Quella brutta oca mi aveva lasciato da solo con Stuart portando via con sé la mia Cheryl.
«Giuro che gliela faccio pagare...» mormorai più in tono rassegnato che arrabbiato, come era giusto che mi dovessi sentire. Invece non lo ero. Non ero andato su tutte le furie come accadeva un tempo, ci ero... rimasto male e basta, ecco. Il vero problema era 2D in quel momento. Da che avevo smesso di dargli noie stargli accanto si era fatto quasi imbarazzante. Prima non esitavo a spezzargli le dita di una mano con il solo ausilio di uno snocciola-olive. Ora invece il minimo che mi veniva in mente erano sgambetti o pizzicotti. In mente, sottolineo. Fisicamente non muovevo un muscolo. Non mi ci applicavo più come un tempo. Mi scocciava.
«Andiamo a vedere il negozio di mu-».
«No».
Però ero ancora in grado di zittirlo.
«Senti... Murdoc».
«Hm?».
Spostai lo sguardo dal negozio di vestiti verso di lui solo in quel momento. Aveva le mani nella giacchetta bianca che stava indossando e lo sguardo puntato per terra. Lo fissai e lui parve rifugiarsi ancora di più in quel silenzio da poco sigillato.
«... 2D?» richiamai la sua attenzione. Odiavo quando si metteva a fare il taciturno.
Lui sussultò e in un attimo si fece determinato, alzò gli occhi neri e me li puntò addosso come se fossero state le bocche di due cannoni «Metti anche solo una mano addosso a Diana e giuro che- che! ...»
Lui... che mi minacciava di non toccargli la tipa? Stavo per pisciarmi sotto dal ridere. Mi trattenni e con un sorriso lo incitai a continuare «Che?».
«Che te la farò pagare, ecco!» battè un piede a terra e mi guardò con ancora più determinazione di prima. Ora era decisamente agguerrito. Ne seguì un altro silenzio, ma decisamente più breve visto che esplosi definitivamente in una risata.
«Hahahaha!» mi misi un braccio sulla pancia, sentivo che le viscere mi sarebbero potute uscire dal ventre da un momento all'altro dal ridere «Ma chi te la tocca? Sta' tranquillo testa blu, la tua ragazza non mi interessa neanche di striscio! Hahahaha!».
Una cosa era ammirevole però: aveva sorriso tutto il tempo. Aveva avuto il fegato di fare l'allegro tontolone come suo solito senza darmi a vedere quanto ci tenesse davvero a quella strega. Quando voleva sapeva mentire bene. Ma parlando di bugie, quella volta fui sincero. Diana non mi allettava, no, non era nemmeno contemplabile che mi interessassi a lei. E ve lo ricordo per l'ennesima volta, fu Paula a tentarmi. Quindi non era del tutto colpa mia! Questa Diana invece sembrava appiccicata a Stuart come un'ostrica con la sua perla. Non avevo motivo di dividerli e non avevo motivo di separarmi dalla mia, di perla. Al vedermi ridere Stuart iniziò a piegare il capo da un lato. Capii che la cosa non gli era chiara e mi ripresi dallo scompisciamento per tornare dritto e poggiargli una mano sulla spalla. Mi sorpresi io stesso di tutta quella confidenza.
«Non te la tocco la ragazza Stuart. Non mi interessa, capisci? Ce l'ho già la mia donna. E poi lei non mi pare la zoccoletta che portasti negli studios venti anni fa, quindi sono sicuro che non ti cornificherà col sottoscritto o con chiunque altro gli capiterà a tiro» guardai per un attimo verso il negozio a pochi passi da noi: si intravedevano le due ragazze chine su uno scaffale a complottare chissà quale outfit, tranquille e disinvolte, come se là fuori non ci fosse nessuno ad aspettare pazientemente il loro ritorno. Tornai a guardare la faccia da tonno per chiudere il discorso «È una brava ragazza... pure troppo secondo me. Ma dopotutto sono scelte tue e a me non potrebbe fregar di meno. Cerca di non deluderla una come quella».
Non so perché gli stessi facendo un discorso come quello, ma mi venne estremamente... facile. Dal cuore. Cheryl sarebbe stata fiera di me. E il vecchio me mi avrebbe ficcato una scopa su per il culo. Che spasso.
Stuart rimase con il capo inclinato come un cucciolo confuso man mano che il mio discorso andava avanti e alla fine, come illuminato da chissà quale rivelazione, tornò dritto e si mise a ridere. I suoi occhi passarono da neri a bianchi. Non so perché, ma lo assecondai tornandomene con le mani nelle tasche dei jeans scuri.
«Okay, tutto chiaro Murdoc! Hahaha!».
Avrei voluto chiedergli che aveva da ridere ma non mi sembrava il caso di interromperlo, di "rovinare il momento". Non trovavo più così irritante la sua faccia invasa dalla gioia o la sua risata. Di solito eravamo sempre in una una situazione alla "Spongebob e Squiddy" ... ma per la per la prima volta la piovra sempre boriosa e crudele sopportava la felicità contagiosa della spugnetta gentile e sì, un po' rompi-palle. Forse sbagliano a dire che l'amore non addomestica.
«Che dici, andiamo a prendere qualcosa da bere a quelle due? Scommetto che gli farebbe piacere» mossi qualche passo in direzione del bar che si vedeva in lontananza, aspettando che mi seguisse. Il testa blu riflettè qualche istante, poi si decise «Hmm... okay, ci sto!».
«Ottimo, andiamo allora!» ci incamminammo entrambi verso il bar distante giusto un paio di negozi dal punto in cui eravamo. Mentre avanzavamo sentii una strana sensazione, come se qualcuno ci stesse osservando. Mi guardai attorno un paio di volte ma non notai nulla di strano. Nessuno ci aveva riconosciuti e nessuno ci stava seguendo, eppure... mi sentivo costantemente squadrato da capo a piede. Era come se fossi tornato in prigione, con i negozi al posto delle celle. Tutti gli sguardi degli altri detenuti non erano una gran cosa alla fin fine... ma c'era sempre quell'unico paio di occhi che era sempre capace di trafiggerti come due lance in pieno petto. Ecco, io sentivo quelle lance costantemente puntate dietro la mia schiena, pronte a trapassarmi da parte a parte.
Qualcosa di brutto si celava dietro l'angolo.
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Gorillaz ||Why, Why the Evil 2||
FanfictionChayyliel è tornata. Anche se, a dirla tutta, non se ne è mai andata. Dalla fine degli eventi di Plastic Beach ha sempre tenuto d'occhio il bassista dei Gorillaz, e ora che le cose si sono fatte pericolose si vede costretta a piombare di nuovo nella...