40- su quel tetto

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"Perfetto Allison, volevo dirti io di smetterla. Insomma non sei il mio tipo nemmeno a letto, sei troppo tranquilla. E si, ti voglio bene, ci conosciamo da tanto ma per me non sei nemmeno una sorella. Mi sei servita per divertirmi ma sei troppo sentimentale. Ora che ci siamo chiariti... buona serata" dice freddo e va via.

Resto da sola in camera, un fiume di lacrime mi riga il viso. Scott aveva ragione. Non sono niente per lui. Mi stava solo usando.

Continuo a piangere e bevo tutto in un sorso il bicchiere di vodka. Ma non basta, ne voglio altra e altra e altra ancora.
Vado in cucina, prendo una bottiglia di quel superalcolico. Poi sfilo dalla tasca di un ragazzo ubriaco un pacco di sigarette e vado sul tetto.

Io e Cody da piccoli venivamo sempre qui quando volevamo giocare senza essere disturbati dai nostri genitori e quando volevamo nasconderci. E ora mi ritrovo qui, con una bottiglia di vodka in una mano, una sigaretta nell'altra, la testa che mi ripete in continuazione quelle parole e il viso rivolto al cielo, cercando di dimenticare tutto almeno per qualche ora.

Bevo e fumo, fumo e bevo. Finisco l'intero pacchetto e l'intera bottiglia. Resto qualche minuto ancora a pensare ma mi addormento li, su quel terrazzo, da sola.

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Apro gli occhi, ho un mal di testa atroce. Non ricordo niente di ieri che vada oltre la conversazione con Cody. Sono in una camera che conosco bene, quella di Lea.
Prendo il telefono, sono le 12.37. Dalla porta della stanza entra la mia amica che, appena incrocia il mio sguardo, mi rivolge uno splendido sorriso.

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