Claudio"Allora sei pronto per questa super serata?" mi limito ad annuire mentre lo seguo verso l'entrata e mi continuo a guardare intorno, sentendomi sempre più a disagio.
Paolo è partito questa mattina, così Edo ha pensato bene di trascinarmi in uno dei locali gay più in voga di Milano perché "mi vede un po' giù ultimamente."
Ho deciso di assecondarlo dal momento che domani partirà per Londra e ci rivedremo solo tra qualche settimana, ma non nego che la mia voglia di fare "baldoria", come dice lui, è praticamente pari a zero.Nella mia mente d'altronde, c'è solo un pensiero fisso e prepotente che mi tormenta, e non c'è abbastanza spazio per poter anche solo per un secondo, distogliere l'attenzione da quella bocca maledetta tanto bella quanto velenosa, disegnata apposta dal demonio per rendere la mia vita una dolce sofferenza.
Le continue accuse di Mario mi feriscono, ma la mia voglia di fargli capire che sbaglia, è per il momento più forte della rabbia che mi vomita addosso ogni giorno e che sono costretto ad incassare.
Vorrei parlare con lui, intavolare una volta per tutte l'argomento e spigargli che non è come crede, che sono stato un codardo, è vero, ma che non gli ho mai mentito.
Purtroppo però parlare con Mario non è cosa facile, anzi, riuscire a cercare con lui un dialogo pacifico che non sfoci in un'accesa discussione, è praticamente impossibile.Edoardo mi porge un cocktail che prontamente afferro e mi volto per rivolgere uno sguardo veloce alla pista, affollata di persone che ballano e si scatenano, come se ai problemi della vita non sia concesso accedere in quel luogo di divertimento e perdizione.
Magari fosse così facile anche per me, e un po' li invidio per questo.Sono circondato da spogliarellisti, drag queen e ragazzi bellissimi, ma niente di tutto ciò mi suscita la minima emozione.
Non sono più quel ventenne superficiale e frivolo che Mario ha conosciuto, e non perché sono cambiato nel corso di questi dieci anni, ma perché ho smesso di esserlo nell'esatto momento in cui ho conosciuto lui.
Ma ovviamente questo lui non lo sa, ne tantomeno vuole saperlo."Ei", Edo si avvicina al mio orecchio probabilmente colpito dal mio atteggiamento disinteressato e poco presente "quel tipo" lo indica con il bicchiere "ti fissa da quando eravamo in fila."
Mi volto per capire a chi si riferisca e mi rendo conto che è vero, un ragazzo alto e sembrerebbe moro, mi sta fissando con insistenza e sfacciataggine.
"Lascialo guardare," faccio finta di niente e torno a bere il mio drink, ma nemmeno l'alcol sembra aiutarmi a spegnere i pensieri che diventano sempre più insistenti.
Non soddisfatto della mia risposta Edoardo mi fulmina con lo sguardo.
"Amico scherzi è un figo spaziale, divertiti per una sera" sospiro scocciato prima di rivolgergli di nuovo uno sguardo veloce e mi rendo conto che ha ragione, è davvero molto bello.
Lo vedo camminare verso di me facendosi spazio fra la gente che balla nella pista e avvicinarsi al mio orecchio per dirmi un banale "ciao."
"Ciao" urlo titubante per farmi sentire, ma senza cercare alcun tipo di contatto ravvicinato.
"Piacere Emiliano" mi sorride porgendomi la mano che afferro limitandomi a rispondergli con il mio nome.
"Ti va di andare in un posto più tranquillo?" guardo Edo che sgrana gli occhi e mi invita ad accettare il suo invito, così butto giù ciò che resta del mio drink tutto d'un fiato e provo a impormi di non pensare.
Provo a tornare per qualche ora quel ventenne stupido che dei sentimenti non sapeva niente, che ha preferito l'egoismo per se stesso all'amore vero e sincero, che un cuore puro aveva da offrirgli.

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Du und ich
Fanfiction• Opera coperta da COPYRIGHT • Mario si ritrova a dover lavorare con Claudio nella stessa azienda per uno strano scherzo del destino e, nonostante provi a ribellarsi al suo volere, il fato sembra voler giocare in favore del suo insopportabile colleg...