28. Buon Compleanno! ... Oppure no ~ 😇

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Il 31 ottobre ci assicurammo che Noodle stesse lontana da casa per tutto il giorno. La mattina sarebbe andata in palestra come suo solito e avrebbe pranzato fuori con alcune sue amiche che si erano gentilmente offerte di tenerla impegnata fino al nostro segnale. Come promesso aiutai Murdoc con la torta e per fortuna Russel non ebbe nulla in contrario. 

«Stamattina mi hai mandato un messaggio con tutti gli ingredienti che ti servono... sicuro di voler fare una torta così complessa?» gli posi l'interrogativo che mi stava frullando in testa da quando avevo letto la sua lista mentre svuotavo il contenuto delle buste sul tavolo. Murdoc era già tutto preso dallo sfilare pentole e pentolini dalla credenza «Certo! Mi sono deciso a sorprenderla anche io! Non vi lascerò fare gli splendidi tutti da soli! Quei due con gli addobbi, Russel con la bella compagnia che ha radunato... e io il povero diavolo, a gestire il dettaglio più critico di una festa! Se sbaglio io finiremo col mangiarci il tavolo!».

«Hahaha! In effetti hai ragione! Russel poteva essere più clemente, c'è da dirlo... ma penso che lo abbia fatto proprio per questa ragione! Per far vedere a tutti che quando ti ci impegni, anche nelle cose più semplici ma speciali per qualcuno, sai essere il migliore!» sistemai tutti gli ingredienti sul tavolo insieme a quelli che Murdoc aveva già e iniziai col metter via le buste, ma alle mie spalle sentii quell'inconfondibile calore avvolgermi le spalle «Sai» la voce di Murdoc giunse come una piccola nube bollente che si infranse contro il mio orecchio «Quando riponi così tanta fiducia in me sento un certo formicolio nei pantaloni... e non mi hai nemmeno fatto vedere il vestito. Dopo la festa te ne prenderai la responsabilità, vero?».

«S-Sì...» sussurrai a sguardo basso, avvolgendomi distrattamente la manica di una delle buste intorno all'indice. Mi faceva perdere il controllo quando faceva così, se non avessimo avuto da fare e 2D e Diana non fossero stati in giro per casa ad addobbare...

«Concentrati ora però!» riacquistai miracolosamente il mio auto-controllo e gli calpestai un piede di proposito, facendo piovere una breve ma intensa nomina di santi.

«La prossima volta avvertimi e che cazzo! Mi ripagherai anche di questo!» mugolò poggiandosi al bancone e io in tutta risposta mi voltai per sorridergli «Naturalmente~» gli feci un veloce occhiolino e presi tra le mani il foglio accanto a lui sul quale vi era riportata la ricetta. Una torta al pan di spagna al cioccolato con due sottili strati di panna nel mezzo e sopra altra panna accompagnata da spicchi di fragola. Mi disse che si era anche informato sui gusti degli invitati e che il cioccolato era la scelta migliore nonostante avesse avuto inizialmente l'idea di fare qualcosa che ricordasse il Giappone alla festeggiata... ma lui "non era nato chef" e quindi ha lasciato perdere. Sarebbe già stato abbastanza fare quel tipo di torta. Ci rimboccammo le maniche a partire dall'ora di pranzo fino a tardo pomeriggio e con grande sorpresa - più di Murdoc che mia - la torta venne fuori perfetta. L'orario dell'arrivo degli ospiti si era ormai avvicinato e io e Diana - che insieme a 2D aveva decorato gli Studios senza omettere un solo angolo - corremmo in bagno a cambiarci.

«Spero che gli piaccia...» Diana si mostrava ancora insicura sull'esito del lavoro che stava indossando, mentre si infilava i tacchi neri coronati da un piccolo fiocco per piede.

Io invece ero impegnata a sistemarmi capelli, essendo il mio modello diventato decisamente... meno impegnativo da indossare. Decisi che per una volta li avrei portati sciolti in pubblico. Solitamente andavo in giro con i codini sul petto, una coda di cavallo o un semplice codino basso e non troppo stretto... forse era stato proprio Murdoc il primo a vedermi a capelli sciolti prima di allora, quando eravamo da soli in camera da letto. Successivamente, passai al trucco «Diana, non allarmarti! Sono sicura che andrà benissimo! 2D non ti staccherà gli occhi di dosso per nulla al mondo!».

«Hmm... speriamo bene!» la sentii battere i piedi a terra, come per assicurarsi che le calzature si fosse adattate bene al piede. Poi mi raggiunse allo specchio per truccarsi e nel giro di una decina di minuti raggiungemmo gli altri in cucina, già in compagnia dei primi ospiti. Anche Russel, 2D e Murdoc si erano cambiati: il batterista portava un pantalone verde militare con delle scarpe nere sportive e una felpa a giromanica bianca con cappuccio; Stuart invece indossava una camicia nera a righe verticali bianche molto sottili, un pantalone nero e un elegante paio di scarpe in cuoio scuro; infine c'era Murdoc, con addosso scarpe nere, pantalone bianco e una camicia nera le cui maniche erano trasandatamente arrotolate fino ai gomiti.

«Dite un po', voi due!» io e Diana approcciammo i nostri rispettivi uomini con fare altezzoso e quasi arrabbiato «Non vi sarete messi a spiarci, vero? Abbiamo praticamente i vestiti abbinati!» commentai, sotto gli sguardi da merluzzo sia del bassista che del cantante. Sorrisi a Diana, la quale stava arrossendo a dismisura per quegli occhi bianchi come il latte di 2D che la stavano squadrando. Il suo vestito, da nero e lungo com'era, era stato accorciato fin sopra al ginocchio e sotto alla stoffa scura era stata aggiunta più stoffa in modo da la gonna più voluminosa, facendolo quasi sembrare l'abito di una idol o una bambola. Indossava dei semplici tacchi neri con due fiocchi bianchi che richiamavano la gemma sul petto; lo scollo del vestito inoltre era a forma di cuore, privo di bretelle. Il mio invece, completamente bianco ma con pietra nera, era decisamente più corto di quello di Diana: la gonna mi arrivava a metà coscia quindi se avessi alzato di troppo una gamba si sarebbe visto di tutto. Per quanto riguardava la parte superiore, avevo aggiunto una sorta di collarino in stoffa al quale erano attaccate due bretelle frontali. Ai piedi avevo un modello nero di tacchi con dei lacci che risalivano lungo tutto il polpaccio. Ci eravamo truccate anche con tonalità diverse, lei ombretto brillantinato e rossetto rosa, io palpebre scure e labbra color ciliegia. 

«Ehilà???» Diana sventolò una mano davanti agli occhi sferici del blu, distaccati dalla realtà ed immersi in chissà quale fantasia... per non parlare di dove fosse arrivata la lingua di Murdoc. Stava perdendo saliva. D'un tratto il cellulare di Russel squillò: erano le amiche di Noodle che ci avvertivano di aver preparato la festeggiata per la festa a sorpresa, con la scusa del "bisogna farsi belli anche se non si va a nessuna festa!". Dieci minuti e sarebbero arrivati.

«Tenetevi pronti gente! Noodle sarà qui fra poco!» il batterista passò ad avvisare gli ospiti disseminati qua e là per la cucina e tutti insieme ci tenemmo pronti per il momento tanto atteso della serata. 

Cinque, dieci, quindici, venti, trenta minuti... ma di Noodle neanche l'ombra. Russel provò a richiamare una delle amiche della festeggiata. Nessuna risposta. Chiamò l'altra, non raggiungibile. Chiamò Noodle... non raggiungibile anche lei. Iniziammo a preoccuparci.

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