Il portale di Miomarto

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Davanti a me si apriva uno spettacolo di desolazione umana più totale, una di quelle cose che, in teoria, si possono vedere solo dopo i terremoti: il divano era rovesciato a gambe all'aria, il tavolino, che era stato accostato ad un angolo, era spaccato in due e le schegge sparse tutt'intorno in un disegno la cui inquietante casualità non pareva neppure naturale. Il muro era franato contro l'interno della stanza, ed era per questo motivo che il divano era caduto e si era rovesciato.

E nonostante tutto Jack, illeso, seppure imbiancato dalla polvere, era in piedi e sembrava tutto fiero del suo lavoro. Mack lo applaudiva, con una faccina estatica, battendo le dita con un ritmo frenetico e sconclusionato

«Bravo, bravo!».

September ci comparve dietro e si fece spazio fra me e Mack

«Che diavolo sta succedendo?» strillò allarmato, posando gli occhi su quel mucchio di macerie

«Jack è riuscito ad aprire un passaggio con l'altra casa» spiegò Mack, tutto fiero, poi si avvicinò a suo fratello e lo abbracciò, poi lo baciò su entrambe le guance «Congratulazioni, Jack!»

«Grazie, Mack»

«Di nulla Jack»

«Un altro buco?» chiese Vlad, entrando con la faccia di qualcuno che era appena stato mandato via da una bella festa «Ragazzi miei, quante volte vi ho detto che non dovete distruggere la casa?»

«Duecentododici!» fece allegro Jack

«Duecentotredici vorrai dire, Jack» lo corresse Mack, mettendosi le mani sui fianchi

«Oh, hai ragione Mack»

«Io ho sempre ragione, Jack»

«Per questo sei sempre il mio fratello preferito, Mack»

«Abbracciami, Jack. Ah, sono il tuo unico fratello!»

«Allora è per questo che sei il mio fratello preferito, Mack!»

«Ti voglio bene, Jack!».

Prima che potessero abbracciarsi, Vlad iniziò a urlare in maniera impressionante, con quelle zanne che balenavano bianchissime nell'aria ogni volta che lui spalancava la bocca

«Aprite un passaggio, immediatamente!»

«Ma, zio Vlad, ci ha già pensato Jack» disse Mack, rimanendo immobile con le braccia a mezz'aria

«Non quel genere di passaggio» il vampiro indicò il muro devastato, poi la sua voce tornò del tutto calma in una maniera che mi fece invidia «Intendo un passaggio per l'isola di Fenrir»

«Ah, zio Vlad, perché non l'hai detto subito!» e i due fratelli scomparvero letteralmente saltellando nel buco che portava nella casa accanto, disabitata a quanto pareva.

September si grattò una tempia usando soltanto l'indice

«Un passaggio per dove?»

«Un passaggio spazio-temporale per l'isola di Fenrir» rispose il vampiro, chiudendosi un pugno dentro l'altro e lasciando che le braccia penzolassero così davanti al corpo «Andiamo a liberare il corpo di Fenrir dalla catena magica. Come ho già spiegato a Furiadoro, non c'è altro tempo da perdere, prima che Lilith divenga troppo potente. Abbiamo già aspettato abbastanza per permettervi di finire di mangiare...»

«Io non ho ancora finito!» si lamentò September, ma Dracula lo ignorò

«... E ci ho messo francamente un po' di tempo prima di ritrovarvi»

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