Non avete idea di quanto la cosa mi abbia messo a dura prova. Da quando Cheryl era andata a parlare con Noodle - che non so come aveva accettato la proposta di andare a scovare El Mierda - l'unico cenno di vita fu un selfie su delle montagne innevate pochi giorni dopo la visita ai Kong Studios. Le settimane passarono, e io ero ancora qui, in cella, a sopportare l'umore distruttivo dei detenuti e tutte le belle cose che sentivo dirmi dietro dall'esterno. Da quelli che adorano la mia band ma non tutto il duro lavoro del sottoscritto per metterla in piedi e farla andare avanti, sì.
"Murdoc fa schifo"
"I Gorillaz stanno meglio senza di lui"
"Ace è meglio di Murdoc"
"Uno stronzo di meno in circolazione"
"Finalmente quel bastardo se n'è andato"
"Ma quando muore?"
Giorni difficili, credetemi. Forse il karma stava finalmente avendo la meglio. Non ne fui poi tanto sicuro all'inizio, ma quando poi me la portarono via, capii che ero stato IO ad attirare tutto questo su di me. Era colpa mia. Per qualsiasi cosa.
Cheryl smise di venire a lavoro. Non la vedevo più sfilare nel corridoio sul quale affacciava la mia cella. Ogni volta che cominciava il suo turno quella era la prima cosa che faceva, passare a salutarmi facendo svolazzare silenziosamente la gonnella della sua uniforme per permettermi di sognare con quel poco che aveva da offrirmi, data la mia condizione. Il terzo giorno senza di lei arrivò Shaun - pure lui scomparso a cazzo - dicendomi che era stata licenziata. Charles e Mike - i tizi addetti alle telecamere - erano stati degradati a inservienti. Ora pulivano i cessi degli uffici. «Non credo sia stata opera di una guardia... secondo me, qualche prigioniero ha cantato» mi disse sottovoce la guardia dalla barbetta rossa. Lo trovai più che plausibile, lì dentro nessuno si faceva i cazzi suoi e io avrei dovuto starci più attento. Per quanto fossimo stati cauti, ci avevano scoperti ugualmente. Ed era solo colpa mia che le permettevo di passare in quel fottuto corridoio, di fermarsi alla mia cella per farmi sfiorare il volto, per farsi accarezzare le mani... le stesse mani che si erano prese cura di me senza pretendere fama o denaro in cambio. Lei aveva il mio incondizionato amore... e a me stava bene che fosse lei a custodirlo, così come mi stava bene custodire il suo per me. Ma ora che era lontana da me la mia pazienza si era drasticamente ridotta.
«Devo andarmene di qui!».
Non avrei voluto farlo, ma mi vidi costretto. Progettai la cosa in una sola notte dopo aver sentito le previsioni del meteo alla tv nella mensa. Il pomeriggio del giorno dopo rubai dalla tasca di Shaun il suo cellulare mentre era appisolato contro il muro accanto alla mia cella. L'indomani avrebbe avuto il giorno libero, cosa che credevo mi avrebbe agevolato il piano di fuga. Mandai una mail ai servizi fognari fingendomi un riccone che aveva smarrito la sua rarissima iguana nel cesso, pretendendo una mappa dei cunicoli fognari della zona. Il giorno dopo pioveva a dirotto e nessuno volle passare quelle due orette dalle quattro alle sei sotto l'acqua. L'unico fesso sotto la pioggia ero io. In parte ne approfittai per farmi una doccia completa, visto che in quelle della prigione c'era ancora il "pericolo Saponetta", ma riflettendoci, non mi sarebbe servito a un cazzo perché presto sarei finito nella merda. Letteralmente.
Sfilai un fazzoletto di carta dalla tasca. Era una cosa che facevamo a scuola, questa. Bagnavamo i fazzoletti per farli appiccicare ai vetri e i muri dei bagni. Vinceva chi lo riusciva ad appiccicare più in alto e a fine anno, se erano ancora lì, si festeggiava il vincitore. Io però non ero intenzionato ad imbrattare la facciata del cortile, bensì ad oscurare l'unica telecamera che mi stava tenendo sott'occhio. Centrai il bersaglio - giocare a freccette ha un senso - e subito mi precipitai sul tombino al centro del cortile. Il coperchio era pesante, ma quei pochi sollevamenti che avevo fatto in cella diedero i loro frutti in quel momento difficile e riuscii ad intrufolarmi nelle fognature senza essere visto. La torcia del cellulare di Shaun mi guidò attraverso i canali stretti e puzzolenti... non vi dico quali schifezze galleggiassero là sotto. Arrivai al cancello che mi separava dal perimetro della prigione. Tre valvole girate nel modo giusto come diceva la mappa, e passai oltre. L'unico problema fu che più avanzavo, più il livello del liquame si faceva alto. Prima era alle caviglie, poi alle ginocchia, poi vita, petto, collo... ed intanto ero arrivato ad un vicolo cieco. La mappa non indicava vie d'uscita, ero in trappola. La corrente era troppo forte per permettermi di tornare indietro.
Forse non ve l'ho detto, ma la notte prima mi misi a giocherellare col cellulare di Shaun. Mi feci i cazzi suoi, insomma. E cosa trovai tra i suoi messaggi? Il contatto di Cheryl! La cosa mi fece infuriare. Cosa ci faceva LUI con il numero di telefono di LEI? Lessi un po' i messaggi... e vidi che parlavano solo di me. Erano frequenti quando lei non era di turno e Shaun era appostato alla mia cella. E dire che lo avevo visto non so quante volte al telefono... e io che lo sfottevo pensando che guardasse porno tutto il tempo.
"Come sta? Spero abbia dormito...".
"Che sta facendo? Digli che se vuole posso portargli qualche rivista...".
"Ha mangiato? Il pollo al curry che fanno lì lo fa stare male... credimi".
"Dorme eh? ... Fagli una foto, voglio vedere hahaha!".
"Non vedo l'ora che esca, non mi piace vederlo così".
Mentre il livello di acqua piovana, acqua di cesso e feci varie mi saliva al naso, aprii la chat con Cheryl e iniziai a scrivere. Sentivo che sarei morto lì, annegando nella merda. A cosa mi ero ridotto per la mia libertà? Per l'amore di lei, il desiderio di rivederla ancora offuscato dalla paura di non riaverla mai più? E per un mio errore?
...
Sono molte le cose che non vi dico, ormai mi conoscete. Quindi spero non ce l'abbiate con me per quello che sto per confessarvi... e cioè che non mi hanno arrestato per contrabbando, ma per non aver pagato le multe in sosta vietata e che El Mierda non esiste. Cioè sì, esiste, ma non è quel che pensate voi. Altre diverse parti di ciò che avete letto fin'ora non corrispondono a verità, ma non fatevi troppe domande adesso e conservatevele per dopo, perché ora come ora non potrei rispondere. Prima o poi avrò il tempo di spiegarvi tutto... che poi non capisco come abbiate fatto fin'ora a fidarvi di me, nonostante tutto. Dov'ero rimasto? Ah, sì.
Digitai in fretta, senza badare agli errori che le mie dita sozze e scivolose commettevano sulla tastiera.
... averti delusa.
STAI LEGGENDO
Gorillaz ||Why, Why the Evil 2||
FanfictionChayyliel è tornata. Anche se, a dirla tutta, non se ne è mai andata. Dalla fine degli eventi di Plastic Beach ha sempre tenuto d'occhio il bassista dei Gorillaz, e ora che le cose si sono fatte pericolose si vede costretta a piombare di nuovo nella...