, ma quando dovetti mettere la maglietta per poco non mi mettevo a urlare, però alla  fine ce l'ho fatta.

Poco dopo essermi vestita mia sorella entrò con un sorriso a trentadue denti.

"Si torna a casaa!"
Era più felice di me del mio ritorno e alla fine la sua felicità finí per contagiarmi.

Una volta arrivata a casa iniziò a preparare il pranzo dato che era mezzogiorno.

"Allooraa" disse pensierosa mentre fissava il frigo "vorresti qualcosa in particolare?" mi chiese.

"Non lo so, scegli tu"

"Ok allora vada per una bella cotoletta di carne"

"Ottimo"

Dopo un quarto d'ora era tutto pronto e io mi stavo gustando la mia cotoletta. Mentre mangiavo notai che spesso Katie mi rivolgeva sguardi preoccupati, ma non le chiesi perché, immaginando che fosse per la mia spalla.

Dopo pranzo come al solito ci siamo sedute sul divano per rilassarci un po'. Katie mi guardava ancora preoccupata e io decisi di rassicurarla.

"Ehi tranquilla sto bene,guarirò, non mi guardare con quello sguardo preoccupato"

"Ah.. Em... Si, d'accordo" disse impacciata e a quel punto capí che non mi guardava in quel modo per la ferita alla spalla, ma per qualcos'altro.

"Katie, mi devi per caso dire qualcosa?"

Eccoci qui con un'altro noioso capitolo di passaggio, cosa vorrà dire Katie ad Allison? Lo scoprirete, ma non nel prossimo capitolo(non odiatemi pliz). Se invece questo capitolo vi è piaciuto vi invito come al solito a lasciare una stellina🌟
Alla prossima!

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