ClaudioEntro in ufficio e Mario è già lì, con la testa china su dei documenti che finge palesemente di non vedermi quando si accorge della mia presenza.
"Buongiorno fiorellino" mi avvicino alla sua scrivania e poso il bicchierino di plastica con il caffè proprio di fronte a lui "un cucchiaino e mezzo di zucchero, come piace a te."
Alza gli occhi per rivolgermi il primo sguardo della giornata fulminandomi, e Dio solo sa quando sia bello quando è arrabbiato.
Mario è bello sempre sia chiaro, ma arrabbiato è ciò che si può definire la fine del mondo.
I suoi occhi diventano più intensi e scuri, le labbra crucciate sembrano invitarti ad assaggiarle, ed io mi sento impotente davanti a cotanta bellezza che riesce a mandarmi in estasi anche solo con uno sguardo."Strozzatici" si limita a dirmi indispettito ed alterato.
"Dormito male zuccherino?" faccio il vago anche se so perfettamente il motivo di tanto nervosismo.
"Claudio smettila" sbatte i pugni sulla scrivania e fa sobbalzare il bicchierino con dentro il caffè.
"Di?" mantengo il mio tono cauto anche se so che questo lo farà innervosire ancora di più. Infondo più si incazza più vorrei sbatterlo al muro e baciarlo fino a toglierli il fiato, e forse è per puro egoismo se continuo imperterrito.
"Tutto questo, smettila!" si alza in piedi e mi da le spalle per rivolgere lo sguardo fuori dalla finestra.
"Si, hai decisamente dormito male" incrocio le braccia al petto e attendo che la sua ira si abbatta su di me.
"Il mio numero devi usarlo solo per le cose di lavoro, chiaro?" si volta e incatena i suoi occhi ai miei, mi mangia con lo sguardo e mi fa sentire piccolo dinnanzi a lui.
Tuttavia sorrido e non mi di per vinto "ah quindi è stato proprio quel messaggio a turbare il tuo sonno rosellina."
"Io non ti sopporto più giuro" sbuffa e si porta le mani al volto a metà tra una crisi nervosa ed un attacco isterico.
"Oggi sei fortunato perché ho una commissione da sbrigare," dico fiero del mio primo incarico fuori dall'azienda "il mio primo incontro con un committente."
Sgrana gli occhi un po' titubante nell'udire quella notizia di cui, evidentemente, Andrea non deve averlo reso partecipe, e mi conferma di quanto sia il solito malfidato.
Ma io faccio finta di nulla."Ci vediamo stasera alla festa" gli faccio un sorriso dei miei e lo lascio lì, a sbollire il suo nervosismo.
*
Guardo l'orologio che segna già le nove, ma Mario ancora non si è fatto vedere, ed anche se so con certezza che verrà, mi agita il fatto che non sia ancora qui.
La hall e ghermita di persone, fornitori con mogli a seguito, membri del nostro staff e Andrea, che brinda felice al nuovo accordo concluso dalla nostra società per un progetto in Germania. È questo d'altronde il motivo della festa, una nuova partnership che ci aprirà le porte in territorio tedesco.
"Allora Claudio, tu di cosa ti occupi?" continuo a giocherellare nervoso con il calice, facendo oscillare lo champagne al suo interno da circa venti minuti.
Niccolò è uno dei nostri committenti più facoltosi, ed è più di mezz'ora che mi si è accollato e non sembra affatto deciso a volersi staccare da me. È molto carino si, ma non è proprio il mio genere, troppo alto, troppo elegante nei modi, semplicemente troppo.
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Du und ich
Fanfiction• Opera coperta da COPYRIGHT • Mario si ritrova a dover lavorare con Claudio nella stessa azienda per uno strano scherzo del destino e, nonostante provi a ribellarsi al suo volere, il fato sembra voler giocare in favore del suo insopportabile colleg...