Mi sentii uno stupido a non aver collegato subito le cose. Ora aveva anche senso la seconda torta che mi inviarono il giorno del mio compleanno. La prima era da parte di 2D - quella la cestinai dandola agli altri detenuti, inclusa la lima per unghie - ma la seconda era una torta Pane degli Angeli. «Cazzo, cazzo e stracazzo!» quella sera non riuscivo a starmene buono. Andavo su e giù per la mia stanza - due passi, dietrofront, due passi, dietrofront - come un pazzo, logorandomi il cervello. Quella ragazza doveva essere per forza legata ai miei sogni e in particolare alle piume, e di conseguenza alla torta dal nome tanto particolare e che comunque assaggiai per sfregio perché pensai fosse uno scherzo simpatico da fare a un satanista convinto. Ci pensai fino a mezzanotte, quando ricordai cosa dissi a Margate quando lei si allontanò dal banco degli autografi.
«Un angelo».
No. Non poteva essere. Io, in contatto con un angelo? Ma stiamo scherzando? Quando sarebbe mai accaduto? Come? Perché? Ora avevo un motivo in più per uscire da quel posto: dovevo assolutamente rintracciarla. Lì non ne avevo mezzi. Mi avevano portato tutto via e anche se avessi voluto fare una telefonata, era lei ad avere il mio numero e non viceversa. L'unica cosa che mi restava da fare era ottenere più informazioni su El Mierda, il bastardo che mi aveva incastrato e che ho avuto la sfortuna di incontrare durante le riprese di Strobelite. L'unico modo per ottenere informazioni in una prigione era farsi valere, dimostrare di essere più forte degli altri per avere così il rispetto di tutti... e lì il potere era in mano a "Big Balls" McGuinness. "Big Balls" era il nome da reputazione che aveva in prigione, ma io mi riferivo alla sua persona con "Big Balls no Balls" McGuinness. Dovevo azzuffarmi con lui e vincere. Il problema era convincerlo. Non avrebbe ceduto se gli fossi andato vicino con una minaccia, mi avrebbe pisciato addosso per tornare a godersi l'ora d'aria in tutta tranquillità; era già successo ad un paio di loro e considerato che tutti evitavano le doccie per colpa delle Sorelle Saponetta, la cosa non conveniva affatto. Mi serviva qualcosa di più eclatante e offensivo, al livello di una public relation smerdante. Riflettendoci, arrivai alla conclusione che sugli uomini come lui si poteva far leva su una sola cosa: l'orgoglio. Nella sala di controllo avevo visto un portatile con una schermata simile a un pannello audio... e ne dedussi che vi fossero connessi gli altoparlanti che usavano per bombandarci le orecchie al mattino e convincerci ad alzarci, o occasionalmente annunciare avvisi importanti. Avevo già il piano in mente, dovevo solo tornare in quella sala con una scusa. Non potevo dire "hey, ma io quella la conosco" perché l'avrei messa in pericolo, ed in più si era fatta una cosa personale e dovevo vedermela io soltanto, nessuno si sarebbe intromesso.
«Meglio pensarci - yaaawn - domani...» avevo dormito poco la scorsa notte ed il sonno cominciò a farsi sentire, così optai per l'andare al letto e rifletterci con calma il giorno dopo o non avrei nemmeno avuto le forze per stare in piedi davanti alla tazza e svuotare la vescica.
࿇ ══━━━━✥◈✥━━━━══ ࿇
"Rise and shine" un cazzo. Anche quella notte avevo visto ombre sfrecciarmi in sogno, voci chiamare il mio nome, grida di terrore e di piacere - quelle ci sono sempre, più o meno - ma soprattutto, avevo vagamente sentito la base di To Binge accompagnare quel trip mentale. Non lo so, magari mi aveva preso la nostalgia stando lì rinchiuso... ma decisi di mettere da parte quella nostalgia per pensare al piano. La colazione ci venne servita in mensa come al solito, ed io ero ad un tavolo vuoto e tranquillo all'estremità della sala. Nessuno veniva a scocciarmi appena sveglio, sapevano che sarebbero andati incontro a spiacevoli conseguenze se mi avessero rivolto la parola; il cazzo storto di mattina ce l'abbiamo tutti, ma chi mi conosce bene sa che io ce l'ho come un pretzel appena sceso dal letto. Non toccavo cibo, ovviamente. Avrei preferito dell'alcol al posto del succo d'arancia, ma forse era un bene perché bere mi avrebbe distratto dai miei obiettivi. "Allora... se devo arrivare alla sala, devo tenere le guardie occupate... a partire da quell'armadio a due ante davanti a me". La prigione pullulava sì di criminali, ma anche di forze dell'ordine, guardie super-pompati pronte a manganellarci a sangue pur di tenerci a bada. Serviva qualcosa di ingegnosamente fortuito per sgraffignare le chiavi a quei viscidi che ci circondavano in mensa. E quando il povero Ronald mi passò accanto, capii cosa fare. Il povero senzatetto di 32 anni colpevole di furto di ambulanze per farsi della scorta di morfina in dotazione e elettroshockarsi i testicoli nel tentativo di avere l'orgasmo del secolo aveva scelto il momento sbagliato per girarmi attorno.
Con nonchalance e i riflessi pronti allungai una gamba fuori dal tavolo per potergli fare uno sgambetto - che lui non vide arrivare dato il vassoio che portava in mano e che copriva la sua veduta del pavimento - e prima che qualcuno potesse staccare lo sguardo dal televisore alle mie spalle, presi il bicchiere di succo e lo scaraventai alla guardia che si trovava davanti a me, a pochi metri di distanza. Il bicchiere di carta finì sulla sua pelata sudaticcia ricoprendola di deliziosa vitamina C, e lui si voltò con una vena sulla tempia già pronta a scoppiare; i detenuti alle mie spalle si voltarono e alzarono la faccia dal loro cibo all'unisono come una tribù di suricati.
«Wow Ron, il trucco del "lancio ed inciampo" è roba da commedia... dovresti trovare le palle di guardarli negli occhi prima di attaccare» commentai disinvolto volgendo lo sguardo dalla parte opposta a lui. La guardia - il nome sulla targa diceva Marcus - scattò verso Ronald che aveva la faccia ricoperta di biscotti del discount e succo d'arancia, e lo alzò di peso per il colletto della maglia per mollargli un pugno allo stomaco. A quanto pare avevo puntato sul toro giusto. Gli altri detenuti - chissà chi aveva visto cosa - si agitarono immediatamente, e uno di loro lanciò un piatto contro Marcus per proteggere Ron, seguito dal resto del cibo stantio che ci servivano a colazione. Shaun era sul muro opposto a me, ma dovette presto raggiungere il centro della mensa per sedare la rissa nella quale - personalmente - mi ero già fatto coinvolgere.
Volavano calci, pugni, morsi, graffi e sputi, e io invece abbassavo pantaloni a destra e a manca, che spasso. «Hahaha! Begli slippini Greg!» per quanto bello potesse essere un paio di mutande con sopra dei pulcini. In tutta quella baraonda il mio udito però era concentrato su una sola cosa: il tintinnio delle chiavi agganciate ai pantaloni delle guardie. Decisi di prendere di mira Shaun, perché con lui avrei potuto bene o male parlarne e convincerlo che fosse per una buona causa... se avessi preso quelle di Marcus mi avrebbe castrato nel sonno con del filo di ferro attorno al cazzo, ci avrei messo la mano sul fuoco. Mi lancia contro la guardia che in quel momento si stava azzuffando con un armadio d'uomo dagli occhi spalancati e i muscoli vibranti di adrenalina, e stando bene attento a non farmi riconoscere nella foga dei movimenti riuscii a fregargli le chiavi senza farmi male - piede pestato e gomitata nel fianco a parte.
Con un vassoio per la colazione a farmi da maschera e scudo, mi allontanai dalla guerriglia ormai incontrollabile e sgattaiolai alla porta che dava sul corridoio della zona degli uffici. Ci misi un po' a trovare la chiave, ma grazie a Satana Shaun era un tipo ordinato e aveva incollato su ogni collo di chiave un foglietto riportante la porta a cui apparteneva. "Zona Uffici". Perfetto. Aprii e subito mi fiondai dall'altra parte chiudendomi la porta alle spalle, ritrovandomi di nuovo in quel lungo corridoio dalle luci bianche. Dietro di me il caos fu come attutito dalla parete che ormai mi separava dalla mensa, e con gli occhi bene aperti, il vassoio a farmi da scudo e la chiave delle docce come spada, mi diressi nell'Ufficio della Sorveglianza.
{C.d.A.}
Nel caso il layout della mensa non sia chiaro a tutti, mi sono presa la briga (10 minuti) di abbozzare una pessima piantina con Paint. Inutile dire che il cerchietto verde sia Murdoc
Su carta mi sarebbe venuta decisamente meno cagosa, ma l'importante è che abbiate capito in che zona si muove il nostro cetriolo. Se solo avessi una tavoletta grafica da non usare per fare bei disegni e sfruttare per fare scempi del genere lol
STAI LEGGENDO
Gorillaz ||Why, Why the Evil 2||
FanficChayyliel è tornata. Anche se, a dirla tutta, non se ne è mai andata. Dalla fine degli eventi di Plastic Beach ha sempre tenuto d'occhio il bassista dei Gorillaz, e ora che le cose si sono fatte pericolose si vede costretta a piombare di nuovo nella...