MarioÈ da questa mattina che cerco di far capire a Claudio che l'idea di usare anche il vetro per una struttura così leggera non è buona, ma lui imperterrito continua ad insistere ricordandomi le parole di Morini, il nostro caro e vecchio professore di design: "innovazione è sinonimo di rischio."
Non mi stupisce che di tante nozioni gli sia rimasta impressa proprio questa frase, infondo il rischio a Claudio è sempre piaciuto, a me invece un po' meno, decisamente meno.
"Dai Mario è anche esteticamente più bello" lo guardo con l'aria di chi è sull'orlo di una crisi isterica. Spesso mi rendo conto che parlare con lui e con un bambino di cinque anni è praticamente la stessa cosa.
Claudio è sempre stato così, sin da ragazzo, amava sperimentare e provare, gli piaceva presentare progetti decisamente poco realizzabili che sfidavano le leggi della fisica, e ad oggi noto che, nonostante siano passati dieci anni, questo aspetto di lui non è cambiato.
Mi trattengo dal fargli una sfuriata delle mie perché sento il telefono vibrare in tasca e lo afferro velocemente.
"Stasera che fai?" sorrido e mi sbrigo a digitare una risposta.
"Vengo a casa tua" non ci penso due volte a costo di risultare sfacciato e disinibito, è ciò che ho voglia di fare ed è ciò che ormai faccio da qualche settimana a questa parte.
Davide mi piace, e credo un po' di piacergli anche io. Con lui mi sento come in una bolla, fa sparire il mondo, mi vizia e si prende cura di me come poche persone sono state in grado di fare fino ad oggi.
Abbiamo superato lo step compagni di cena, ed ora non so cosa siamo esattamente, so solo che nelle ultime due settimane non sono più riuscito ad andare a dormire a casa mia perché mi mancava, ragion per cui sono sempre rimasto con lui abbracciati sul suo divano a prendermi le sue attenzioni. A volte penso anche che mi piacerebbe sapere cosa potremmo essere, ma allo stesso tempo ne ho paura e quindi mi limito a godermi ciò che viene, senza crearmi aspettative.
"Torni sulla terra o hai intenzione di restare a fissare il telefono con quel sorriso da idiota ancora per molto" e poi c'è Claudio.
Claudio non lo sopporto, lo odio come mai avrei pensato di poter odiare una persona in vita mia.
Lui mi ricorda che fidarsi è sbagliato, che non è tutto oro ciò che brilla, che amare troppo la persona che poi si rivela sbagliata, è sofferenza.
Che l'amore fa male."Io faccio ciò che voglio, mi sembra di avertelo già detto più di una volta."
Blocco il telefono e lo poso sulla scrivania, mentre sbottono il primo bottone della camicia a causa della sensazione di caldo che mi assale, ogni volta che questa condanna di uomo si trova nel mio campo visivo.
"È il tuo amichetto?" domanda con fare altezzoso ponendo particolare attenzione nel pronunciare l'ultima parola.
"Si, ci sono problemi a riguardo?" controbatto stizzito provando a non cadere alla sua provocazione.
"Come sei nervoso, che c'è il principe azzurro ti reclama già tra le sue regali lenzuola o ti lascia in astinenza e quindi sei così teso?" si avvicina a me con aria di sfida, sottovalutando il mio rapporto con Davide, insinuando si fondi su del banale sesso.
Si dimostra ancora a distanza di anni una persona frivola, priva di spessore, incapace di provare emozioni o di amare.
Poi continua imperterrito per la sua strada "se ti serve una mano lo sai che non mi tiro indietro" da lui, infondo, non posso aspettarmi altro se non questo.Rido con sarcasmo e poi incontro i suoi occhi facendomi più serio, "tu non puoi capirle certe cose, il tuo cuore non prova emozioni perché è freddo, di ghiaccio."
Vedo la sua espressione cambiare e lo lascio lì, mentre esco da quella stanza troppo piccola per riuscire a contenere un astio così profondo.
*
Quando sono arrivato Davide aveva già preparato tutto, apparecchiato il tavolo, messo il cibo nei piatti e il vino nei calici.
Mi aveva persino lasciato i panni di ricambio, cedendomi la sua felpa nera che mi piace tanto perché profuma di lui, anche se lui questo non lo sa.Abbiamo mangiato e riso tanto, mi ha tirato su il morale, mi ha portato in un modo nostro in cui il lavoro e ciò che da esso deriva non esiste, ed ora siamo sul divano a coccolarci stretti in un abbraccio.
"Che succede?" il suo modo di rivolgersi a me è sempre dolce, mi incanta come si incantano i bambini che ascoltano i genitori raccontargli le favole prima di dormire, ed io resto a guardarlo in attesa di chissà cosa.
"Niente.." abbasso lo sguardo timidamente mentre mi accoccolo al suo petto e sorrido un po' imbarazzato.
"Dimmelo" porta una mano sotto il mio mento e lo tira leggermente su, costringendomi a guardare i suoi occhi e a soffermarmi un po' troppo sulle sue labbra deglutendo a fatica.
Sospiro e sento un brivido attraversare il mio corpo quando porta una mano sotto alla mia maglia ed inizia ad accarezzare la mi schiena lentamente, non trascurandone nemmeno una piccola frazione.Le nostre serate ultimamente sono così, e non è normale per due amici, ma noi sentiamo la necessità di stare vicini, sentirci.
Spinge leggermente il mio corpo verso la spalliera del divano ed io impazzisco, perché riesce ad essere delicato, ma seducente anche in questi piccoli gesti.
Poi mi passa una mano tra i capelli costringendomi a chiudere gli occhi, accarezza la mia guancia ed arriva al collo che istintivamente, il tocco dei suoi polpastrelli, mi porta a sporgere un po' verso di lui.
Mi prende di sorpresa quando inverte le posizioni e si avvicina alle mie labbra per sfiorarle appena con le sue.
Chiudo gli occhi, ma niente bacio, mi morde il labbro inferiore facendomi mugugnare un po' e poi lo prende tra le sue labbra carnose succhiandolo appena."Mi piaci davvero Mario" lo sussurra suo mio collo tra un bacio e l'altro, ed io sento il vuoto nello stomaco, come quando sei sulle montagne russe e arrivi sul punto più alto, pronto per iniziare la discesa.
E poi è proprio quando stai percorrendo quella discesa che senti l'adrenalina invadere il tuo corpo e non capisci più niente, è tutto un insieme di lingue che si toccano, denti che si incontrano, morsi e saliva che si mescolano.Mani che si intrecciano e respiri che si fondono.
Ciao a tutti!
Per prima cosa vorrei chiedere scusa se non rispondo ai commenti,
purtroppo non dipende da me,
ma da wattpad che mi rema contro.
Seconda cosa, volevo scusarmi per il ritardo, ma è stata una settimana impegnativa e prometto che d'ora in poi riprenderò il ritmo.
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo e, soprattutto,
se avete già qualche idea
sul perché di tanto rancore.Vi ringrazio per stelline, commenti e letture, per me è sempre una soddisfazione.
A presto,
Zweisamkeit 🌹

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Du und ich
Fanfiction• Opera coperta da COPYRIGHT • Mario si ritrova a dover lavorare con Claudio nella stessa azienda per uno strano scherzo del destino e, nonostante provi a ribellarsi al suo volere, il fato sembra voler giocare in favore del suo insopportabile colleg...