Claudio"Io non ci credo, non ci posso credere," alzo gli occhi al cielo dopo aver sentito ripetere quella frase per la centesima volta nell'arco di appena dici minuti.
"Ma cos'hai ne cervello?" cerco di mantenere la calma mentre controllo non so nemmeno io cosa nel motore fingendomi esperto in materia. Tutto pur di farlo smettere.
"Che poi la domanda più giusta sarebbe, ma tu hai qualcosa di lontanamente simile ad un cervello lì dentro? O la tua testa ha come unica funzione quella di separare le orecchie?," sbatto il cofano anteriore facendolo sobbalzare e finalmente si ammutolisce per lo spavento.
È passata esattamente una settimana dal
nostro ultimo litigio e sono sette giorni che la situazione è questa. Oscilliamo tra battibecchi, insulti e dispetti.
L'altro giorno ho rischiato il licenziamento per averlo chiuso in ascensore, ma se l'ho fatto è solo perché, il giorno prima, Mario aveva pensato bene di far sparire i disegni che avrei dovuto consegnare al Signor Novelli quella mattina stessa. Per non parlare di quando mi ha versato il caffè sul telefono "involontariamente," o di quella mattina in cui ha pensato bene di staccare la presa al mio computer facendomi perdere ore e ore di lavoro. Io non sono stato da meno e, ovviamente, non mi sono fatto guardare in faccia. Gli ho versato il sale nel caffè, ho messo i suoi progetti nel tritacarte e bruciato la sua giacca preferita con la cicca della sigaretta.Insomma, la conclusione è che Andrea non ci sopporta più, io non sopporto più Mario e manca solo qualche giorno alla nostra partenza per Berlino.
"Nessuno ti ha detto di salire nella mia macchina," provo a controbattere alle sue lamentele , ma lui prontamente alza il sopracciglio spavaldo e incrocia le braccia mentre si pone dinnanzi a me.
"Mi ha chiesto Andrea di farlo, perché altrimenti ti saresti perso, dato che sei incapace," quando prova a fare il grande con
me, gli riesce così male che io proprio non lo sopporto, roba che lo chiuderei nel bagagliaio imbavagliato come nei migliori film d'azione.Sbuffo e afferro il telefono per chiamare un carro attrezzi, ma in questo luogo mistico, a metà tra la terra di mezzo e la foresta incantata, il telefono non prende, così apro
lo sportello e lo lancio sul sedile esasperato."Ma ovviamente ci siamo persi lo stesso perché, il genio incompreso, ha deciso di prendere una scorciatoia" mi fa il verso mentre mi ricorda le mie parole di qualche minuto fa, ed io sento l'esaurimento nervoso sempre più vicino.
Decido di non rispondere, ma mi limito a camminare avanti e indietro alla ricerca di una soluzione se non per tornare a casa, per sbarazzarmi di lui.
Questa mattina siamo partiti da Milano per raggiungere un cliente intenzionato a ripristinare un vecchio casale abbandonato in campagna. L'uomo in questione, ci aveva chiesto un mese fa di preparare un bozzetto con dei dettagli sugli interni, e Andrea aveva pensato bene di affidare il compito a me.A me infatti, perché Mario non era compreso nel lavoro, avrebbe solo dovuto revisionare il tutto a progetto concluso prima della consegna che io, da solo, avrei dovuto effettuare.
Ma a quanto pare il mio capo preferisce farci ammazzare fuori dalla sua azienda anziché vedere il sangue scorrere all'interno, e così mi ha vincolato questa palla al piede.Improvvisamente sento un tuono e subito dopo vedo un lampo squarciare il cielo, così mi sbrigo a trovare rifugio nel mio abitacolo non curante di Mario che però, prontamente mi segue raggiungendo il lato del passeggero.
Appena entra in macchina si spoglia del giaccone, si sdraia sul sedile reclinandolo appena e facendomi letteralmente uscire fuori di cervello, quando allunga le gambe per poggiare i piedi sul cruscotto.

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Du und ich
Fanfiction• Opera coperta da COPYRIGHT • Mario si ritrova a dover lavorare con Claudio nella stessa azienda per uno strano scherzo del destino e, nonostante provi a ribellarsi al suo volere, il fato sembra voler giocare in favore del suo insopportabile colleg...