Wette

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Claudio


"Qui è tutto grandioso, dobbiamo venirci in vacanza prima o poi, è proprio un'altra realtà credimi" continuo a tagliare i pomodori per condire l'insalata mentre ascolto da circa un'ora Paolo raccontarmi di quanto New York sia fantastica.

Sono felice si trovi bene, infondo sognavamo di andarci da quando eravamo piccoli e lui se lo merita, perché lavorare per un periodo li sarà senza dubbio un'esperienza indimenticabile e molto significativa.
Se questo incontro di lavoro per lui andrà bene, sarò costretto a vedere il mio migliore amico meno spesso è vero, ma condividerò seppur a distanza i suoi successi gioendone con lui.

Infondo è così che funziona l'amicizia.

"Claudio, ma mi sti ascoltando?" sospiro perché vorrei mostrarmi più entusiasta di quanto in realtà sembro, ma non ci riesco, ogni pensiero mi riporta a Mario e al fatto che sta volta l'ho perso per davvero.

Sono giorni ormai che i rapporti tra noi sono tesi, ci limitiamo al "buongiorno" solo se strettamente necessario, e a quelle poche parole scambiate solo per fini lavorativi.
È strano come improvvisamente il nostro rapporto sia diventato professionale e impeccabile.

La nostra ultima discussione mi ha portato alla consapevolezza che Mario non è più un ragazzo spaventato che fugge da una situazione per lui difficile da affrontare, ma un uomo adulto che sceglie di non scegliere me.
Ed io non posso fare altro che mettermi da parte e lasciargli vivere la serenità che, forse, con Davide ha trovato.

"Si scusa," verso un po' d'olio nella scodella verde "mi sono un attimo distratto."

"Un attimo?" ride alle mie bugie consapevole che siano tali, "sei sempre distratto ultimamente, avanti che succede?"

Succede che la mia vita è un casino, che credevo di poter sistemare tutto puntando su cose superficiali come l'aspetto estetico e, perché no, il sesso, ma come sempre ho tralasciato il fatto che ho trent'anni e non più venti.

"Succede Mario, ecco cosa succede.." mi limito a dire mentre faccio cadere il coltello nel lavandino e mi lascio andare, poggiando la fronte contro la dispensa posizionata proprio davanti a me.

"Mario?" il tono di Paolo è sorpreso, ma infondo lui non sa, o forse non ha mai preso coscienza del fatto che Mario è sempre stato qualcosa di più di ciò che ammettevo essere per me.

Infondo le conversazioni goliardiche con gli amici spesso le facciamo inconsapevolmente, cerchiamo di sminuire i nostri sentimenti e non per timore di un loro giudizio o di una presa in giro, ma per semplice paura.
E io di Mario ho sempre avuto paura.
Dalla prima volta che l'ho visto, ho capito che probabilmente avrebbe incasinato non tanto la mia vita, perché a quello sarei stato pronto, ma il mio cuore e questo io proprio non sapevo come affrontarlo.

"Io, vorrei provare a riconquistare la sua fiducia" chiudo gli occhi in attesa di conforto, con la speranza che un buon consiglio o forse proprio la giusta soluzione, esca dalla bocca del mio amico.

"Andiamo Claudio, Mario è un ragazzino, che ci trovi di tanto speciale in lui," le sue parole non sono esattamente ciò che speravo, ma sono proprio ciò che mi aspettavo "tutto ciò che di speciale aveva lo hai già avuto, ed obiettivamente non capisco come dopo dieci anni ti sia venuta questa fissazione per lui."

Paolo sottovaluta sempre i miei sentimenti, e se all'inizio pensavo lo facesse perché non abituato a relazioni serie e durature, con il tempo ho capito che forse lo fa per proteggermi da eventuali delusioni, infondo è mio amico e non vorrebbe mai vedermi star male.

Nei confronti di Mario però è sempre stato duro, lo vedeva solo come un ragazzino da iniziare ad un mondo per lui completamente sconosciuto, e a questo io non sono mai riuscito a dare una spiegazione.

Du und ichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora