23. Fatti miei, fatti tuoi e fatti suoi ~ 😈

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Sapete, non mi è mai piaciuto parlare dei fatti miei. Non fatti miei tipo la mia vita in generale, quel che mi succedeva da bambino o tutto quello che ho spifferato alle interviste negli ultimi vent'anni. Per fatti miei intendo gli unici fatti che riguardano me, che solo io posso trattare perché mi appartengono: già, sentimenti belli miei. Dieci anni fa quando incontrai Cheryl mi parve di aver trovato la mia luce nell'oceano notturno, proprio come un marinaio con il suo faro. La cosa che più mi aveva infastidito era stato il dimenticarla per i dieci anni successivi tornando ad essere il solito Murdoc Niccals. Con lei ero diverso - ora che posso ricordarmelo - e quella parte di me si stava facendo forte ora. Ero diventato un "uomo buono". Non trattavo male 2D tanto per cominciare, anzi, gli avevo regalato Madonna (lo yak) è un sasso marrone congelato come souvenir dalla Patagonia - probabilmente NON UN  SASSO - visto che aveva questa strana tendenza al rendere qualsiasi cosa un suo animale domestico. Facevo sedere le vecchiette in autobus, aiutavo i bambini ad attraversare la strada... anche se inizialmente mi prendevano a borse in faccia o a morsi perché ero comunque un uomo verde con le unghia lunghe che puzzava come un lama. Ero comunque... di buon umore, ecco. Cosa che non mi accadeva da quando avevo nove anni.

"Io tutta questa puzza non la sento... sarà che solo sono compatibile con i tuoi ormoni o qualcosa del genere! Hahahaha!" - Cheryl ci scherzava su ogni volta e a me andava bene. Se piaceva a lei non dovevo preoccuparmi di nulla, anche se questo non significava che non mi lavassi eh. La cosa preoccupante invece era quella Diana. Quando passava a trovare 2D e lui era tipo in bagno o Satana solo sa dove, la sua tipa mi squadrava dalla testa ai piedi e io non sapevo come comportarmi. La soluzione era temporeggiare dandole le spalle e fingermi impegnato a fare cose "fuori portata" per una comune mortale come lei... non spaventatevi eh, intendevo chiamate di lavoro con gente importante, letture sataniche o preparazione di tramezzini che farebbero impazzire un culturista. Capitò di venerdì mattina che questa Diana Heartfield arrivasse agli studios proprio quando in casa c'eravamo solo io e 2D. Non appena Stuart mi aveva avvertito che sarebbe passata inviai un sms a Cheryl per chiederle di venire in mio soccorso, non sopportavo l'dea di stare da solo con quei due. Purtroppo Cheryl era in ritardo e quando offrii del tè alla donna - "il caffè mi fa male gne gne gne" - lei non perse tempo e mi attaccò subito nel punto più vulnerabile della mia persona.

«A te piace davvero Cheryl?» mi chiese.

Che domande, ovvio che mi piaceva! Ero finito in un mare di merda pur di rivederla e rimediare al casino che avevo combinato, ero praticamente devoto a lei e sta Diana aveva il coraggio di farmi domande simili?!

«Certo che sì. A te può piacere uno stralunato come Stuart e a me non può piacere lei?» le risposi incrociando le braccia e facendo una vocina stridula e acida.

«Non è quello che intendevo» ribatté lei «Dico... a te piace davvero tanto, non è così? Perché proprio lei e non un'altra?».

Lei non poteva di certo sapere che Cheryl era stata la prima e unica donna - beh, diciamo entità - che si era messa ad ascoltare cosa avevo da dire, che non si era fatta ingannare dai miei giochetti da Don Giovanni e che sapeva perfettamente quanto avessi sofferto. Lei sapeva i fatti miei, era l'unica persona al mondo a conoscenza dei miei sentimenti nei confronti di tutti, me li aveva sentiti pronunciare al buio e alla luce del giorno con tutta la sincerità di cui ero capace e senza alcun microfono a pubblicizzare il mio legame con le persone che mi circondavano. Russel era come una specie di "arbitro" fra le parti... quando facevo troppo lo stronzo era l'unico capace di mettermi in riga se non era troppo occupato con spiriti e fantasmi. Noodle era come una figlia per me. Una figlia che ti spezza l'osso del collo se le rubi i vestiti di nascosto o maltratti il suo fratellone Stuart. E parlando proprio di quest'ultimo, lui era tipo il mio sacco da boxe personale - e confessionale occasionale - prima dell'abbandono di Plastic Beach. Per qualche ragione una volta tornati con Humanz non sentivo più il bisogno di sfogarmi su di lui, come se in qualche modo Cheryl fosse sempre stata accanto a me, a dirmi costantemente di non alzare un dito su di lui e io inconsapevolmente le obbedivo. Ma tornando alla questione "Diana impicciona", non potevo risponderle bruscamente quindi mi vidi costretto a spiegarle la cosa in maniera breve e concisa.

«Perché un'altra come lei non esiste, puoi starne certa» andatemela a cercare voi una donna nata angelo, morta demone, rinata umana e che mi sopporta e supporta in ogni senso possibile. Ogni tanto però me lo chiedevo io stesso: perché Cheryl aveva scelto me? Perché aveva deciso di starmi accanto? Quando ci incontrammo glielo lessi negli occhi il suo movente, quel piccolo e infimo motivo che l'aveva spinta ad arrivare fin qui oggi: la sua attrazione per le cose sbagliate. Beh, se ero io la cosa sbagliata per cui aveva perso la testa, mi spiace dirvelo ma credo abbia fatto la cosa più giusta di questo mondo ad invaghirsi del sottoscritto. Mi ha reso un uomo migliore, ha levigato quelle parti di me che finivano col ferire chi mi stava intorno e ora le cose non potevano andare meglio. Se oggi sono vivo sia di corpo che di spirito  - non ridete! - lo devo al mio angelo custode, alla mia Cheryl... la mia Chayyliel.

«E come puoi saperlo?» la donna dai ricci corvini insisteva «Se finissi col pentirtene... cosa faresti?».

Pentirmi di Cheryl? Mai. Trovarla non era stata una vera e propria disgrazia, ma una benedizione. Nessuna sarebbe mai stata alla sua altezza, ne ero più che certo. Beh... apparte Madonna, forse. Il punto era che questa tizia mi stava facendo troppe domande - e voi lo sapete come sono fatto - così iniziai ad insospettirmi. Che fosse una specie di spia? Un'intervista a sorpresa?

«Ascoltami bene Diana» poggiai i palmi aperti sul tavolo della piccola cucina guardandola da lontano, visto che lei era seduta a capotavola mentre io mi trovavo dalla parte opposta «Cheryl è importante per me, importante quanto i Gorillaz. Se il tuo intento è strapparmi di bocca il contrario, hai preso un granchio. Tu piuttosto? Da dove spunti fuori? Come ha fatto uno come Stuart a trovare una ragazza così bella e sveglia quando fino a qualche mese fa andava al cinema con l'attaccapanni?».

«Stu non è così stupido come pensi!» mi disse scattando in piedi con una determinazione mai vista prima. Stava per cantarmene quattro, ne ero certo, ma il citofono mi salvò il culo appena in tempo. Le sorrisi soddisfatto e andai a vedere chi fosse.

«Sono Cheryl!» la melodiosa voce che veniva dalla cornetta mi fece ritornare di buon umore e una volta premuto il pulsante per aprire il cancello passai ad essere tutto un fremito in attesa che la biondina mi raggiungesse in cucina per salvarmi dalla bestia dai ricci di catrame. Diana era ancora in piedi davanti al tavolo quando ritornai, sembrava essersi fatta di marmo appositamente per gelarmi il sangue nelle vene con quel suo sguardo accusatore. La fissai. Lei fissò me. Poi arrivò lo svelto e leggero battere dei passi di Cheryl che si intromise nella scena come una fiamma nella più gelida delle caverne. Probabilmente afferrò al volo la situazione «B-Buongiorno Diana! Sei qui per 2D?».

La donna di ghiaccio guardò la mia Cheryl e rispose con inaspettata calorosità «Certo! Si sta preparando. A quanto pare non ce la fa a svegliarsi presto haha!». Ma che grande stro-

«Capisco...» Cheryl parve convincersi del sorriso di Diana e si rivolse a me «E tu? Come stai?». La ragazza mi si avvicinò posandosi contro il mio petto, sorridendomi dal basso verso l'alto con un'espressione dolce mista a una punta di malizia. Sapevo cosa mi stava dicendo con quegli occhi... eccome se lo sapevo.

«Ah, il solito bambolina» in quei brevi istanti dimenticai la presenza di Diana e mi dedicai solamente agli occhi della mia ragazza, accarezzandole una guancia col dorso delle dita. Sentivo il suo calore sotto a quel velo di umidità che la pioggia aveva portato con sé e che si era posato sul suo volto. Mi rivolse uno dei suoi sorrisi irresistibili e al tempo stesso entrò 2D in cucina «Oh! Ciao Cheryl!» dedicò solo un istante a salutare la biondina, perché non appena voltò il capo verso Diana corse subito ad abbracciarla come un bimbo che appena uscito dall'asilo corre da sua madre. Dopo le varie effusioni Stuart prese per mano la ragazza e con passo spedito - quanta intraprendenza! - si diressero alla porta. «Allora noi usciamo!» disse il blu aprendo la porta, ma Cheryl invece di salutarli fece loro una delle domande che mai andrebbero fatte a un 2D felicemente innamorato «Dove andate di bello?».

E naturalmente Stuart rispose «Al centro commerciale! Hey ma... perché non venite anche voi? Ci divertiremo un mondo tutti insieme!».

Cheryl si voltò verso di me e mi sorrise malignamente.

«E che cazzo...» farfugliai andando remissivamente a prendere la giacca.

Gorillaz ||Why, Why the Evil 2||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora