Rot

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Mario


Quando ieri sera ho ricevuto la telefonata di Andrea sono entrato nel panico più totale.

Non è stato loquace come al suo solito, anzi, mi ha riservato un tono freddo e scostante, come se ormai fossi per lui, oltre che un dipendente,  un estraneo.
Eppure in cinque mesi io e Andrea abbiamo condiviso tanto, gioito per i successi e aggiunto tanti piccoli mattoncini per la crescita dell'azienda. Era tutto perfetto, la mia vita era perfetta, anche l'aria che mi riempiva i polmoni sembrava finalmente pulita, piacevole, finché Claudio non è tornato a gamba tesa nella mia vita.

È stato un fulmine a cel sereno, ma devo ammettere che è stato un gran bel fulmine.

"Ti voglio nel mio ufficio alle 9 in punto," questo mi ha detto Andrea, una semplice frase che mi ha impedito di chiudere occhio tutta la notte. 

Ho pensato la qualunque, da una nuova sospensione ad un trasferimento, passando persino per il licenziamento. La mia mente ha fatto viaggi probabilmente degni di un Oscar, anche se, sono consapevole che in queste ultime settimane, non è successo nulla che possa aver infastidito il mio capo.
Da quando i rapporti tra me e Claudio sono cambiati, a malapena ci rivolgiamo parola per il saluto, non capisco quindi cosa possa essere accaduto.

Che poi è incredibile come dalla ragione io sia riuscito a finire nel torto marcio, ma infondo Claudio riesce a fare anche questo, è un altro dei suoi poteri. O almeno dei poteri che ha su di me.

Lui riesce a rendere la mia vita complicata, è un disastro per uno come me, ma allo stesso tempo era ciò che desideravo di più al mondo. Ho desiderato rincontrare Claudio per dieci lunghi anni, magari in un bar. Ho immaginato di poter vivere  quelle scene da film in cui lui dopo essersi preso gioco di me, mi avrebbe cercato, trovato e amato.

Ma non è successo, e con il tempo ho provato a dimenticarlo, con fatica, alimentando l'odio, sentimento che non mi è mai appartenuto, e amplificando il rancore. Nonostante tutto, però, Claudio è rimasto sempre lì, in un posto dal quale le persone non si possono cancellare, nel mio cuore.

E Poi c'è Davide.
Davide è una boccata d'ossigeno puro, è quel porto sicuro nel quale so di potermi rifugiare e, a mio modo, io so di provare qualcosa per lui che va oltre l'imposizione. Io provo qualcosa per lui a prescindere da Claudio, e questo rende tutto ancora più difficile.

Questa mattina sono uscito presto di casa, ho fatto una passeggiata in centro e bevuto un caffè da solo con i miei pensieri, poi sono arrivato in ufficio e ho posato i miei effetti personali in modo meccanico, come se la mia vita fosse in un momento di stallo. Come se io fossi in attesa di un verdetto che avrebbe cambiato tutto.

Quando sono arrivato davanti all'ufficio di Andrea ho visto Claudio fuori dalla porta ad aspettare, ed è a quel punto che il panico è cresciuto ancora di più.
Ora sono qui, o meglio siamo, davanti alla scrivania di Andrea che è intento ad osservare dei documenti. In attesa.

"Allora" ci guarda inquisitore squadrandoci minuziosamente "è inutile che io vi ribadisca che non sono affatto soddisfatto della vostra condotta," mi mordo la lingua e provo con fatica a non giustificarci "sono molto infastidito dai vostri siparietti da coppia sposata di sessant'anni."

Andrea fa il giro del tavolo e si posiziona davanti alla scrivania, "ultimamente però sto riscontrando un certo impegno da parte vostra nel dimostrarvi più professionali."

Riderei a quell'affermazione, se solo non fossi cosciente del fatto che la nostra non è professionalità, ma il freddo della Siberia.

"Quindi ho preso una decisione importante," guarda prima me e poi Claudio, che ora ha gli occhi abbassati e fissi sul pavimento.

Du und ichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora