«Non posso starmene qui a guardare! Devo agire! Cosa farebbe Murdoc in questo momento?! Lo colpirebbe dritto in faccia! No aspetta... non posso, quello lì è armato, finirebbe con lo sparare a qualcuno! Va' prima disarmato... ma la pistola di mano a uno così non gliela levi nemmeno se gli piazzi davanti tutto l'oro del mondo! ... Oh no! Ha preso Cheryl! Anche se non se l'è presa con Diana devo pur fare qualcosa! È mia amica, è la fidanzata di Murdoc, è l'amica della mia ragazza, è una vita che va protetta! Se nessuno ha intenzione di agire, lo farò io!» mi guardai intorno alla ricerca di un qualche diversivo. Non sapevo cosa potesse attirare l'attenzione di quell'uomo, quindi dovevo ponderare bene la mia scelta. Mi trovavo praticamente accanto a lui, mentre dall'altra parte c'era Cheryl forzatamente avvinghiata al corpo del detenuto. Dietro di me Murdoc stava scaldandosi più del fornello rimasto acceso - l'aria puzzava di bruciato - e se avesse mosso un dito lui, il criminale se ne sarebbe accorto per primo perché era a quello che stava mirando! Notai che nel lavello c'era ancora la roba che Murdoc aveva usato per fare la torta... il solito disordinato! C'era il manico di un pentolino che sporgeva in maniera davvero conveniente!
«Okay, l'arma c'è! Ma come distrarlo? Potrei fare un segnale a Cheryl di stare al suo gioco. Ma se dovesse guardarmi, lui se ne accorgerebbe anche se adesso mi sta dando le spalle. Devo dargli un buon motivo per lasciar andare quella pistola e poi potrò attaccare! Ma come posso fare? COME?!» nel mio riflettere lo sguardo mi scivolò su Diana che mi tremava accanto. Il bordo della sua gonna allargata e rigonfia come se sospesa dal vento mi solleticava le nocche. Ecco... l'idea mi era arrivata! E che brutta idea! Usare Diana come diversivo... non l'avrei mai e poi mai permesso! Ma c'era in ballo la vita di tutti e potevo far affidamento solo su di lei. Il problema però restava l'esca in sé. Come avrebbe fatto la mia ragazza ad attirare l'attenzione di quel pazzo furioso? Per il momento mi limitai a guardarla cercando di comunicarle con veloci cenni del capo e movimenti degli occhi che avevo bisogno che lei facesse qualcosa... poi mi ricordai che nessuno poteva vedermi le pupille. Provai a mimare qualcosa con le labbra e lei parve comprendere, purtroppo però in quel momento esatto la mano dell'ospite indesiderato si era intrufolata sotto la gonna di Cheryl, la quale - glielo si leggeva in faccia - era sul punto di mettersi a piangere.
«Levale le mani di dosso brutto porco di me-» Murdoc si beccò il calcio della pistola in faccia, finendo scaraventato contro il bancone. Il suo zigomo si era fatto dapprima rosso, poi viola come una melanzana. Sentii tutti i presenti sussultare e Ronald ridere come un bambino alle giostre, ma subito dopo c'era solo un respiro che si distingueva tra gli altri per la sua determinazione contaminato dall'insicurezza. Diana strinse i pugni e a testa bassa mi spinse via per scambiarsi di posto con me, finendo così accanto all'uomo armato di pistola: ora lui era al centro, tra Cheryl e Diana. La ragazza dai capelli ricci prese un bel respiro e alzò le mani «E-Ehm... m-mi scusi...». Quella vocina impaurita fece voltare Ronald con uno sguardo da maniaco stampato in faccia. Quanto avrei voluto riempirgli la faccia di pugni! Sembrava la stesse spogliando con gli occhi! Nemmeno Murdoc era riuscito a sembrare così depravato in vent'anni che lo conoscevo! «Sì, carina? Ti serve qualcosa?» le chiese con tono altezzoso e decisamente felice. «E-Ecco... mi si sarebbe sbottonato i-il reggiseno e-e-e insomma per non farle intendere che volessi f-fare qualcosa di male ho preferito dirglielo c-così... m-me lo a-avrebbe abbottonato lei... s-se può, naturalmente». Diana si voltò verso di me, dando le spalle all'aggressore. Dato il modello del vestito le sue spalle erano completamente scoperte ed ero certo indossasse l'intimo superiore senza bretelle... se si fosse sbottonato per davvero o meno, solo io avrei potuto assistere la mia fidanzata in un'impresa simile! Mi guardò con occhi fiammeggianti di paura e incoraggiamento, sembrava gridarmi "sbrigati e fa qualcosa!".
«Ma certo carissima...» Ronald lasciò andare Cheryl come avrebbe fatto un ingordo con un cupcake, avendo avvistato un dolce ben più grande e succulento come una torta. Posò la pistola sul tavolo per potersi sgranchire le dita agitandole come le zampette di un ragno e avvicinarle alla stoffa nera dell'abito della mia Diana. Ecco! Era disarmato! Non gli avrei permesso di toccarla! Neanche solo sfiorarla con la punta di un'unghia! Agii incredibilmente in fretta: Murdoc in quel momento era giusto accanto al lavello, si vide il mio braccio allungarsi davanti ai suoi occhi per afferrare la pentola che sporgeva dal lavabo e con una precisione e coordinazione di movimenti altrettanto impressionante, afferrai Diana per le spalle stringendomela al petto e ritirandola dal mio raggio d'azione per poi colpire di netto il lato della testa di Ronald. Cheryl agì anche lei d'istinto, prendendo la pistola dal tavolo e puntandola con entrambe le braccia tese al pazzoide in arancione che era finito a terra per lo stordimento dell'impatto.
«Non ti muovere! Hai capito?!» la bionda teneva la pistola saldamente stretta tra le mani ma era chiaro che non volesse far fuoco, non aveva nemmeno messo il dito sul grilletto! Ronald si mise una mano al petto... no, la mise nello scollo della sua tuta da prigioniero! «NON CREDERAI DAVVERO CHE ME NE VADA IN GIRO SOLO CON QUELLA!!!» ne estrasse fuori un coltello da caccia, di quelli con la lama dal filo uncinato più che semplicemente lineare. Un bowie... credo? Ferì Cheryl alla gamba sinistra procurandole un taglio profondo da sotto al ginocchio fino a dove cominciava la caviglia distruggendole così anche la scarpa che stava indossando, perché era di quel tipo che si allacciavano lungo il polpaccio, come quelle delle ballerine. La ragazza non poté fare a meno di cadere anche lei a terra, straziata in una pozza di sangue che iniziava ad allargarsi. La pistola invece era finita sotto al tavolo. Fu allora che sentii il grido di battaglia di Murdoc. Il pentolino mi venne strappato di mano e fu schiantato con una forza disumana sulla testa di Ronald che, ancora riverso per terra, stava inutilmente cercando di raggiungere l'arma perduta. Il metallo dell'utensile da cucina si ammaccò notevolmente e Ronald smise di muoversi. Non sembrava perder sangue dalla bocca, dal naso o dalle orecchie e respirava ancora, per la gioia della fedina penale di quel folle di Murdoc!
«Ottimo lavoro Stuart!» il bassista mi consegnò il pentolino in un unico movimento piazzandomelo addosso senza badare al se l'avessi preso o meno, perché subito si precipitò su Cheryl rannicchiata a terra tra emoglobina e lacrime amare. Tutti intorno iniziarono ad applaudire e senza che me ne rendessi conto Diana mi si era aggrappata al petto, piangendo sulla mia camicia a righe. Tutto il trucco si sciolse sul tessuto ma poco m'importava di una stupida camicia! Avevo salvato tutti decidendo di prendere quella pentola! E anche Diana con il suo coraggio era riuscita a distrarre quel pazzoide! Il tocco finale era toccato a Murdoc, certo... ma io e la mia Diana eravamo degli eroi!
{C.d.A.}
Cosa non si fa per amore eh? :D Chi pensate sia stato più coraggioso? Diana con la sua tecnica diversiva o 2D, col pentolino della morte? XD In ogni caso, entrambi hanno agito per il bene di tutti e della persona che amano di più al mondo! Lavoro di squadra, amore che combatte! Così mi piace arrghh! D:< (Non fate caso a questo piccolo sclero, tutto normale XD)
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Gorillaz ||Why, Why the Evil 2||
FanfictionChayyliel è tornata. Anche se, a dirla tutta, non se ne è mai andata. Dalla fine degli eventi di Plastic Beach ha sempre tenuto d'occhio il bassista dei Gorillaz, e ora che le cose si sono fatte pericolose si vede costretta a piombare di nuovo nella...