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Un mese dopo...

LAUREN

<Dottoressa la prego mi dica qualcosa>

Appena esco dalla sala operatoria i parenti dell'uomo si affrettano a chiedere spiegazioni. Un gravissimo incidente stradale lo ha portato a combattere contro la morte. L'operazione è durata 14 ore e con molte difficoltà siamo riusciti a metterlo fuori pericolo. Mi avvicino a quella che penso sia la moglie.

<Sono la dottoressa Jauregui e sono stata io ad operare.Ci sono state tante complicazioni ma alla fine ce l'abbiamo fatta. E' fuori pericolo> le regalo un sorriso stanco

<Oh mio Dio! Grazie, grazie mille. Quando potrò vederlo?>

<Tra qualche minuto. Ma non sarà cosciente, deve ancora svegliarsi dall'anestesia> annuisce con occhi lucidi. Li saluto velocemente e mi allontano, devo tornare a casa per riposare. Sono quasi 48 ore che non dormo e non posso più forzare il mio fisico e neanche la mia mente. Prima però vado a salutare Camila che sta per finire il suo turno.

***

CAMILA

<E' inaccettabile che tu non riesca a fare neanche un prelievo>

<M-mi sono fatta prendere dal panico p-perchè mi stavano osservando tutti> mormora balbettando lo spacializzando che mi è stato assegnato oggi.

Una settimana fa alcuni studenti universitari sono stati accettati dalla direzione di questo ospedale. Non sono presenti in tutti i reparti ma nel mio ne sono un po' di più. Fare turni su turni, stare dietro ai pazienti e stare dietro a questi ragazzi non è facile. Certo, poter aiutare qualcuno che vuole entrare nel mondo dei medici è bello ma a volte mi viene voglia di scappare via. 

<Senta dottoressa Hill, lei sarà chirurgo e gli inteventi non li farà da sola col paziente. Ci saranno degli infermieri e medici e chi, come me, li seguirà da fuori. E' consapevole di ciò?> annuisce<Allora come farà ad eseguire bene il suo lavoro se non riesce neanche a fare un prelievo?!> chiedo retoricamente e lei abbassa la testa

<Mi dispiace...> mormora. Sospiro e mi siedo al suo fianco

<Lily...dimmi la verità. Fare il chirurgo è davvero quello che vuoi?>

<No> sussura lentamente. Poggio una mano sulla sua schiena accarezzandola

<Perchè hai scelto questa facoltà allora?>sospira chiudendo gli occhi

<Per mio padre. Lui è un chirurgo e prima di lui suo padre...è una tradizione>

<Qual è il tuo sogno?>sorride guardandomi negli occhi

<La moda>

Quel luccichio nei suoi occhi che riflette la felicità nel parlare di quello che è il suo sogno.Molti di noi ne hanno uno nel cassetto, un obiettivo che consideriamo così grande ed ambizioso che ci ostiniamo a tenerlo rinchiuso, per paura di doverlo affrontare, uscendone magari sconfitti. Saperlo in quel cassetto ci dà sicurezza ma anche la spinta per trascinarci lungo un'esistenza grigia. A volte sarebbe meglio rischiare, provare a realizzare i propri sogni...e se andrà male? L'importante è averci provato! Non avere un giorno rimpianti e lasciate che vi dica una cosa: Provateci, provateci e provateci ancora. Non arrendetevi al primo ostacolo,al pensiero altrui diverso dal vostro, all'invidia di chi non sa che farne della propria vita...Seguitelo il vostro sogno fino in fondo, fino a renderlo realtà. La scelta è solo nostra. Siate folli per poter essere liberi perchè  quel sogno, nel suo cassetto striminzito, spesso soffoca e muore. E cosa rimane? Il pensiero di quello che sarebbe potuto essere e che invece non è stato. 

~Camren in corsia♡~ G!PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora