32. Finalmente il quasi happy non ending ~ 😈

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Non badai molto a quel che dissi a 2D, la mia preoccupazione principale era Cheryl riversa a terra, a trattenere grida di dolore. Mi riportò alla mente ricordi che mai avrei voluto rivivere. Russel si diede da fare per legare quel figlio di puttana come un salame mentre Diana corse a recuperare i cellulari per poter contattare la polizia. Mi inginocchiai accanto alla biondina insicuro sul da farsi. Volevo prenderla in braccio per portarla in ospedale di persona, nemmeno mi era passato per l'anticamera del cervello di chiamare un'ambulanza. Provai così a sollevarla dimenticandomi anche del dolore alla mano, ma non appena le passai un braccio sotto alle gambe lei lanciò un grido di dolore. Fece un gesto col braccio, come a volermi allontanare. Non riusciva neanche a parlare. Tutto questo mi riportava davvero troppo indietro nel tempo. Diana chiamò la polizia e già che c'era, anche soccorsi per me e Cheryl. Qualche punto gliel'avrebbero messo di sicuro, mentre per il sottoscritto... beh, Ace sarebbe stato sicuramente ingaggiato una seconda volta per suonare il basso al posto mio, assicurato. Ronald era stato messo in un angolino e sorvegliato da un paio di volontari mentre Russel si inginocchiò accanto a me. Probabilmente aveva notato il panico impadronirsi della mia persona. Di solito mantenevo la calma in situazioni simili, sapevo trattare ferite di diverso tipo grazie alla mini-non-laurea ottenuta in prigione anni or sono, ma se c'era Cheryl come elemento nell'equazione mi si scazzava tutta l'orchestra.

«Fermiamo l'emorragia prima di tutto... oi Murdoc, mi senti?» Russel mi scosse leggermente posandomi una mano sulla spalla e io, fortunatamente, riacquistai la mia autonomia. Scattai in piedi «Vado a prendere il kit di pronto soccorso in bagno!». Feci più in fretta che potei. Avevamo sempre un kit in bagno, noi. Anche se ormai non davo più batoste a quel martire blu, 2D finiva sempre col farsi del male da solo, tipo beccandosi scatoloni dagli scaffali più alti in faccia, cadute per le scale o emorragie degne di un colpo d'arma da fuoco tagliandosi con la carta. Tornai in cucina e insieme a Russel - la mia mano destra era fuori uso dopotutto - ripulimmo la ferita di Cheryl e con delle garze adesive piegate a mo' di "farfalla" tennemmo chiuso lo squarcio.

«Tra quanto arrivano i soccorsi?» la mia domanda era per Diana, ancora stretta a Stuart per la paura. «Hanno detto "una decina di minuti"» mi disse. Dieci minuti non erano tanti, in fin dei conti. In quel preciso istante si sentì un urlo da dietro la porta di casa ancora chiusa a chiave, un "HIIIYAAA!". La porta venne giù, cavalcata da una Noodle armata di scopa che impugnava come se fosse una naginata. «DOV'È QUEL BASTARDO CHE CI HA CHIUSE IN ASCENSO- oh hey, che ci fate tutti qui? ... MA CHE STA SUCCEDENDO?!». Dall'arcata ormai vuota della porta spuntarono fuori anche le due amiche di Noodle, impaurite e tremanti armate una di secchio, l'altra di detersivo per i vetri. Il mio cuore perse un altro battito nel vederla sana e salva... stava bene, la mia piccola ninja in kimono. Le dovemmo spiegare la faccenda, purtroppo perdendo anche l'effetto sorpresa. Lei invece ci disse di come quel tizio - che a quanto pare l'aveva pedinata - l'aveva bloccata in ascensore e di come avesse manomesso i cavi, spezzandone uno. 

«Dopo che ci ha bloccate in ascensore c'è stato un momento di panico, ma ho risolto tutto per il meglio!» disse fiera, senza timore di ciò a cui era appena sopravvissuta «Mi sono fatta sollevare in spalla dalla mia amica e ho aperto il pannello di emergenza in alto. Sono uscita dall'ascensore salendoci sopra, praticamente! Dopodiché ho cercato un condotto di areazione. Ce ne sono sempre in palazzi come quelli. Era proprio accanto a me, ad altezza d'uomo. Ho aiutato le mie altre amiche ad uscire e ci siamo infilate nel condotto spuntando sul quarto piano giusto in tempo, perché il nostro agitarci ha fatto cedere il cavo, facendo crollare l'ascensore! Quel brutto tipaccio aveva detto di volerla far pagare a qualcuno e io ho subito pensato a un certo uomo verde che vive sotto al mio stesso tetto!» arrivata a quel punto della narrazione mi guardò con occhi accusatori «Ma non ne eravamo sicure di niente, così ci siamo armate delle prime cose che abbiamo trovato - il quarto piano era appena stato lavato e sono anche scivolata! - e siamo corse a prendere la macchina, ma quando l'abbiamo raggiunta... ruote bucate! Ma ci credete?! Mi ha bucato le ruote dell'auto! Così siamo venute a piedi visto che non eravamo nemmeno tanto distanti! Strada facendo non abbiamo pensato a chiamare la polizia o voi, è successo tutto così in fretta! E poi avevo già deciso di dargli una lezione di persona, このクソ野郎!». Nel trambusto Ronald si era svegliato e non appena incrociò lo sguardo adirato di Noodle, questa gli si avvicinò e gli ficcò la spazzola della scopa in bocca strofinandogliela contro come farebbe una mamma col figlio capriccioso che non vuole lavarsi i denti. Tutti si misero a ridere, anche Cheryl che intanto si era fatta prendere, almeno per la parte superiore, tra le mie braccia. Nonostante la ferita sorrideva e questo mi aveva tranquillizzato, voi non immaginate quanto. Nel giro di qualche altro minuto arrivò anche la polizia che si occupò di scortare quel bastardo di nuovo in prigione mentre io salii in ambulanza con Cheryl. A quanto pare avevo ragione, sette punti non gliele avrebbe tolti nessuno. L'infermiera rimase sorpresa nel vedere il lavoro che avevo fatto - beh, che avevo fatto insieme a Russ - domandò chi fosse stato e io di tutta modestia le risposi. Forse me ne vantai troppo, perché quando arrivò il mio turno di essere medicato prima di arrivare in ospedale quella gallina mi fece provare più dolore della fiamma stessa che mi aveva sbruciacchiato la mano. Ad ogni modo dovette rifare da capo la medicazione per Cheryl perché essendo la ferita ancora aperta, dell'altro sangue era uscito ad imbrattare le garze e a sgorgare da sotto la fasciatura. Quando finì andò a sedersi accanto al guidatore, lasciandoci soli.

«Come ti senti?» le chiesi.

«Ho perso un botto di sangue e nonostante la flebo a manetta in vena mi gira ancora la testa, ma credo che me la caverò... e la tua mano?» rispose strizzando gli occhi, come a volersi tenere sveglia.

«Beh, mi sa che dovrò fare una telefonatina ad Ace... comunque, tu cerca di non sforzarti. Stenditi se non te la senti».

«Mh... forse dopo...» proprio a fine frase la vidi battere velocemente gli occhi e pendere di lato, capii in un lampo e mi appostai accanto a lei per prenderla tra le mie braccia prima che cadesse dalla barella.

«Dopo un corno, stenditi bambolina» le ripetei serio mettendola di persona distesa, con la testa sul cuscino sottile e sterile.

«M-Mh... grazie...» chiuse gli occhi «Certo che 2D è stato bravo eh? Se non fosse stato per lui...».

«Detesto ammetterlo, ma hai ragione. Quello lì si aspettava una mia reazione e mi avrebbe pure sparato se gli fossi saltato addosso, invece si sono messi di mezzo lui e quella Diana. Con che coraggio poi "ops mi agganci il reggiseno signor palle folgorate gne gne". Ma glielo concedo, hanno avuto fegato tutti e due. Tu piuttosto, dovevi per forza prendere la pistola? Mi hai fatto cacare sotto, lo sai?».

«Lo so... scusami» sospirò «È che mi sentivo in qualche modo offesa pure io, capisci? Quel che andava dicendo non mi andava giù. Dovevo cancellare quell'espressione dalla sua faccia in qualche modo... e c'era in pericolo la tua vita prima di tutto. Poi chissà cosa avrebbe fatto a me per ripicca nei tuoi confronti o agli altri. Noodle è stata fortunata a salvarsi e anche le sue amiche, se ti avessi perso io n-non...» vidi una lacrima nascere dalla sua palpebra chiusa ma tremolante, probabilmente stava anche lottando con l'istinto di riaprire gli occhi per guardarmi.

Cancellai quella lacrima dal suo volto con la mano sinistra e lei riuscì finalmente a riaprire gli occhi, come se lo sfiorarle il viso le avesse dato la forza «E va bene, per stavolta ti perdono. È andata così stasera e grazie al sottosuolo stiamo tutti bene, fine del discorso. Adesso sta' serena e non pensare a nulla, okay?».

Lei annuì e tirò su col naso «Mi spiace per la sorpresa che avevamo organizzato per Noodle... non ha voluto nemmeno assaggiare la torta, ha detto di voler festeggiare domani mattina al nostro ritorno».

«Vero... mi sono spezzato la schiena per quel dolce. Entro domani sarà peggio di una spugna dimenticata al sole».

«Se la imbeviamo di rum non credo».

«Sai, mi piaci il doppio quando ti preoccupi per me e almeno il triplo quando ragioni così, bambolina».

«Lo so bene mhmh~».

«Hey voi due! Per caso volete un tè e qualche biscottino?! Siamo arrivati! Questa è un'ambulanza, non un motel su ruote!»

«Sì sì ho capito!» dissi ad alta voce all'infermiera davanti. Senza accorgermene eravamo già arrivati in ospedale. «E che cazzo» mormorai infine. Solo Cheryl mi sentì, perché sorrise.

«Hai intenzione di passare la notte accanto a me?».

«Ovviamente».

«Chissà se ti faranno restare...».

«A costo di nascondermi sotto al lettino, bambolina. Col cavolo che ti lascio da sola».

«Le do' io il permesso per restare, basta che scende dalla cazzo di ambulanza o non posso spostare la barella!»

«Le faccio ingoiare il trespolo della flebo se mi mette di nuovo fretta, ha capito?!».

«Hahahaha!».

Gorillaz ||Why, Why the Evil 2||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora