Capitolo II

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La mattina la sveglia suona presto. Elena grugnisce infastidita prima di spengerla e girarsi dall'altra parte del letto. Non vuole alzarsi. Non ci riesce. Non può semplicemente saltare il primo giorno di università? Per quanto vorrebbe, la sua mente è più forte della stanchezza e le dice che non è una buona idea. Perciò sbuffa seccata, prima di alzarsi dal suo caldo letto e dirigersi verso il bagno, che per fortuna ha in camera, come uno zombi. Probabilmente gli zombi di the walking dad le farebbero un baffo. Si guarda allo specchio e per poco non le prende un colpo. I capelli arruffati e le occhiaie sono un segno visibile della sua mancanza di sonno. Ammazzerà Bob per questo. Sospira prima di lavarsi i denti e chiudersi poi nella doccia. Non ha voglia di lavarsi i capelli, richiede troppe energie che ora non ha, quindi si limita a lavarsi per bene il corpo. Una volta fuori si avvolge nell'asciugamano e si da una pettinata ai capelli. Ritorna in camera e apre l'armadio per scegliere cosa mettere. È un casino lì dentro. Quando ha tempo si ripromette che lo metterà apposto. Alla fine opta per un outfit total black, visto la sua voglia di andare a lezione. Pantaloni neri e maglietta a mezze maniche nera che lascia scoperta un po' di pancia. Il tutto completato dalle convers dello stesso colore. Si guardo allo specchio e non è niente male deve solo sistemare i capelli, che si affretta a legare in una cipolla. Le viene da ridere quando nota che anche il piercing all' ombelico ha le palline nere. Lo ha fatto non appena ha compiuto 18 anni, assieme ai tatuaggi. Quando Klaus l'ha scoperto hanno litigato di brutto. Pensa che quella sia stata una delle loro peggior litigate. Ma a lei piacevano quelle cose, quindi alla fine si è dovuto rassegnare ed ora ogni volta che le viene voglia di farsi un tatuaggio lo fa. Che rimanga tra noi, lo avrebbe fatto comunque anche senza il suo permesso. Elijah? Anche lui la pensa come suo fratello, ma non le importa. Il corpo è il suo e ci fa quello che vuole, potrà sembrare una frase bambinesca ma è la verità. A proposito di Elijah, non le ha ancora risposto al messaggio di ieri sera. Starà ancora dormendo. Gli manda il messaggio del buongiorno e poi scende di sotto per preparare la colazione. Non vuole svegliare Klaus, lavora tanto e quindi per una volta che ha il giorno libero vuole che si riposi. Perciò cerca di fare tutto il più silenziosamente possibile. Decide di lasciare la colazione anche per lui sul bancone con un bigliettino accanto.

"Buongiorno fratellone. Ci vediamo dopo xx".

Dopo aver mangiato e pulito tutto, afferra la borsa all'ingresso ed esce di casa dritta alla fermata. Mentre aspetta il bus si accende la prima sigaretta della giornata e si mette le cuffie. Diamo inizio a questa giornata.
Quando arriva all'università di psicologia, Ludovica, la sua migliore amica, è già lì ad aspettarla con una voglia pari alla sua.
"Ehi ragazzaccia!" La saluta così l'amica abbracciandola e baciandogli una guancia.
"Ehi piccoletta" l'apostrofa lei.
Ludovica è molto più bassa di Elena e detesta quando lei glielo fa notare. Infatti sbuffa alzando gli occhi al cielo.
"Nottataccia ieri sera? Ti ho scritto ma non mi hai risposto" dice mentre si dirigono all'interno.
I primi giorni è sempre un calvario perché ci sono anche le matricole che vanno a destra e a sinistra senza sapere dove andare. Ad Elena ricordano l'anno scorso quando anche lei era una di loro.
"Non puoi capire. Bob ha organizzato questa festa e c'è stata la ressa. Abbiamo lavorato ininterrottamente sino alle quattro del mattino. Tornata a casa ero così cotta che ho avuto gusto il tempo di rispondere a Elijah che poi sono crollata" racconta all'amica sospirando.
"Povera l' amica mia. Se continui così non arriverai alla fine dell anno" scherza.
"Grazie" dice sarcastica ridacchiando. Anche se non ha tutti i torti. Spera solo che Bob si dia una regolata in questi mesi.
"Lo sai che lo dico per il tuo bene" aggiunge.
"Si lo so. Tu invece come va con il nuovo lavoro?". Ludovica lavora da poco in un negozio di musica.
"Oh bene. Mi trovo veramente a mio agio lì. E anche il mio collega è simpatico" dice contenta.
"Meno male. È questo quello che conta" le sorride prima di controllare il telefono e scoprire un messaggio da parte del suo ragazzo che gli da il buongiorno. Si morde  il labbro inferiore reprimendo un sorriso e digita una risposta.
"Che lezioni abbiamo oggi?" La riporta alla realtà la voce della sua amica.
"Tra 5 m abbiamo psicologia generale. Poi storia e poi statistica, dovremmo finire per l'ora di pranzo" dice controllando l'orario sul telefono.
"Perfetto! Andiamo a pranzo fuori con Niall allora dopo?".
Niall è il loro migliore amico, credo da sempre. Da quando si è trasferita qui all'età di quattro anni dall'Italia, la sua città natale. E bene sì, è italiana. Lui è due anni più grande di loro ed è super simpatico. Ogni volta la fa morire dalle risate. Ma è da un anno orami che lo vedono poco. È entrato a far parte della squadra inglese di calcio della serie A e si allena tantissimo. Quando non si allena gioca o è in trasferta. Questa settimana era andato a giocare in Germania, ma a quanto pare ora è tornato. Elena non ha più molto tempo per guardare le sue partite con il lavoro, ma quando può si vedono a casa di Ludovica per fare il tifo per lui.
"Ah quindi è tornato?" Domanda entusiasta.
"Si ieri " risponde felice la sua migliore amica.
" E allora si, cavolo. Andiamo a pranzo insieme. Quando mai ci ricapita" dice ridacchiando. Ludovica al suo fianco annuisce contenta.
L'ora di psicologia è passata più o meno in fretta. Adora quella materia, le piace da impazzire e anche la professoressa è brava. Ora sono sedute nelle ultime file a storia pronte per queste due ore intense di cultura. Anche questa è una materia che le piace, sino da piccola. Ludovica al suo fianco sbuffa reggendosi la testa con la mano. Elena ridacchia e le da una gomitata.
*A che ora esci oggi?* le scrive Elijah.
*Alle 14. Tu a che ora finisci il turno?*
*stacco alle otto di stasera*. Sbuffa leggendo l'ultimo messaggio.
*quindi non riusciamo a vederci nemmeno oggi?*
*purtroppo no. Mi dispiace amore*
* ok* risponde solo.
Lo sa che non dovrebbe prendersela con lui perché è il suo lavoro, ma cazzo ultimamente non riescono mai a vedersi. Non lo vede da una settimana cavolo e gli manca.
"Cos'è successo?" Le domanda Ludovica, notando la sua espressione.
"Nulla." Le risponde sbuffando.
"Anche oggi non vedrò Elijah" aggiunge seccata.
Ludovica sta per risponderle quando la vede spalancare leggermente gli occhi guardando dietro le sue spalle. Si gira anche lei per vedere il soggetto che ha destato interesse nella sua amica. Ridacchia avvistando il soggetto delle attenzioni della sua migliore amica: Liam Payne ha appena fatto il suo ingresso nell'aula e si sta dirigendo proprio verso di loro. Si gira giusto in tempo per vedere l'espressione terrorizzata di Ludo e trattine a stento una risata. La sua amica ha una cotta per lui da quando andava con loro alle superiori. Era il più popolare della scuola assieme al suo migliore amico, non che il famosissimo Zayn Malik. Lo odiava anche a quell'epoca. Non ha mai capito come Liam, uno studente modello e un bravissimo ragazzo potesse essere amico di una persona superficiale come Malik. Il classico stronzo che era stato mandato via a calci in culo dal liceo.
"Posso sedermi qui?".
Il soggetto delle sue attenzioni la riporta alla realtà bisbigliando visto che la lezione è già cominciata. All'inizio gli rivolge un occhiata incerta, perché lui dovrebbe frequentare l'ultimo anno, e questa è una lezione del secondo, ma a lei infondo cosa interessa? Perciò:
"Certo accomodati pure" si trova a rispondergli accennando anche un piccolo sorriso, che viene ricambiato dal castano non appena prende posto accanto a lei. Ludovica le da una gomitata agitata ed Elena le rivolge un occhiataccia. Che scema pensa poi ridendo internamente. Verso la fine della lezione lo sente sbuffare e imprecare.
"C'è qualcosa che non va?" Gli chiede.
"Odio questa materia. Non riesce ad entrarmi in testa per questo me la sono lasciata per ultima" sbotta lui portandosi le mani tra i capelli e facendola ridacchiare. Ora le è tutto più chiaro sul perché lui si trovi qui.
"Se vuoi posso darti una mano io. Sono brava in storia" si offre.
È un ragazzo gentile e di sicuro non gli negherà un aiuto.
"Lo faresti davvero?" Dice sorpreso.
"Cero" gli risponde dolce.
"Lei è bravissima in questa materia" si intromette Ludovica sporgendosi verso di loro col busto. Liam sorride.
"Non mi sono ancora presentato. Io sono..." la sua migliore amica non gli da il tempo di finire di parlare che
"Liam Payne. Lo sappiamo" lo precede.
Elena può vederlo sbarrare gli occhi e chiedersi come facciano a sapere chi sia. Si porta la mano sulla bocca per attutire la risata, che le è uscita spontanea, alla vista della sua espressione, mentre si alziano per uscire dalla stanza.
"Tranquillo non siamo delle stalker. Andavamo solo al liceo insieme" lo rassicura allora ridendo. Alla sua affermazione sembra sciogliersi e ride anche lui.
"Non ti ricordi di noi scommetto vero?" Aggiunge Ludovica.
"Eeeeehm" comincia a grattarsi la testa in imbarazzo.
"Non ti preoccupare" continua la sua amica ridendo della sua goffaggine.
"Io mi ricordo di te. All'epoca avevo una cotta stratosferica per te Liam" ammette con leggerezza.
E sia Elena che lui spalancano gli occhi sorpresi. Tutti e due per motivi diversi. Non si aspettava che glielo dicesse così, ma soprattutto lei aveva ancora una cotta per lui. Il povero ragazzo è praticamente sbiancato sul posto ed Elena gli scoppierebbe a ridere in faccia se solo poi non se ne pentisse. Ludovica invece non è così gentile infatti ride prima di aggiungere.
"Manon preoccuparti mi è passata ora"
"Ok " riesce poco dopo a rispondere un Liam sconvolto.
"Comunque io mi ricordo di voi. Eravate in seconda A se non sbaglio" ammette subito dopo.
E sia lei che Ludovica ne rimangono sorprese. Come è possibile che si ricordi di loro? Allora le aveva notate all'epoca.
"Davvero ti ricordi?" Chiedono insieme.
Lui ridacchia e annuisce.
"Vi vedevamo sempre alle assemblee e alle ricreazioni" ammette lasciandole sempre più sconvolte.
Erano davvero tanti in quella scuola, come era possibile che le avesse notate e poi perché parlava al plurale?
"Vi?" Domanda infatti Ludovica precedendola.
"Si. Io e Zayn" dice sorridendo.
Sempre quel nome. Ultimamente non fa che sentirlo, sembra quasi fatto apposta. Ma ora le è tutto più chiaro.
"Bene ci fa piacere" sorride Ludovica.
"Ora però dobbiamo andare a lezione. È stato un piacere Liam" esordisce Elena accennando un sorriso e prendendo la sua amica per un polso per trascinarla fuori. Stavano facendo tardi e Niall non amava aspettare.
"Ci vediamo a lezione di storia" aggiunge Ludovica per cercare di rimediare alla scortesia della sua amica.
"Certo. E grazie per la proposta" gli risponde agitando la mano in segno di saluto.
"Avevo una cotta per te è?" la scimmiotta Elena, imitando la voce della migliore amica una volta che sono sole nei corridoi.
"Ehi che c'è?! È vero" cerca di difendersi quella alzando le spalle.
"Ma smettila che non ci credi nemmeno tu" le dice ridendo e prendendola a spallate.
"È vero!" Ammette alla fine, anche lei unendosi alla sua risata. Ora gli mancavano solamente le due ore di statistica. La materia che più spaventa Elena. Era brava in tutto, ma mai in qualsiasi cosa riguardasse la matematica.
Finita la lezione, invece è più che soddisfatta. Per ora non è male. Ha capito tutto quello che l'insegnante ha spiegato anche perché la professoressa è brava e Ludovica è del suo stesso parere.
"Allora dove andiamo a mangiare? Sto morendo di fame" si lamento Elena toccandosi la pancia in maniera teatrale. Ludovica al suo fianco se la ride.
"Andiamo a mangiare al Mc va bene?" propone mentre saluta con la mano qualcuno. Elena intercetta la direzione dell'interesse della sua amica e saluta anche lei quello che scopre essere Liam che le stava salutando. Diventeranno proprio ottimi amici. Si ritrova a pensare Elena.
"Per me va bene. Basta che si mangia" risponde poi alla sua amica mentre tira fuori dalla borsa il suo pacchetto di sigarette.
Sta per accendersi una sigaretta quando si blocca sul posto guardando un punto preciso davanti a lei. Non ci può credere. Automaticamente sul viso le spunta un sorriso e riesce a mala pena ad udire Ludovica che sbuffa prima di cominciare a correre verso il cancello. Arrivata gli getta le braccia al collo mentre le sue gli avvolgono la vita.
"O mio dio che ci fai qui?" Domando incredula, gli occhi ancora leggermente spalancati dalla sorpresa.
"Pensavo che non ci saremmo visti nemmeno oggi" continua agitata muovendosi un po' nell'abbraccio. La sua risata non tarda ad arrivare alle orecchie di Elena che automaticamente sorride.
"Sorpresa!" Le risponde lui, sorridendole con quei suoi denti bianchissimi e sfiorando il suo naso con quello della ragazza.
Sorride anche lei di rimando alzandosi sulle punte per baciarlo. Lui ricambia il bacio stringendola per i fianchi e facendoglisi sempre più vicino.
"Andiamo a pranzo insieme?" Le propone una volta che si sono staccati accarezzandole una guancia. Il sorriso sul volto di Elena si spegne un pochino e comincia a passarsi una mano fra i capelli.
"In realtà stavo andando a pranzo con Ludovica e Niall, è tornato ieri dalla Germania. Ero convinta che non ci saremo visti" si affretta a spiegare per paura che il suo ragazzo si arrabbi. È l'ultima cosa che vuole.
"Ah ho capito" gli risponde Elijah allontanatosi leggermente e lasciando cadere le braccia lungo il corpo.
"Vuoi venire anche tu?"si affretta a chiedergli. Tanto Ludovica e Niall non faranno problemi. In realtà non avrebbe accettato un no come risposta. È praticamente un miracolo che lui sia qui e lei non vuole assolutamente che se ne vada.
"Se non sono di disturbo" gli risponde e lei si trattiene dal non rispondergli male. Odia quando si comporta così.
" Elijah è da una settimana che non ci vediamo. Pensai davvero che la tua presenza mi disturbi? Io voglio stare con te." Dice convinta.
"Tu vuoi stare con me?" Aggiunge poi guardandolo.
"Certo che voglio stare con te. Non sarei venuto qui sennò" afferma un po' brusco lui.
"Bene allora è deciso" sorride Elena prendendogli la mano e trascinandolo da Ludovica e Niall, che nel frattempo era arrivato.
"Viene anche Elijah con noi. Spero che non sia un problema" esordisce sorridente una volta raggiunti.
"Nessun problema. Almeno non sarò in minoranza" afferma Niall facendole ridere.
"Ciao Niall. Ciao Ludovica" li saluta cordiale Elijah. Saluto che viene ricambiato subito dopo dal biondo.
Elena lascia un attimo la mano al suo ragazzo per andare a salutare Niall. Lo abbraccia forte e gli bacia una guancia.
"Quanto mi sei mancato!" Afferma contenta di vederlo. Lui le sorride e le lascia un buffetto sulla guancia.
"Mi sei mancata anche tu peste" dice sorridendo.
"Ora però andiamo a mangiare che sto morendo di fame" aggiunge.
"Io vado in macchina con Elijah" fa sapere Elena ai suoi amici.
"Perfetto. Io vado con Niall. Ci vediamo al Mc vicino al parco" dice Ludovica. Tutti annuiscono e poi si separano. Per fortuna che il suo ragazzo aveva trovato parcheggio qui vicino.
"Posso guidare io?" Gli domanda con la mano sulla maniglia.
"Un altra volta piccola" le dice sfiorandogli un fianco per poi aggirare l'auto e salire al posto del guidatore.
Lei sbuffa buttando gli occhi al cielo ma poi lo imita salendo in macchina. Non la fa mai guidare. Appena, però il suo sedere tocca il sedile la mano del suo ragazzo è tra i suoi capelli che la spinge vicino al suo viso per baciarla. Sorride Elena mentre la lingua di Elijah chiede accesso per entrare nella sua bocca. Cosa che gli lascia fare subito visto che non vedeva l'ora la baciasse così. Poi le sue mani finiscono sul volto dell'amante mentre ricambia il bacio.
"Mi sei mancata da morire" ammette lui ansimando, mordendole in seguito il labbro inferiore.
"Mi sei mancato anche tu" ammette lei baciandogli la mascella.
"Ti prenderei qui se non fossimo davanti alla tua università" le confessa a bassa voce chiudendo gli occhi e poggiando la sua fronte sulla sua. Ad Elena vengono i brividi dopo quell'affermazione e si morde il labbro perché cazzo, se non vorrebbe davvero che lui lo prendessi qui ora. È da troppo che non fanno sesso.
"Ed io te lo lascerei fare" gli confessa seria guardandolo negli occhi , appena i suoi si riaprono e la fissano. Lui spalanca leggermente la bocca, gli occhi che ardono di desiderio dopo la confessione della sua ragazza.
"È meglio andare" sussurra poco dopo, agitato lasciandole un bacio sulle labbra. Deve cercare di darsi una calmata. Ma immaginarsi lui che spinge in lei è i suoi gemiti di piacere sicuramente non aiuta.
Elena ridacchia annuendo e si appoggio al sedile. Il suo ragazzo mette in moto e dopo di che la sua mano destra finisce, come sempre, sul ginocchio di lei. Elena sa che è un gesto banale ma per lei significa molto.
"Come è andata all'università?" Le chiede mentre il suo sguardo non lascia la strada.
"Bene. Ho avuto solo tre lezioni tra qui statistica"
"E come è andata?"
"Bene, ad essere onesti. Pensavo peggio" risponde ridacchiando.
"Bene" gli sorride voltandosi per un secondo a guardarla.
"Tu come mai non sei a lavoro?" Gli domanda lei poggiando la mano su quella di lui e cominciando a giocare con le sue dita.
"Attacco il pomeriggio. Staccherò tardi stasera" risponde sospirando.
"Vuoi venire a dormire da me?" Le propone poi, come se quest'idea gli fosse venuta in mente ora. Sorride e parcheggia la macchina non lontano dalla loro meta, mentre aspetta una risposta.
"Devo chiederlo a Klaus prima" sospira stanca. Nonostante lei ed Elijah stiano insieme da tre anni e nonostante lui è suo fratello siano migliori amici, per Klaus è ancora un problema quando deve andare a dormire da lui. Si ricorda ancora quando suo fratello ha scoperto la loro relazione e per poco non picchiava Elijah. Non poteva credere che la sua sorellina stesse con il suo amico. Lo vedeva come un tradimento da parte di Elijah. Non parliamo poi di quando ha scoperto che sono stati a letto insieme. Li voleva proprio ucciderlo. Ancora oggi gli da fastidio, è geloso, perché immagina quello che fanno, ma non lo da a vedere.
"Ci parlo io con Klaus. Non ti preoccupare " la rassicura prendendole la mano e baciandogliela mentre si avviano al Mc. Ludovica e Niall li aspettano seduti ai tavolini di fuori, così una volta raggiunti ordinano subito.
"Allora Niall come te la stai passando?" Gli domanda Elena mentre addenta il suo panino.
"Bene" risponde il diretto interessato con tutto il cibo in bocca facendola ridacchiare.
"Berlino è una città bellissima" dice entusiasta una volta finito di masticare il suo boccone.
"Beato te che hai la possibilità di viaggiare e vedere posti nuovi" dice la sua amica sospirando e appoggiando la testa sulla sua spalla. Niall sembra illuminarsi e batte una mano sul tavolo facendoli spaventare. Elijah lo guarda con un sopracciglio alzato mentre beve la sua birra. Ed Elena non può non pensare, guardandolo che sia un uomo bellissimo. All'inizio nemmeno i suoi amici erano d'accordo sulla loro relazione. Sempre perché lui è otto anni più grande di lei. Come se l'età contasse tutto. Ha ovviamente interessi diversi dai suoi. Progetta di avere una famiglia e di sposarsi, come è giusto che sia per una persona di quell età. Ha già un lavoro buono. Mentre lei sta studiando per diventare una psicologa e deve ancora costruirsi un futuro. Ma ci sta lavorando. Nonostante tutto però si trovano bene. Lui la capisce e non le mette fretta. Cerca in tutti i modi di prendersi cura di lei e di non farle mancare niente. Così sorride guardandolo e gli lascia un bacetto sulla spalla facendolo sorridere.
"Perché non venite con me alla prossima trasferta?" Domanda tutto eccitato il biondo rendendoli partecipi della sua idea.
"Magari"
"Sarebbe bellissimo" dicono insieme lei e Ludovica scoppiando poi a ridere per il tempismo.
"Non sono mai stata da nessuna parte" continua Elena sospirando.
Ha sempre avuto il desiderio di viaggiare da un posto a un altro ma non ne ha mai avuto la possibilità.
"Beh perché no" controbatte il biondo. "Vedremo Niall vedremo" risponde lei sospirando.
"Ho visto la tua partita lo scorso mercoledì Niall" esordisce il suo ragazzo e poco dopo si lancia insieme al biondo su una conversazione incentrata pienamente sul calcio.
Elena e Ludovica si estraniano da tale argomento e chiacchierano per i fatti loro. "Allora quando è che hai l'appuntamento per il tatuaggio?" Le chiede all'improvviso portandola a spalancare gli occhi. Merda merda! Non l'ha ancora detto ad Elijah. Spera solo che non abbia sentito. Ma le sue speranze vanno in fumo quando lo vede girarsi nella sua direzione e puntare gli occhi nei suoi.
Cazzo.
"Quindi hai intenzione di farti un altro di quei cosi?" Le domanda già irritato alzando un sopracciglio.
Che non gli piacessero non era un segreto ma credeva che ormai non ne facesse più un problema.
"Prima di tutto si dice tatuaggi e non cosi. Secondo non credevo di doverti chiedere il permesso" gli risponde scocciata.
"Non devi infatti. Ma vorrei almeno che me lo dicessi" ribadisce piccato.
"Avevo intenzione di dirtelo infatti" controbatte.
"Quando? Una volta fatto?" Sbotta arrabbiato.
"E anche se fosse? Non dovrebbe riguardarti" insiste lei.
Ludovica e Niall vicino a loro fanno finta di niente ma si vede che sono a disagio. E le dispiace che questa discussione, la millesima tra le tante cose, avvenga proprio sotto ai loro occhi.
Elijah alla sua affermazione si gira di scatto dalla sua parte. Ora sono faccia a faccia.
"Quindi mi stai dicendo che quello che fai non dovrebbe riguardarmi?" domanda fulminandola con gli occhi e stringendo i pugni.
"Esatto" risponde lei sostenendo il suo sguardo. Non ha intenzione di dargliela vinta.
"Ah quindi se decidessi, che ne so, di drogarti io dovrei stare fermo a guardare perché secondo te non mi riguarda?! Ma ti rendi conto di quello che dici a volte?!" cerca di mantenere un tono calmo, il suo ragazzo ma non sa per quanto riuscirà a controllarsi.
Vorrebbe solo gridarle contro. E Elena pensa che ora stia proprio esagerando e vorrebbe tanto che il terreno la risucchiasse in questo momento. Guarda i suoi amici un'istante per scusarsi di tutto questo e poi torna a concentrarsi su Elijah.
"Ma che cazzo di esempi fai! Questa è un altra cosa. Non puoi paragonare quello a un tatuaggio!" Dice seriamente sconvolta.
"E allora non dirmi che quello che fai non mi deve riguardare cazzo!" Sbotta battendo un pugno sul tavolo, che fa sussultare tutti i presenti.
Ok quando Elijah comincia a dire parolacce non è mai un buon segno, ma questo non le impedisce di tenere il punto. Sospira abbassando per un attimo gli occhi stanca, prima di rialzarli e puntare lo sguardo nel suo.
"Abbiamo fatto questo discorso ormai cento volte Elijah e la risposta non cambia. Ci sta che non ti piacciano ma il corpo è il mio e ci faccio quello che voglio" gli dice orami stanca.
"Vedi che non capisci! Sei proprio una bambina quando fai questi ragionamenti del cazzo. Non è per il tatuaggio in se. È per il fatto che tu non me l'abbia detto" Risponde furioso, frustrato perché lei non capisce quale sia il vero problema. Lui vorrebbe solo che lei lo rendesse più partecipe nella sua vita. Elena dal canto suo, si mordo il labbro per non gridare come una matta. La fa incazzare quando lui le da della bambina.
"Ti ho detto che te l'avrei detto cazzo!" Dice alzando la voce anche lei.
"Credo che sia meglio andare ora" continua poi a denti stretti mentre si alza dal tavolo. Non le sembra il caso di continuare la discussione in pubblico. Non lo guarda nemmeno. Ludovica e Niall si alzano assieme a lei e le sono subito a fianco.
"Mi dispiace. Non lo avrei detto se avessi saputo..." comincia l'amica ma Elena la interrompe subito.
"Non è colpa tua ok?" La rassicura regalandole un sorriso. Tanto avrebbero comunque litigato una volta che il suo ragazzo l'avesse scoperto.
Elijah dietro di loro non dice nulla ma può sentire il suo sguardo su di lei. Se pensa che la cosa sia finita lì si sbaglia di grosso. I suoi amici l' accompagnano sino all'auto e poi l'abbracciano.
"Grazie ragazzi"
"Chiamaci dopo mi raccomando" le dice Niall baciandole la guancia.
" lo farò".
Li saluta entrambi per poi sorpassare la macchina.
"Dove stai andando?" La richiama Elijah.
"A casa" risponde non voltandosi nemmeno a guardarlo.
"Sali in macchina per favore. Non fare la bambina".
Un'altra volta quella parola. Allora lo fa apposta. Si gira di scatto furiosa e:
"Per la cronaca devo per caso ricordarti che questa bambina l'hai scelta tu?" Dice gridandosi e indicandosi.
"Se vuoi una altra persona più matura, una donna, prenditela allora! Mi sono stancata di sentirmi dare della bambina ogni volta che lo vuoi" grida esasperata.
"Ma lo sei quando fai così!" Continua imperterrito.
"Vaffanculo Elijah!" Dice prima di voltarsi e incamminarsi verso la fermata dell'autobus più vicina. Non lo sopporta quando fa così. Sembra che ci provi gusto a farla incazzare.
"Ti vuoi fermare per favore?" Le dice rincorrendola e bloccandola per un polso.
"Va al diavolo!" Sibila furente guardandolo e strattonando il braccio per liberarsi dalla sua presa.
"Dai per favore, sali. Lascia almeno che ti accompagni a casa" insiste.
Sbuffa. Lo conosce abbastanza da sapere che avrebbe continuato a insistere finché non fosse salita. E lei, in quel momento voleva solo andare a casa e non vederlo più. Così alla fine sospira alzando gli occhi al cielo. Non dice niente, lo supera cominciando ad avviarsi verso la macchina. Lui la segue rimanendo indietro. Una volta arrivata apre la portiera e si siede.
"Lo faccio solo perché non ho voglia di tornare a casa con i mezzi" puntualizza non appena lui prende posto accanto a lei.
Elijah annuisce e dopo di che mette in moto l'auto. Il tragitto dal Mc sino a casa lo passano in totale silenzio. Semplicemente lei guarda fuori dal finestrino e lui guida. La mano di lui non sfiora nemmeno per sbaglio la sua gamba. La tensione è palpabile nell'aria. In macchina solo la radio ha spezzare quel silenzio. Quando accosta sotto casa di Elena l'unica cosa che lei fa è aprire lo sportello per scendere e sbatterlo subito dopo. Non lo ringrazia e nemmeno si volto a guardarlo. Se ne va solamente in casa. Se questa giornata era cominciata bene ora si è conclusa nel peggiore dei modi. Non si vedevano da una settimana e pensava che sarebbero finiti a rotolarsi nelle lenzuola, e invece l'unica cosa che è successa è un litigio del cavolo.
"Sono a casaaaaa" grida una volta dentro, gettando la borsa per terra. Dalla cucina spunta Klaus che corre verso di lei gridando. "Finalmente! Mi sei mancata".
Subito le è di fronte e la stritola in un abbraccio scoppiando a ridere. La sua allegria contagia anche Elena che così si unisce al suono della sua risata. Lasciandosi stritolare.
"A cosa devo questa allegria?" Domanda poi al fratello ridacchiando e scompigliandogli i capelli.
"Così. Devo essermi svegliato di buon umore" risponde questo, alzando le spalle con quella faccetta carina.
"Merito della mia colazione" si pavoneggia lei.
"Può essere" risponde divertito baciandole una guancia, dando la possibilità ad Elena di sentire l'odore del suo profumo.
"Devi uscire?" Chiede allora alzando un sopracciglio sospettosa.
"Si, ma tornerò per cena" la rassicura.
Klaus che esce il pomeriggio? E che è successo. Non può crederci. Da quando i loro genitori se ne sono andati l'ha visto sempre e solo lavorare. Raramente usciva. Ultimamente faceva addirittura viaggi di lavoro.
"E dove vai?" domanda indagatoria avvicinandosi a lui e cominciando a prenderlo a gomitate. Lui ride.
"Smettila Idiota" la spinge lui leggermente.
"Devo vedere un cliente " continua poi rispondendo alla sua domanda, passandosi una mano in quei capelli ricci.
"Ma oggi avevi il giorno libero" gli ricorda leggermente infastidita. Questa gente ha proprio la faccia tosta. I loro problemi del cazzo non possono aspettare nemmeno un giorno?!
"È una cosa urgente" dice serio.
Lei sbuffa alzando, per la millesima volta oggi, gli occhi al cielo. Quando mai qualcosa non è urgente. Ormai non passa nemmeno più tanto tempo con lei. E l'unico giorno che avevano a disposizione glielo ha fregato uno stronzo di merda con i suoi problemi del cazzo.
"Come sempre" risponde acida allontanandosi e buttandosi sul divano.
"Dai non fare così. Ti ho detto che sarò di ritorno per cena. Così stiamo insieme" tenta il fratello per cercare di rimediare.
"Beh può essere che non ci sia io" sibila non prestandogli la minima intenzione, accendendo la tv. Con la coda dell'occhio lo vede aprire la bocca, come se volesse controbattere, ma alla fine non dice nulla. Bisbiglia solo qualcosa per poi andare verso la porta che si chiude poco dopo alle sue spalle. Non è arrabbiata con lui perché lavora, ci mancherebbe pure. È arrabbiata perché è il suo giorno libero e potevano passarlo insieme, sul divano a guardasi un film mangiando della pizza come ai vecchi tempi, e invece suo fratello non sa mai dire di no alle persone che non si fanno problemi a contattarlo anche quando non è in servizio. E così lei passa in secondo piano, come sempre. Oggi non è la sua giornata. Inoltre una parte di lei è convinta che stia mentendo. Perché indossare il suo profumo buono solo per vedersi con un cliente? Ma Klaus non le mentirebbe mai. Per ammazzare il tempo decide di sistemare la casa che è in pessime condizioni. Non ci sono quasi mai qui dentro e per questo non la puliscono spesso. Accende l'impianto stereo e la musica si diffonde ad alto volume in tutto l'abitacolo. Se deve pulire questa casa enorme le serve un po' di musica. Fanculo i vicini. Nel mentre improvvisa dei passi di danza e si ricorda che domani ha lezione. Fa danza classica da quando ha sette anni. L'ha costretta sua madre, ma alla fine se ne è innamorata. Ormai fa parte di lei. Purtroppo questo è l'ultimo anno. Con l'università e il lavoro non può più continuare, non c'è la fa con gli studi. Ma infondo lasciare non le dispiace così tanto. Non è il lavoro che vuole fare nella sua vita. Sarà sempre una parte di lei, ma adesso è arrivato il momento di abbandonarla e di concentrarsi sul suo futuro. Quando ha finito se ne va in camera pronta per un bel bagno rigenerante. Dopo le fatiche ci sta sempre un po' di relax . Di solito non fa mai la vasca ma oggi ne ha proprio bisogno. Aspetta che si riempia e poi dopo essermi tolta i vesti si immerge nell'acqua calda. Tira un sospiro di sollievo e poggia la testa sul marmo chiudendo gli occhi. Le ci voleva proprio. Decide di uscire solo quando la pelle delle mani le si raggrinzisce. Starebbe le ore in acqua. Si avvolge un asciugamano attorno al corpo e dopo essersi asciugata si infila il suo amato pigiama. Si butta sul letto afferrando il telefono e controlla se Elijah l'ha cercata. Ma niente. C'era da aspettarselo. Mai una volta che mettesse da parte quel fottuto orgoglio e si accorgesse di aver torto. È sempre lei quella che deve fare il primo passo. Questa volta col cavolo. Si è stancata, le cose devono cambiare. Sente il rumore della porta di casa che si chiude e ne deduce che Klaus sia tornato. Subito dopo infatti lo sente gridare.
"Che odore di pulito. Hai pulito casa?". Vorrebbe tanto non rispondergli e chiudersi in camera. Ma non ha due anni, quindi dopo aver sbuffato e alzato gli occhi al cielo, scende dal letto e si affaccia dalle scale.
"Si" risponde solo poggiandosi sul corrimano. Lo vede subito dopo affacciarsi dalla cucina con un cartone di pizza in mano e un sorriso smagliante.
"Mi sono fermato a prendere la pizza. Così possiamo fare una delle nostre famose serate" dice e se possibile il sorriso gli si allarga ancora di più.
Si mordo il labbro per reprimere il sorriso che sta per formarsi sulla sua di bocca. Si è ricordato delle loro serate.
"Umm interessante. E pensi che questo basti per farti perdonare?" dice mantenendo un tono di voce neutro.
"Dai scema scendi sennò le pizze si freddano. Lo so che stai reprimendo un sorriso" dice furbo prima di scomparire in cucina.
Lei sbuffa e si lascia scappare quel maledetto sorriso. La conosce troppo bene quel figlio di puttana. Quando entra in cucina lui è già seduto a tavola e la pizza è già nei piatti. Ha preso anche la sua pizza preferita. Maledetto. Ora la guarda sorridendo trionfante.
"Sono scesa solo per la pizza" gli dice per cercare di fargli sparire quella faccia da sberle. Ma quello che ottiene è solo una risata e un:
"Si certo".
"Ti odio" commenta alzando gli occhi al cielo e addentando un pezzo di pizza.
"Sei una pessima bugiarda. Lo so che in realtà mi vuoi bene" la smaschera lui ridacchiando.
"Convinto tu" risponde lei facendo una smorfia con la bocca piena.
Il fratello stende le labbra in un piccolo sorriso prima di fare il giro del tavolo e stritolarla tra le sue braccia.
" Klaus! dai levati" gli dice cercando di spingerlo via, cosa che gli risulta difficile visto che è più forte di lei. In risposta ottiene solo dei morsi sulla sua spalla che la fanno dimenare tra le sue braccia ancora di più.
"E dai smettila" ripete poco convinta ridendo. Non c'è la fa più a trattenersi dannazione.
"La smetterò solo quando ammetterai che mi vuoi bene" dice ridendo anche lui è leccandogli la faccia. Ok basta questo è troppo. "Klauuuuuus!" Grida
"Che schifo" aggiunge dandogli un pugno sul petto.
Lui ride ancora di più se possibile. Lo trucida con lo sguardo mentre si pulisce la guancia, disgustata, con una mano.
"Allora?" Dice alzando un sopracciglio.
"Fanculo. Hai vinto" ammette sbuffando.
"Ancora non sento niente" la incalza sbruffone tendendo un orecchio.
"Ti voglio bene" ammette digrignando i denti.
"Ne ero sicuro" sorride sodisfatto baciandole la guancia.
"Ora possiamo continuare a mangiare" continua poi tornando al suo posto.
Il resto della serata lo passano sdraiati sul divano con una ciotola di pop-corn a vedersi un film.

Come un uraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora