Cap.6

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Il vento della sera era una cosa piacevole da sentire, assieme ai canti degli animali notturni e dei versi della natura, chiudi gli occhi e ti stendi sul pavimento polveroso del parco, avevi il fiatone, non volevi muoverti da quella posizione, era così rilassante che fra poco potevi anche addormentarti, apri gli occhi solo per vedere il ragazzo sedersi accanto a te, anche lui con il fiato corto, vi siete allenati tutto il pomeriggio, saltando la cena, e adesso non sapevate neanche che ore sono, ma potevi capire che era abbastanza tardi dalla luce delle stelle, sospiri, creando una nuvoletta di fumo grazie al freddo, ma tu non lo sentivi, avevi una grande fiamma che bruciava per tutto il corpo che non ti permetteva di sentire i brividi del freddo, vedi un velo di polvere alzarsi, ti giri verso il ragazzo, vedendolo steso, nella tua stessa posizione, a stella, sul pavimento del parco, aveva gli occhi chiusi e cercava di riprendere il ritmo regolare del respiro.

-"Sembra che non ti alleni da anni.", dici mentre lo vedi sorridere divertito, si copre gli occhi con un braccio, potevi quasi stringere la tua mano con la sua talmente della vicinanza, scuoti il capo a quel pensiero, un abbraccio basta e avanza, non capivi ancora perché lo avevi fatto, la scusa dell'impulsività non durerà per sempre, o almeno nella tua mente non durerà.
-"È solo che... Non ho mai lottato così seriamente con qualcuno."
-"Stai inventando scuse, pigrone."
-"Parla colei che rimane tutto il tempo in camera a leggere chissà cosa.", ti metti a sedere, di scatto, e ti giro a guardarlo, stranita e incuriosita, come lo sapeva era un vero mistero, nessuno sapeva cosa facevi nelle tue ore in camera, soprattutto perché chiudevi le tende e la porta a chiave, quindi... Come?
-"Tomura accenna qualcosa qualche volta quando non ci sei.", sbuffi per poi stenderti di nuovo, 'Quel traditore', pensi mentre senti il ragazzo girarsi sul fianco, verso di te, giri il capo, per poi incrociare i suoi occhi verde acqua, assomigliavano al colore delle sue fiamme e alla fredezza di un iceberg, un vero controsenso.
-"Per tua informazione, non leggo niente che possa shockarti l'esistenza.", dici ridacchiando alla sua espressione meravigliata.
-"Come hai fatto a sapere cosa pensavo? Ah, giusto, il tuo Quirk, che nervi!", dice per poi rigirarsi, inizi a ridere alla sua espressione da bambino a cui hanno vietato le caramelle.

-"Su su, che ha di così brutto la mia Unicità?", dici mentre riguardi le stelle e ti concentri sul suono che emana tutto intorno a te, riesci a sentire i grilli cantare assieme ai gufi, al vento che suona con le foglie, i vostri respiri che si mischiano con l'aria fredda e i battiti, che pian piano si fanno regolari, dei vostri cuori in sincrono, lo senti mettersi di nuovo a sedere e vedi il suo viso a pochi centimetri dal tuo, sgrani gli occhi, ringrazi la poca luce che ti copre le guance adesso bollenti, 'Cosa vuole fare ora?'.
-"Solo sembra che tu riesca a fare di tutto, niente ti è impossibile, o sbaglio?", annuisci stranita.
-"Allora, voglio aggiungere una cosa al nostro accordo, voglio vederti fare qualcosa di impossibile.", stai per parlare ma senti la sua mano appoggiarsi sulle tue labbra e vedi lui avvicinarsi ancora di più.

(...)

Stringi fortemente il cuscino a te, mentre senti le guance andare a fuoco, non ti ha baciata, lo avresti portato morto alla base se lo avesse fatto, ma non riuscivi a pensare cosa fosse successo se lo avrebbe fatto e tu non avessi avuto questo tuo Quirk, 'Voglio vederti fare qualcosa di impossibile.', le sue parole ti mettono ancor di più in confusione, stringi le labbra in una linea retta per poi buttare il cuscino contro la libreria, dove cadono diversi libri, sospiri mentre ti stendi e osservi i diversi poster dei tuoi libri preferiti attaccati alla parete, una frase ti viene in mente, una frase letta chissà dove o detta da chissà chi, 'Il possibile non può esser raggiunto se nella vita non si tenta l'impossibile.', grugnisci infastidita per poi alzarti dal letto e uscire dalla stanza, anche i tuoi pensieri non ti danno tregua, scendi le scale, fino a raggiungere la porta del bar, ti giro nel lato opposto, trovando un'altra porta, la apri con la copia che porti sempre con te, ti ritrovi in un luogo abbastanza esteso, pieno di vasche dove vi sono i Noumo, ma non sono loro a interessarti, cammini in quel luogo, illuminato da solo l'acqua che riflette la poca luce lunare, ti fermi in un punto.

Senti dei passi avvicinarsi a te, lenti, calmi, poi lo vedi, un uomo il cui volto è completamente coperto, era vestito in modo elegante ed era abbastanza in forma, anche per la sua età, abbastanza ampia, allarga le braccia, tu ti ci fiondi in esse, varie volte le hai sentite stringerti, nei momenti difficili, quando eri piccola e i bambini non volevano che tu e Tomura giocavate con loro, avevano paura, oppure quando capitavano quelle piccole liti dove tu ti ritrovavi completamente ricoperta di ferite per difendere Tomura dai bulletti, quelle braccia che ti accoglievano sempre e comunque ti ricordavano la parola 'casa', cosa che hai riconosciuto quando sei uscita da quel buco nero che era la tua infanzia, chiudi gli occhi, rilassandoti al dolce calore che emanavano quella forte ma delicata dimostrazione di affetto, lo senti, poi, accarezzarti il capo, non ti aveva chiesto nulla, questo rendeva la situazione ancora più meravigliosa per te, adoravi il silenzio, esso certe volte equivaleva a cento parole, dette e non.

-"Maestro, perché non posso fare qualcosa di impossibile? Perché per me tutto è così semplice?", chiedi mentre stringi fortemente il tessuto che copriva l'uomo, egli si limitò a sospirare ma non si fermò nell'accarezzarti i capelli.
-"Pensa, (T/N), perché per le formiche mangiare la regina è possibile mentre per le api no?", ti chiese mentre, lentamente, stava sciogliendo quel caloroso abbraccio, tu lo stavi guardando stranita, non capendo dove volesse arrivare.
-"A tutti noi manca un tassello, un pezzo del puzzle, che rende alcune cose impossibili mentre per gli altri no, basta solo capire quale sia questa nostra debolezza.", dice prima di acarezzarti per un'ultima volta il capo e sparire di nuovo nel buio, tu sospiri per poi girare i tacchi e ritornare nella tua stanza, aveva le idee più confuse di prima, avevi risposto solo a poche domande ma ne sono risolte altre, 'Cosa mi manca? Perché non capisco quale pezzo del puzzle manca alla completazione di esso?', pensi mentre ti stendi sul letto e abbracci il cuscino, che prontamente avevi ripreso grazie alla telecinesi, il tuo Quirk era molto utile, soprattutto se si trattava di sistemare dei libri caduti per colpa tua che hai lanciato quel cuscino che stavi abbracciando, chiudi gli occhi e, poco a poco, cadi tra le braccia di Morfeo.

I'm a "failure" (Dabi x Reader) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora