4. Provocazioni non poi così anonime ~ 😈

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Tutte le guardie di turno erano in mensa. Molto probabilmente le uniche con il culo sulla sedia erano proprio quei due davanti agli schermi dell'Ufficio di Sorveglianza e presto dalla zona centrale ne sarebbero arrivate altre. Se quei due buoni a nulla non mi avevano visto dalle telecamere, allora la mia presenza lì era ancora un segreto. Arrivato davanti alla porta socchiusa, buttai dentro un'occhiata senza farmi notare. Quei due erano lì dove li avevo lasciati, uno dormiva con la sorpresa di un Happy Meal tra le mani e l'altro era al portatile a scrollare una pagina su chissà quale sito asiatico che vendeva bambole realistiche in silicone. Che coglione.

Dovevo trovare il modo di allontanarli da lì... e feci l'unica cosa che in quel momento mi sembrò geniale. Ritornai alla porta dalla quale ero entrato per aprirla e gridare con voce camuffata «HEY MERDACCE! MUOVETE IL CULO E VENITE A DARE UNA MANO! C'È UNA RIVOLTA DEL CAZZO IN ATTO!!» poi la richiusi subito, e andai a nascondermi dietro al distributore di merendine all'angolo. Dall'altra parte del corridoio, sentii delle voci agitarsi e dei passi pesanti venire nella mia direzione «Porca miseria Charles, ti avevo detto di non addormentarti!», «Sì ma tu potevi anche non metterti a fare shopping, visto che eri sveglio!». La loro lite echeggiò nel corridoio e una volta che uscirono dalla porta che dava sulla mensa, il silenzio fece ritorno. Urlando mentalmente un "CAZZO CHE GENIO CHE SONO!" corsi nell'Ufficio della Sorveglianza e mi ci chiusi dentro.

«Bene...» mi avvicinai al computer collegato all'impianto sonoro e che trovari mutato per ovvi motivi. Il mio obiettivo era quello di lanciare sì una provocazione per Big Balls - che tra l'altro avevo visto prendere a testate Marcus nei coglioni prima di andarmene - ma di farlo in maniera anonima. Nessuno doveva sapere che ero lì, dovevo seminare in loro il dubbio su chi potesse mai essere stato per salvaguardarmi. Non dovevo usare la mia voce, così optai per la cosa più triste - i doppiaggi di Google Translate. Aprii la pagina del traduttore su una finestra in incognito, e iniziai a digitare l'insulto più velato e altezzoso di sempre.

"Attenzione abitanti della Woormwood Scrubs: questa è una comunicazione urgente. Oggi è un giorno davvero speciale. È il compleanno di Big Balls McGuinness. Esatto. L'anniversario del giorno in cui è uscito dalla sua cara e vecchia mammina. Che signora adorabile, Miss McGuinness, incredibilmente somigliante ad una babbuina. Ed è davvero interessante sapere che la sua safety word sia "papaya". Comunque, ci ha rivelato alcuni succosi segreti riguardo al piccolo Big Balls. Numero uno: il suo nome non è Big Balls, è Trisha, Trisha McGuinness. A scuola non aveva amici, sedeva al suo banchetto solo soletto e scolpiva l'immagine di Rick Astley nel budino. Apparentemente, gli è sempre piaciuto fare nuove esperienze e una volta ha provato a ficcarsi su per il culo dei Twix. Quindi, buon cazzo di compleanno Trisha. Adesso preparati, perché oggi pomeriggio Murdoc Niccals ti aspetterà in cortile".

«Perfetto... e adesso mi basta solo quest'ultimo trucchetto e... » siccome dovevo più o meno darmi un alibi, scaricai AC Tools dal primo sito disponibile. Quel programmino mi permetteva di creare delle macro - una sciocchezzuola che Noodle mi aveva insegnato - ovvero una lista di comandi che il computer avrebbe eseguito in automatico. Cancellai le registrazioni del mio passaggio nei corridoi, e programmai AC Tools per far muovere la freccetta sull'icona dell'ascolto sulla pagina di Google Translate, far partire l'audio e poi chiudere tutte le finestre da me utilizzate (e aprire tutte le pagine della cronologia di internet, sai che sorpresina). Mi assicurai che il cavo dell'uscita audio fosse connesso per bene e una volta fatto, alzai il volume dell'impianto al massimo e programmai la macro in modo che agisse in un minuto esatto.

Premetti il tasto F2 e corsi più veloce che potei verso la mensa. Aprii la porta e senza farmi notare dalla folla ancora in tumulto, sgusciai sotto uno dei tavoli tenendo le chiavi in mano, pronto a lanciarle sotto al naso di Shaun per fargli credere che gli si fossero appena sganciate dal pantalone. Il minuto passò e dagli altoparlanti partì il segnale acustico che avvisava l'annuncio di un messaggio. Lanciai le chiavi in tempo accanto a Shaun che era appena stato atterrato dall'omaccione di prima, ma la guardia si accorse della direzione dalla quale l'oggetto gli era stato lanciato e puntò il suo sguardo confuso su di me mentre le casse di tutto il penitenziario annunciavano la mia sfida a Big Balls. Tutti si fermarono ad ascoltare, più di tutti il diretto interessato che troneggiava su Marcus come Tarzan su Sabor nella selvaggia giungla africana. Una volta finito il messaggio tutti si guardarono intorno, ovviamente alla ricerca del sottoscritto. Non fu difficile scovarmi perché quel bastardo di Ronald mi aveva visto e aveva alzato un braccio martoriato per indicare la mia posizione.

«MURDOC NICCALS!!!».

McGuinnes smontò dal corpo di Marcus e si avvicinò al tavolo sotto il quale mi ero nascosto e lo alzò con una sola mano, facendo non solo cadere una delle panche accostate sul fianco, ma anche scivolare sul freddo pavimento qualunque cosa ci fosse sopra. Mi voltai e vidi uno dei detenuti privo di sensi. A quanto pare menzionare sua madre in pubblico aveva avuto gli effetti sperati. Il fatto che avesse già sfogato sul guardiano mi diede la garanzia di non essere menato sul posto... o così pensavo. «Oggi alle quattro sarai un UOMO MORTO!!!» lasciò cadere il tavolo, e per fortuna mi abbassai in tempo per non battere la testa sotto di esso. Il bruto si allontanò entrando nel corridoio delle celle, mentre tutti gli altri detenuti mi guardarono con uno sguardo carico della stessa rabbia che in quel momento aveva pervaso il mio sfidante, ma giusto un filino meno assassina. "Meglio tornare in cella e rimanerci fino alle quattro", riflettei. Probabilmente il pensiero più saggio della giornata.

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