Cap.20.5

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-"Hey, mi senti? Ti sembrerà strano, forte è così, ma sono venuta a chiederti scusa. Perché, mi chiedi? Beh, perché no? Insomma, anche i cattivi hanno dei momenti di dobolezza.", il corvino stava aprendo lentamente gli occhi, o almeno voleva farlo, ma non ci riusciva, erano troppo pensati.
-"Io adesso vado. Tranquillo, ci rincontreremo, è una promessa.", finalmente riuscì ad aprire gli occhi, anche se con fatica, si guardò intorno, ritrovando la finestra della stanza, sicuramente non sua, aperta, aveva il sospetto che quella sconosciuta voce sia uscita da lì, ma... A chi apparteneva? Non l'aveva mai sentita, era delicata, con un pizzico di acuticità, ma era bellissima da ascoltare, sembrava che sapesse che si sarebbe svegliato e che non volesse farsi vedere in volto, per di più, cosa intendeva con la frase 'Anche i cattivi hanno un momento di debolezza'? Non ricordava nulla, se non l'estremo dolore che si espandeva in tutto il corpo, forse aveva sempre tenuto gli occhi chiusi durante l'attacco, ma chi l'aveva attaccato? Si massaggiò le tempie, gli stava venendo un enorme mal di testa, il tutto perché non riusciva a ricordare ed era fastidiosamente fastidioso, sempre se quell'esclamazione esista.

Nel mentre tu stavi subendo la romanzina di tuo 'fratello', del fatto che ora siete ricercati ancor di più e che non dovete esporvi così maggiormente come se nulla fosse, hai sbuffato per tutto il tempo, certo, eri l'unica possibilità che aveva l'Organizzazione di vincere contro gli eroi, ma eri abbastanza grande per sapere come ti dovevi comportare in caso di pericolo, quando finisce di farti la predica, vai, direttamente, senza dire nulla, verso la tua stanza, situata nel piano di sopra della vecchia villa giapponese in cui risiedevate, ti cambi i vestiti ma non cambi la forma del tuo aspetto fisico, volevi camminare fra le strade di Tokyo senza aver la sensazione che qualcuno sapesse quale trucchetto stessi usando in quel momento.

Esci dalla finestra, ritrovandoti nel giardino sul retro, apri un Warp Gate e ci entri, se non sbagli il ragazzo corvino che avevi conciato male sarebbe uscito questo pomeriggio, non sapevi nemmeno perché stavi pensando a lui, cammini, senza meta, immersa nei tuoi pensieri e con il capo chino, con il capuccio che ti copre il volto, cammini talmente tanto che non noti il sole che tramonta e solo il brontolio della tua pancia ti risveglia dai pensieri, alzi di scatto lo sguardo, guardandoti intorno, notando che non mancava molto per la U.A., 'Che strano senso dell'ironia che ha il destino.', pensi cercando di ricordarti se nei paraggi ci fosse qualche ristorante o qualcosa del genere su per di lì, i tuoi piedi camminano, con passo svelto, verso diverse vie, stradine, vicoli, che non erano poi così tanti, sempre nei paraggi della scuola eri rimasta, ma sentivi i piedi farti male e quasi non capivi il motivo.

Entri nel ristorante, un grande odore di ramen si fece largo nelle tue ranici, cosa che fece aumentare il movimento nel tuo stomaco, reclamante di cibo, vedi se hai dei soldi con te, notando che avevi dimenticato il portafogli nella tua stanza, sbuffi, mentre crei un Warp Gate indirizzato alla tua camera, sperando che nessuno ci fosse al suo interno proprio in quel momento, e cercando, a tentoni, l'oggetto posizionato, da come ricordavi, sulla scrivania, trovato, ritiri il braccio e chiudi la breccia che si era creata nello spazio, ti avvicini al bancone e chiedi la specialità del locale, indovinate, altro non era che il ramen, ti siedi davanti alla vetrata e aspetti che la tua ordinazione arrivi, nel mentre ti guardi intorno, accorgendosi di una figura dalla chioma corvina, che conoscevi bene, al tuo fianco, egli si girò verso di te, forse sentendo una strana sensazione di esser osservato.

-"Oh, ma tu sei la giornalista!", esclama dopo aver mandato giù il cibo che vi era nella ciotola.
-"In carne ed ossa.", sussurri, eri meravigliata, non ti aspettavi un ripristino così veloce da parte di quel ragazzo, distogli lo sguardo, putandolo dall'altro lato della vetrata, potevi sentire il suo sguardo, quei occhi verde marina ti stavano perforando l'anima, quasi come se stessero cercando qualcosa di 'losco' in essa, ti dava fastidio e, sicuramente, non era poco.
-"La vuoi smettere di guardarmi?"
-"O ti potrei sciupare?", chiese divertito il ragazzo dagli occhi color verde marina, alzi gli occhi al cielo, cercando di non sbuffare infastidita dal suo comportamento.
-"Vedi di affogarti con il ramen.", dici facendolo ridacchiare, non sapevi nemmeno come sei riuscita a scusarti con lui, sinceramente, non sai con quale forza di volontà l'hai fatto, per di più dovevi ammettere che non era colpa tua, è stato lui a provacare la tua ira.

-"Che giornalista aggressiva."
-"Non sono una giornalista!"
-"Ma davvero? E allora cosa saresti?", stavi per rispondere ma notando il suo sorriso hai richiuso le labbra, per poi concentrarti sul piatto che ti era appena arrivato, hai mangiato in silenzio, con il suo sguardo su di te, appena finito ti alzi e ti dirigi verso l'uscita, con il ragazzo alle carcagna, non ci fai caso fino a quando non trovi fastidiosi quei passi alle tue spalle, ti giri irritata verso il corvino.
-"Finiscila di seguirmi!", dici.
-"Non ti stò seguendo, devo fare lo stesso tratto di strada anche io.", non ti fidavi di quella confessione, però non ci dai peso di nuovo, fino a quando non realizzi che devi usare il Warp Gate per ritornare nella nuova base dell'organizzazione, continuava a seguirti, sapevi che non era quella la strada che doveva fare, si vedeva dal suo sguardo stranito.

-"Ti consiglio di ritornare a casa, Pro Hero Dabi. Non si sà mai quali pericoli più forti di te si trovano dietro l'angolo.", dici mentre ti giri verso di lui, aveva uno sguardo serio sul suo volto e sembrava non aver ancora realizzato chi aveva davanti ai suoi occhi, troppo ciechi.
-"Non posso lasciarti andare, da sola per di più. Se è come dici tu, che ci sono pericoli troppo forti per me, figuriamoci per te.", alzi un sopracciglio mentre un sorriso divertito su estende sulle tue labbra, pian piano vedi i suoi occhi sgranarsi, in pochissimo tempo vi ritrovavate in un vicolo poco lontano da dove vi trovavate e tenevi stretto il corvino, inginocchiato, con del nastro, sembrava un salame.
-"Comedy-Tragedy Girl... "
-"Che nome bizzarro che mi hanno associato, non trovi, Dabi?"
-"Tu, bastarda...", stringi la presa dei nastri, facendo aprire le poche ferite superficiali che aveva.
-"Ti conviene tacere se questa volta non vuoi finire veramente in coma.", dici per poi lasciarlo e scomparire con uno schiocco, avevi fatto la stupidaggine più grande del mondo e sicuramente ne avresti pagato le conseguenze, dopotutto gli eroi sono riconosciuti per la loro testardaggine.

Continua...

I'm a "failure" (Dabi x Reader) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora