Si rigira fra le coperte infastidita dalla luce tenue che filtra dalle tapparelle e quando con la mano sfiora il posto dove dovrebbe esserci Elijah si infastidisce.
È vuoto.
Se il suo ragazzo non l'ha svegliata, non gli importa le giustificazioni che tirerà fuori, si arrabbierà sul serio. Lo aveva pregato ieri sera di svegliarla.
Apre gli occhi e gli ci vuole un po' per mettere a fuoco la stanza e svegliarsi del tutto. Ma non ha bisogno di guardarsi attorno perché Elijah è proprio lì davanti al suo letto intento ad allacciarsi i bottoni della camicia. Quando si accorge di lei gli regala un sorriso.
"Buongiorno" gli dice dolce e felice.
Elena si allunga sul letto poggiando la guancia sul cuscino di lui. Sbuffa.
"Ti avevo chiesto di svegliarmi" dice leggermente infastidita mentre lo guarda.
"Infatti ti avrei svegliato una volta sistemato" gli risponde cercando di non alterarsi, perché non vuole affrontare una discussione di prima mattina. Voleva solo lasciarla dormire il più tempo possibile.
"Che ore sono?" Gli domanda allora Elena, sorvolando.
Si mette a sedere e si stiracchia gli arti, legandosi subito dopo i capelli in una cipolla disordinata.
"Quasi le sette.Abbiamo tempo per fare colazione insieme" risponde mentre si riabbottona il pantalone.
Non è prestissimo, ma anche se arriverà qualche minuto in ritardo a lavoro non gli interessa.
"Ok io allora vado...vado a mettermi qualcosa al volo" dice Elena agitata guardandosi attorno.
Non può fare tardi, deve vedersi con Ludovica e Liam un ora prima all'bar dell'università per dare una mano a quest ultimo, e non ha intenzione di rinunciare alla sua corsa giornaliera, visto che il pomeriggio lo passerà al locale.
"Tu vestiti. Io vado a preparare la colazione intanto" propone il suo ragazzo pizzicandogli un fianco, quando gli passa accanto per andare a recuperare la sua tenuta da corsa.
Mugugna toccandosi la parte di pelle pizzicata.
"Mi sembra un ottima idea" gli fa sapere poi girandosi a fargli l'occhiolino mentre si sfila la maglietta di dosso.
Ed Elijah vorrebbe tanto avvicinarglisi e portarla a letto, ma si costringe a voltarsi ed ad uscire perché, cazzo, non può proprio permettersi di soffermarsi anche solo a pensarsi dentro di lei mentre la fa sua. Deve darsi una mossa o farà ulteriormente tardi. Scuote la testa intimandosi di pensare ad altro e non fa niente se nel preparare la colazione si fa male più volte, perché troppo distratto ad immaginarsi Elena nuda sotto di lui.
Dal canto suo Elena finisce presto di preparasi. D'altronde deve solo andare a correre per cui si è messa un top sportivo abbinato a dei leggings. Si è lavata i denti e dopo essersi sistemata come si deve i capelli, raggiunge il suo ragazzo in cucina. Lo trova seduto ad aspettarla con il caffè già pronto e un pacco di biscotti. Un classico. Prima di sedersi gli si avvicina alzandogli il mento con la mano per lasciargli un casto bacio sulle labbra. Lui gli stringe le mani sui fianchi scoperti e si allunga ancora un po' verso di lei pressando ulteriormente le labbra sulle sue.
"Buongiorno" lo saluta poi, una volta che si allontana leggermente da lui.
Prima non è stata molto gentile e un po' gli dispiace. Gli accarezza velocemente la guancia ruvida per via della barba e poi va a sedersi difronte a lui. Non sa perché, ma crede di preferirlo senza barba. Non è che lo invecchi, è solo che lo fa apparire sciupato, trasandato. E questo non si addice proprio alla sua immagine da colto medico. Si distrae dai suoi pensieri solo quando lo sente imprecare.
"Cazzo" seguito dal rumore della sedia che struscia sul pavimento.
"Io...si è fatto tardi. E devo davvero andare" si affretta a spiegare già in piedi mentre finisce alla svelta di bere il suo caffè.
Non ha nemmeno toccato cibo, ma a dire la verità nemmeno lei ha fame. Così si alza e sfila la tazza dalle mani del suo ragazzo.
"Lascia faccio io" dice comprensiva, riferendosi al sistemare tutto.
La cucina è un disastro. Stasera torna anche Klaus e deve assolutamente sistemarla. Ma ci penserà quando sarà tornata a casa dall'università. Ora non ha proprio tempo, ne voglia.
" Grazie" dice allora Elijah sospirando e passandosi una mano tra i capelli stanco e stressato.
A volte vorrebbe proprio non avere sempre così tante cose da fare. Ma in ospedale hanno bisogno di lui. "
Grazie a te di essere stato qui in questi giorni" gli risponde lei sorridente poggiando la tazza nel lavandino e guardandolo avviarsi alla porta.
Prima di seguirlo controlla di aver preso il cellulare e le chiavi. Quando si accerta di avere tutto lo raggiunge sul patio chiudendosi la porta alle spalle.
"Buon lavoro" dice girandosi a guardarlo dopo aver chiuso a chiave casa.
Lui le si avvicina chinandosi a baciarla sulle labbra e lei ricambia alzandosi in punta di piedi e posandogli le mani sulle spalle.
"Ti chiamo appena ho un minuti libero" le promette dandole un buffetto sulla guancia che la fa sbuffare come una bambina.
"Spero di poterti rispondere" gli dice allora divertita.
"Lo spero anche io" risponde lui stando al suo gioco.
"Buona corsa allora" Continua tirandole la coda di cavallo, costringendola così a tirare indietro la testa. Ne approfitta per lasciarle un altro bacio sulle labbra e uno sul naso prima di allontanarsi.
"Ciao amore" la saluta poi con la mano alzata e già le chiavi in mano.
Lei sorride e ricambia il saluto a sua volta con la mano, aspettando che salga in auto e che parta. Quando non riesce più a vedere la sua bmw nera comincia a correre. Direzione parco, come al solito.
Dopo un ora di corsa estenuante torna a casa. Puzza ed è sudata. Ha bisognò assolutamente di una doccia. Così butta le chiavi e il cellulare sul divano e corre al piano di sopra. A più o meno mezz'ora di tempo prima che Ludovica la passi a prendere. E non è abbastanza per una donna, ma lei cercherà di farseli bastare. Si insapona velocemente il corpo e poi sbuffa. Non ha nemmeno tempo di lavarsi i capelli. Chiude gli occhi concedendosi un momento di relax mentre l'acqua calda gli scivola addosso. In questi ultimi due giorni è stata davvero bene con Elijah. Si è sentita amata e considerata, come non le succedeva da un po'.
Nell'ultimo periodo il loro rapporto si è come freddato, non si vedono quasi mai e si sentono quando possono. Questi due giorni sono stati come un tocca sana per la loro relazione. E ora si domanda quando si sarebbero rivisti. Non è che si lamentasse, solo che gli sarebbe piaciuto passare più tempo con lui, sentirlo più presente nella sua vita. Ma capiva che aveva degli impegni lavorati e non voleva dargli ulteriori preoccupazioni.
Ultimamente anche Klaus la trascura molto. È sempre impegnato nel suo lavoro, anche più del dovuto e lei comincia a pensare che gli nasconda qualcosa. Perché andiamo, è impossibile che lavori così tanto. Ma loro si dicono sempre tutto quindi magari è solo lei che è diventata paranoica. Non vede l'ora di riabbracciarlo stasera quando tornerà a casa. Sorride al pensiero ed esce dalla doccia avvolgendosi con l'asciugamano, precipitandosi poi all'armadio per tirare fuori qualcosa di decente da mettere. Butta una sguardo fuori dalla finestra per controllare il tempo, e c'è ancora il sole come poco fa. Per cui decide di mettersi un jeans a vita alta, e una canottiera bianca. I capelli li sistema in una cipolla un po' disordinata e ai piedi mette le sue amata vans nere alte. Un regalo del fratello. Prende anche il giacchetto di jeans e la borsa contenente i libri per l'università e scende di sotto attendendo un messaggio della sua migliore amica, che l'avvisa di essere arrivata. Messaggio che non tarda ad arrivare e infatti quando esce la trova ad aspettarla nella sua Smart grigia. Ha sempre odiato quel tipo di macchina. Per lei è troppo piccola. Insomma se dovesse uscire per una serata con delle amiche avrebbe posto solo per una persona e in più il bagagliaio è minuscolo.
Sorride a Ludovica mentre sale a bordo, allungandosi per lanciare la borsa di dietro.
"Liam ci aspetta al bar di fronte all'università" le fa sapere l'amica, nascondendo un sorriso.
Ma Elena lo sa che non vede l'ora di vederlo.
"E allora andiamo no" la incita divertita guardandola.
Ludovica alza gli occhi al cielo sbuffando.
"Smettila di guardarmi così Idiota" la riprende scherzosa.
"Così come?" risponde facendo la finta ingenua Elena.
La sua migliore amica la manda poco delicatamente a fanculo, prima di partire.
"Allora con Elijah come è andata?" gli domanda.
"È andata benissimo. Siamo stati davvero bene Ludo, come non stavamo da tempo. Lui è stato così carino, così premuroso" dice sospirando.
"E allora cosa c'è che non va?" le chiede l'amica, che dal suo tono ha capito che c'è qualcosa che la turba.
Prende un respiro e poi vuota il sacco.
"È solo che adesso non so quando ci rivedremo. E davvero io lo so che lui lavora, che entrambi siamo impegnati. Ma io non ce la faccio più a vederlo raramente" risponde agitata.
"Glielo hai detto questo?"
"No. Non voglio dargli ulteriori problemi".
E non sa davvero che fare. Perché forse dovrebbe veramente parlarci, se vuole che il loro rapporto torni come prima. Ma allo stesso tempo non vuole.
"Io credo che dovrebbe saperlo Elena. Dagli la possibilità di provare ad essere più presente" le consiglia l'amica, una volta trovato parcheggio, regalandole un sorriso.
"Lo so" sospira.
Sembra proprio che dovranno parlare, appena avranno tempo.
"Dai ora andiamo dal tuo boy" la prende in giro poi uscendo dalla macchina.
"Non è il mio boy" dice stizzita imitandola sull'ultima parola.
"Ma smettila che ti piace ancora" gli dice dandogli una spallata amichevole.
"E anche se fosse? A lui tanto non piaccio" afferma sconsolata, aggiustandosi la maglietta e passandosi una mano tra i capelli ricci.
Lei sbuffa ma decide di lasciarla perdere. Quando la sua amica si mette in testa una cosa è inutile anche starci a parlare. Il bar quella mattina non è particolarmente affollato. Si guardano intorno e sorridono entrambe nel notare il loro solito posto, vicino alla vetrata che da sulla stradina, libero. Si affrettano subito a sedersi prima che qualcuno le batta sul tempo e gli soffi il posto.
"Cosa prendi?" chiede Ludovica mentre dà un occhiata al menù.
Stamattina non ha fatto colazione e ora sta morendo di fame.
Dal canto suo Elena la guarda combattuta se prendere qualcosa da mangiare oppure no. Ha già fatto colazione questa mattina, anche se non ha toccato poi tanto cibo. Ma dopo la corsa un po' di fame la ha. Tuttavia non può permettersi di ingrassare, altrimenti la sua insegnate di danza la ammazzerà. Il suo costume è già stato fatto su misura.
"Credo che prenderò solo un caffè" le risponde poggiando il menu sul tavolo.
La sua migliore amica la guarda con un sopracciglio alzato chiedendole spiegazioni.
"Ho già fatto colazione con Elijah stamattina" si spiega portandosi un ciuffo di capelli sfuggito dalla cipolla dietro l'orecchio e guardando fuori dalla finestra.
Londra gli è sempre piaciuta. Se si esclude il tempo.
"Non ti farà di certo male se prendi un cornetto. Sei così magra Elena" le fa notare l'amica, preoccupata.
Ed è vero. Ultimamente lo ha notato anche lei. Ha perso qualche kilo rispetto a qualche tempo fa. Forse per lo stress o per le troppe cose da fare. Ma non le sembra una cosa tanto grave, infondo è sempre stata di costituzione piccola, sin da bambina.
"Guarda che mangio. Lo sai anche tu, quanto mi piaccia farlo...è solo che, non so come, ma non ingrasso" risponde stizzita con un alzata di spalle.
Ed è vero. Di certo non le manca l'appetito. Non è mai stata a dieta in vita sua e non si è mai privata di nulla. Se voleva mangiare qualcosa la mangiava. Anzi a dirla tutta mangia come se non ci fosse un domani, ma brucia tutto tra lezioni di danza, corsa e lavoro. Non sta un attimo ferma e questo l'aiuta a bruciare prima, tutto quello che mangia. È l'unica spiegazione plausibile.
Ludovica vorrebbe tanto ribattere, ma è costretta a rimandare il battibecco perché dalla porta del locale, è appena entrato Liam. Bello come il sole. È la prima cosa che pensa. Quest'ultimo sorride appena le individua e con disinvoltura raggiunge il loro tavolo.
"Buongiorno. Scusate per il ritardo" le saluta cordiale, sedendosi fra di loro.
"Non preoccuparti. Siamo appena arrivate anche noi" lo rassicura Ludovica guardandolo, mentre si sistema i capelli agitata.
Ed Elena nella mente la prende in giro, perché andiamo! Se fosse arrivata lei in ritardo l'amica l'avrebbe ammazzata. Lei che ama essere puntuale. Si vede proprio che ha ancora una cotta per Liam.
"Ciao Liam" lo saluta semplicemente lei.
"Avete già ordinato?" si informa il ragazzo mentre si sfila la giacchia, sistemandola in seguito dietro la sua sedia.
"Veramente no. Ma stavamo per farlo" gli risponde Elena passandogli il menù.
"Bene. Prendete quello che volete. Offro io" fa sapere Liam deciso. E non ammette obiezioni. Queste ragazze gli stanno dando una mano.
"Ma no"
"Non c'è ne è bisogno" dicono, subito, entrambe.
"Per favore. Siete state già così gentili ad offrirvi di aiutarmi. È il minimo" si spiega lui dolce guardandole, soffermandosi un po' di più su Ludovica. Che sentendosi osservata arrossisce.
Elena guarda la scena colpita, e felice allo stesso tempo perché forse la sua migliore amica non gli è così indifferente come invece crede.
Liam con un gesto della mano chiama una cameriera, che non tarda ad arrivare per prendere le loro ordinazioni. E lei non ha nemmeno il tempo di parlare, per ordinare ciò che vuole, che la sua amica la batte sul tempo ordinando anche per lei un caffè e una fetta di torta al cioccolato. Senza farsi notare da Liam la guarda fulminandola con lo sguardo. E Ludovica in segno di difesa alza le spalle e ridacchia. Perché è riuscita ad incastrarla. Così Elena, indispettita le da un calcetto sulla gamba, che la fa agitare sulla sedia e mugolare per il dolore.
"È successo qualcosa?" chiede un Liam preoccupato, avendola sentita, volgendo lo sguardo sulla sua migliore amica.
"No no. Non ti preoccupare" risponde Ludovica imbarazzata.
Elena dal suo posto se la ride. Così si impara ad incastrarla. E si deve mordere il labbro, per non scoppiare a ridere quando la sua migliore amica, facendo attenzione che il ragazzo non la noti, le mima con le labbra:
"Questa me la paghi".
Liam che si sente leggermente fuori posto, notando la complicità delle due amiche, decide di rompere il silenzio.
"Allora vi va se cominciamo?" propone cominciando a tirare fuori i suoi libri.
"Ottima idea. Abbiamo solo un'ora prima dell inizio delle lezioni" dice Elena.
"Facci vedere dove sei arrivato" continua Ludovica, avvicinandosi con la sedia vicino a lui.
Intelligente l'amica.
Pensa Elena. Che non perde occasione per far capire all'amica che appoggia la sua mossa. Liam si volta rivolgendole un timido sorriso e Ludovica si sente quasi morire. Gli ha appena sorriso.
"Sono arrivato esattamente qui" indica Liam ad entrambe.
"Ho ripassato anche la parte indietro. Per non perdere tempo" aggiunge con una nota di orgoglio nella voce.
"Bene. Direi che è perfetto" commenta Elena battendo le mani.
Liam è un ottimo studente, si impegna molto in quello che fa. Questo lo ha capito subito dal suo atteggiamento. Ma in realtà lo sapeva già dalle superiori.
"Direi che possiamo cominciare da qui" continua poi indicandogli l'inizio del quarto capitolo.
Hanno ancora molto da fare, ma possono farcela. Possono aiutarlo e lo faranno. Liam è una brava persona ed Elena è contenta di poter fare qualcosa per lui.
" Iniziamo" esordisce Ludovica.
Un ora dopo e qualche piatto vuoto, hanno finito, per oggi. Sono arrivati alla fine del sesto capitolo, sottolineando e riscrivendo su un foglio tutti i passaggi, le date più importanti. Alla fine Elena si è anche mangiata tutta la torta.
" Grazie. Credo di aver capito tutto" dice Liam entusiasta sorridendo con tutto il viso e facendo ridere le due ragazze al suo fianco.
"Dai hai visto che non è poi tanto male" lo prende in giro Elena ridendo.
E Liam si concede di darle una piccola spallata, un po' impacciato. Infondo non conosce ancora bene le due ragazze e non vuole sembrare invadente. Ma gli piacerebbe tanto che diventassero amici.
Elena a quel suo gesto spalanca la bocca sorpresa, facendo così agitare il castano che teme di aver affrettato le cose. Poi gli sorride, per prenderlo ancora in giro e anche lei gli da una spallata. Per fargli capire che con loro due deve essere solamente se stesso. E Liam sorride con il cuore più leggero.
"Io vado a pagare. Voi aspettatemi fuori così andiamo all'università insieme." dice dolce alzandosi e recuperando la sua giacca.
"Se vi va. Ovviamente" si affretta a specificare non avendo ricevuto risposta.
"Certo che ci va" è Ludovica a rispondergli e a regalarli un sorriso.
Ricambia il gesto prima di affrettarsi a raggiungere la cassa. Spera proprio che non si sia accorta del rossore delle sue guance. Quella ragazza ha un sorriso bellissimo. E lui pensa che dopo tre anni ancora la cotta non gli sia passata. Ma che diavolo deve fare.
Intanto Elena e Ludovica lo stanno aspettando fuori, mentre la prima si fuma la sua prima sigaretta giornaliera. E non sa nemmeno lei come abbia fatto a resistere sino adesso. Di solito la prima l'accende subito dopo la colazione, ma quando sta con Elijah cerca di non fumargli davanti, perché sa che lo infastidisce, a meno che non riesca a resistere alla tentazione di fumarsi una bella sigaretta.
"Allora?" domanda puntando lo sguardo sulla sua migliore amica, alzando ripetutamente le sopracciglia quando questa le mostra attenzione.
"Allora cosa?" Gli risponde Ludovica ridacchiando per la sua faccia buffa.
"Allora come sei stata" le precisa sbuffando, prima di fare un altro tiro. La sua migliore amica è proprio tonta a volte.
"Sono stata bene. Lui è molto gentile, dolce" dice la riccia già sul un'altro pianeta con occhi sognanti.
"Ed è bello. Lui è sempre bello" continua mordendosi il labbro.
Ed Elena a quelle parole non può far altro che sorridere perché spera proprio che la sua amica riesca a far colpo sul bel castano.
"Chi è bello?"
La voce del diretto interessato le fa saltare sul posto ed allarmare. Ludovica è come impietrita, il viso tutto rosso per l'imbarazzo, mentre cerca di balbettare una scusa.
"Io...ecco....quel divano! Quel divano laggiù è bello" grida alla fine come se avesse avuto un lampo di genio.
Ed Elena ridacchia perché è proprio buffa mentre cerca di salvarsi in calcio d'angolo. Liam guarda il negozio che gli sta indicando agitata e aggrotta le sopracciglia.
"Io non vedo nessun divano" afferma grattandosi la testa confuso.
Ludovica strabuzza gli occhi perché cazzo, non c'è davvero nessun divano lì. Poteva trovare una scusa più plausibile.
È proprio una cretina.
"Oh..dev...devo essermi sbagliata" commenta agitata volgendo lo sguardo sulle sue scarpe bianche.
"Sai non ci vede molto bene" la prende in giro Elena, cercando di smorzare il momento, avvolgendole un braccio attorno al collo.
"Ehi! Io ci vedo benissimo" esclama adirata Ludovica tirandole una ciocca di capelli.
Liam dal canto suo, non può far a meno di ridere nel vederle.
"Meglio andare tutti quanti all'università" suggerisce poi ridendo sotto i baffi.
Le ragazze annuiscono e così si separano per andare ognuno nelle rispettive auto.
Le lezioni in facoltà erano passate rapidamente, e i tre ragazzi erano riusciti anche a pranzare insieme. Nonostante fosse passato poco tempo, con Liam si era istaurato un bel rapporto e di questo entrambi erano contenti.
Ora Elena si ritrova a casa pronta per sistemare il macello che ha combinato con Elijah in questi due giorni. A proposito del suo ragazzo, è da stamattina che non lo sente. Nemmeno un misero messaggio, e nessuna risposta all'sms che gli aveva mandato durante la pausa pranzo. Sospira sconsolata. Magari ha così tanto lavoro da fare che non ha tempo di scriverle. Meglio pensare che sia così. Appena ne avrà la possibilità deve proprio parlargli.
Scuote la testa, al centro del salone guardandosi intorno e decidendo che si, è proprio ora di sistemare. Così si mette le cuffie alle orecchie e una volta partita la musica comincia a riordinare.
Parte dalla cucina che è un vero e proprio disastro. Klaus deve trovare tutto in ordine al suo ritorno. Sarà già stanco dal week-end di lavoro e non vuole che si affatichi ulteriormente per sistemare il casino che lei ha lasciato. Il tempo le passa velocemente tra un passo di danza improvvisato e un ritornello cantato a squarciagola. Così in fretta che per poco non sviene, notando che tra meno di un ora deve essere a lavoro.
"Merda" impreca correndo letteralmente di sopra, in camera sua per farsi una doccia e indossare la solita divisa da lavoro.
È consapevole che è la seconda volta che si fa il bagno, ma la rilassa e non potrà farne un altra prima di domani.
Prima di entrare in doccia, manda un messaggio a Karen pregandola di passarla a prendere perché in ritardo. Spera solo che l'amica le dica di sì, altrimenti è nella merda. Dannazione, doveva chiedere al fratello di lasciarle la macchina, a quest'ora avrebbe un problema in meno.
Sbuffa entrando nella doccia, senza aspettare un messaggio di conferma, e prende il suo adorato bagnoschiuma, che poi è del fratello, cominciando frettolosamente a insaponarsi. Ha sempre amato il profumo dei bagnoschiuma da uomini. Per questo lo frega sempre al fratello quando può. E lui ogni volta che se ne accorge la rimprovera dicendogli di comprarselo, se proprio le piace. E lei tutte le volte ride rispondendogli che non c'è ne è bisogno se può utilizzare il suo.
Quando esce dalla doccia si asciuga in fretta con l'accappatoio e prende il telefono per controllare se Karen le ha risposto. Ha due messaggio. Uno è da parte della sua amica che le fa sapere che la passerà a prendere per le cinque. L'altro è da parte di Elijah, finalmente.
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Come un uragano
RomanceElena non lo sapeva, ma presto si sarebbe resa conto di amare proprio colui che aveva sempre odiato e evitato. Un amore che agli occhi di tutti sembra impossibile, persino ai suoi. Un amore difficile sin dal principio. Un amore capace di ferire e...