6. Un grande risultato col minimo sforzo... all'incirca ~ 😈

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«Mmmh...» mi svegliai, ammesso che stessi dormendo. Aprii gli occhi ma tutto quel che vedevo era una luce offuscata, forse una lampada al neon. Sbattei più volte le palpebre per mettere a fuoco e mi accorsi di star effettivamente muovendo un solo occhio... mentre l'altro mi pulsava da matti. La testa mi girava e sentivo una certa sensazione alla gola, come se volessi vomitare. Nonostante il dolore mi misi seduto, ma non ressi lo sforzo e finii col poggiarmi con la schiena contro il cuscino. Ero in infermeria, a giudicare dai lettini e i mobili sterili. Una voce accanto a me si fece sentire «Te l'avevo detto», mi voltai, e riconobbi la sagoma di Shaun seduto su uno sgabello. «He-!!!» non riuscii a rispondergli. Un dolore atroce si diffuse in tutta la mia mandibola non appena provai ad aprirla e di riflesso alzai la mano per poter poggiare solo la punta delle dita sopra la guancia destra. La sentivo gonfia, e nonostante avessi solo sfiorato la pelle la mia carne aveva percepito una fitta non indifferente. Shaun sospirò e scosse la testa «Ti ha conciato così con un solo pugno, ti rendi conto? La sua mano è grande quanto quella di quel cantate italiano... Giovanni Miranda, come cazzo si chiamava. Comunque... non posso negare che il tuo piano sia stato un fallimento» si mise una mano in tasca e ne tirò fuori un bigliettino che iniziò ad aprire «Hai dormito almeno cinque ore... sono le nove di sera adesso e mi spiace per te, ma dovrai mangiare da una cannuccia se non vuoi che la mascella ti si stacchi dal cranio. Lo vedi questo?» sventolò il foglietto quando finì di aprirlo. Battei le palpebre un altro paio di volte tendendomi verso il foglietto per mettere a fuoco, e in pochi attimi iniziai a vedere quelle strisce nere trasformarsi in parole... e che parole! Con uno scatto sofferto strappai il foglietto dalla mano di Shaun. La calligrafia era pessima, ma nel suo insieme comprensibile.

"dopo quello che è successo oggi mi sono dovuto ricredere su di te. hai avuto le palle di sfidare mcguinness e questo ti ha fatto guadagnare la fama di avere delle palle... di taglia media, diciamo. ho sentito che cerchi informazioni su el mierda. io so chi può dirti qualcosa in più su di lui. cerca vlad l'inalatore. è un contatto di el mierda ed è qui in questa prigione, lui ne saprà sicuramente qualcosa".

"Finalmente una traccia! E un seguace soprattutto! Palle-medie Niccals... mi ci potrei abituare. Peccato che con questa informazione le probabilità di lasciare questo posto si siano drasticamente alzate! Hahaha! Riderei come un pazzo se solo potessi!". «Dalla faccia da malato che stai facendo suppongo tu sia felice» Shaun prese un piccolo specchio dal comodino accanto a sé e, reggendolo per il manico, ne rivolse la superficie verso di me: sull'occhio destro portavo una garza zuppa di sangue, trattenuta da una fascia stretta attorno alla testa. «Ti ha rotto la palpebra. Ti ci vorrà un po' per farla guarire, quindi mi sa che dovrai tornare a giocare a fare il pirata come otto anni fa» il sarcasmo era palpabile in ogni sua parola e dopo aver rimesso lo specchio dove lo aveva preso, si alzò e sistemò la giacca da sorvegliante «Ho vegliato su di te nelle ultime due ore. Ho praticamente buttato il mio tempo a farti la guardia». "Cosa?". «Hai capito bene faccia da culo. Nonostante il guaio che mi hai combinato stamattina. La verità è che mi hai fatto un po' pena così conciato e ho deciso di fare una buona azione per chi non se la meritava veramente. Ci vediamo appena ti dimetteranno da qui. La tua cena è lì» mi indicò una bottiglia sul comodino accanto alla mia barella, dalla cui bocca usciva una lunga cannuccia gialla. Tornai a guardare nella sua direzione, ma lui era già uscito ed ebbi modo di vedere solo la porta chiudersi sulla sua figura sfocata e distante. Feci spallucce di riflesso, provando una certa fitta alla schiena "Devo essere caduto di schiena", pensai. Allungai il braccio verso la bottiglia e prima di aspirare qualunque cosa ci fosse lì dentro, sfilai di poco la cannuccia dalla bottiglietta per poterci guardare dentro con l'occhio buono: una poltiglia color cannella. Provai allora a sentirne l'odore, e ci misi qualche secondo di troppo a riconoscere la composizione di quella melma dolciastra: latte e biscotti Plasmon. "Meglio di niente... non mangio comunque da ieri sera". Mi accontentai di quella sbobba e dopo averla bevuta un sorso alla volta mentre rileggevo quel foglietto per la centesima volta, misi il biglietto al sicuro nella mia tasca e lasciai che il sonno avesse la meglio su di me.

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«Il contr ---»

«--- fiam --- infern ---»

«No --- ei --- lo»

«Atte ---»

«As --- tami»

Mi risvegliai bruscamente come al solito. Il cuore a mille e il fiato mozzato erano un'abitudine, ma l'occhio fuori uso e la mandibola ora meno sofferente erano la novità. Entrambi facevano meno male rispetto al giorno prima, ma mi accorsi che non potevo comunque aprire troppo la bocca per il dolore. La batosta mi era relativamente passata, quindi ero tornato a vederci bene, anche se con un occhio solo. L'orologio sulla parete di fronte a me indicava le dieci. Il sole fuori splendeva, cosa che infastidiva il mio occhio ferito nonostante fosse bendato e zuppo di sangue. Qualcuno aprì la porta proprio in quell'istante, permettendo l'ingresso nella stanza a una delle poche figure femminili presenti in tutto il carcere: Hattie Jacques, un'amabile signora capace di farti una siringa fuori vena solo se la guardavi storto. Insieme alla signora in carne in abito da infermiera con tanto di cappellino, c'era una-

«T-Tu se- ngghhh!!»

Avevo scordato di non aprire troppo la bocca, porca puttana.

Gorillaz ||Why, Why the Evil 2||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora