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"Allora, ti piace?"
"Niall! La conosco casa tua! Sei stupido!"
"Scusa Haz, sai che ti voglio bene. Sono davvero felice che tu sia qui. Io.. beh, sai bene che all'inizio ti stavo parecchio antipatico, tu invece mi eri simpatico e volevo davvero essere tuo amico"
"Niall, non mi sei mai stato antipatico, sai bene che periodo era per me. Ero spaventato di essere me stesso, ero in lotta con il mondo, credevo di non poter avere degli amici e di non meritarmi nulla. Poi.. beh.. sai com'è andata" Harry avrebbe voluto aggiungere che poi ha conosciuto Louis ed è cambiato, ma non lo fa. Da quando il ballerino lo ha lasciato ormai 5 anni fa il riccio non lo nomina neanche per sbaglio. È stata la sua prima e dolorosa delusione d'amore e si può dire che non si è mai ripreso davvero, se ci pensa sente ancora la sensazione di vuoto che provava e si sente piccolo e vulnerabile. Non sa nulla di lui, solo che é entrato alla Juilliard e balla in una compagnia di danza americana, non sa nemmeno se è rimasto a New York, nonostante tutto però spera che il ballerino sia felice. I ragazzi non lo vedono e non lo sentono più, ma sua madre è rimasta in contatto con Jay che ormai è una delle sue migliori amiche. Anne, infatti, è andata anche al suo matrimonio, circa un anno fa e le ha fatto da testimone. Harry sa che le due donne non parlano mai di Louis e anche se lo fanno sua madre non gli dice nulla.
"Prima che i tuoi pensieri prendano una brutta piega, ti va una birra?"
"In realtà sono davvero stanco, Nialler. Le 12 ore di volo sono state strazianti, vorrei andare a riposarmi un po' e poi vorrei fare un giro. Ho bisogno di prendere aria"
"Certo Haz, lo capisco. Vuoi farti una doccia, prima?"
"Oh si, magari!"
"Guarda che ormai questa è anche casa tua e non devi chiedere il permesso"
"Grazie N, ti voglio davvero bene"
"Anche io Haz e sono felice che tu sia qui, mi sei mancato così tanto"
"Anche voi, tu un po' di più, stupido irlandese".

***

"Mmh.. quanto ho dormito?"
"Hey Lou, ben svegliato, tesoro"
"Hai dormito un paio d'ore, sei più riposato?"
"Decisamente, anche se sono frastornato per il fuso orario. Non mi sono mai lamentato e non ho intenzione di farlo, però ammetto che avevo ed ho proprio bisogno di un po' di relax. I ritmi dei miei ultimi 5 anni sono stati piuttosto frenetici"
"Hai ragione Lou.. questa settimana, prima di incominciare con il Royal Ballet, goditela"
"Lo farò, Dan. Ho intenzione di passare il tempo a dormire, ho molte ore di sonno da recuperare"
"Non ci credo che non ti allenerai questa settimana"
"Uhm.. pur volendo non ho un posto dove farlo, quindi aspetterò di andare alla Royal Opera House".
"Dovresti chiamare Liam"
"Non credo sia una buona idea" Louis non ha più visto nessuno dei ragazzi da quando lui ed Harry si sono lasciati, 5 anni fa. L'unica con la quale non ha perso i contatti é Dominique che, per quanto riguarda la danza, é fierissima di lui.
"Sei tornato a Londra e non puoi solo lavorare, devi farti degli amici con i quali uscire, divertirti. Hai 23 anni, Louis non puoi pensare sempre ad allenarti e a ballare, c'è tutta una vita al di fuori della danza"
"Qualora tu sentissi che è troppo e vuoi prenderti una pausa puoi farlo"
"Dan, mamma, non dovete preoccuparvi. Io sto bene così, sono felice, la danza é il mio sogno da sempre"
"Lo so, sappi solo che quando senti che è troppo molla la presa e prenditi un momento per te"
"Lo farò, te lo prometto. Adesso vado a fare un giro prima di cena, va bene?"
"Certo Lou, vai pure".
"Ci vediamo dopo allora"
"Ciao tesoro".

***

La Cina è bella, Hong Kong é immensa, colorata e piena di grattacieli ma Harry deve ammettere che Londra gli è mancata tantissimo ed è felice di essere tornato a casa, circondato dall'amore della sua famiglia e dei suoi amici. Si ritiene una persona fortunata e adesso può davvero dire di essere fiero di sé. Dopo la brutta storia con suo padre non avrebbe mai scommesso niente su sé stesso e invece adesso si ritrova a 25 anni laureato e già con un lavoro. Certo non è un impiego vero e proprio, ancora non può lavorare in tribunale ed avere cause tutte sue, ma è pur sempre un inizio e l'esperienza che sta facendo gli servirà per imparare ed essere, un giorno, un bravo avvocato e poi chissà, magari diventerà davvero un magistrato. Se la carriera forense non dovesse andare bene ha sempre il ristorante che Robin gli ha intestato 5 anni fa. Adora quel posto e adesso che è qui passerà tutto il suo tempo libero lì dentro e alla bakery. La sua passione per i dolci e per la cucina in generale non è passata, é ogni giorno sempre più forte, lo rilassa tantissimo.
Respira a pieni polmoni l'aria pungente di inizio ottobre ed entra in uno dei tanti starbucks che si trova davanti. Ordina un caffè e un cookie. Ringrazia con un sorriso, paga e ritorna alla sua passeggiata. Cammina fino all'Hyde park e si siede sul primo spazio d'erba che trova libero. Sorseggia il suo caffè e divide con le mani un pezzo del dolcetto che ha comprato mentre osserva le persone che vanno in barca sul lago davanti a lui. Gli piace questa pace, gli piace osservare le persone e immaginare la loro vita e gli piace soprattutto guardare il cielo che cambia colore, che saluta il sole e pian piano si prepara ad accogliere la luna. Il tramonto é senza ombra di dubbio il momento della giornata che Harry preferisce. Poco lontano da lui una persona con una felpa piuttosto grande addosso, si siede con la schiena appoggiata ad un albero e lascia scorrere le lacrime che senza un reale motivo si sono presentate davanti ai suoi occhi. Harry la vede da lontano portarsi le gambe al petto e abbracciarsi le ginocchia con le braccia. Ha il viso coperto dal cappuccio e non si capisce bene se sta piangendo oppure no.. ma lui riesce a percepire quando una persona sta male. Riconosce la postura, l'atteggiamento, i movimenti e il volersi nascondere dal mondo. Lui lo sa bene e lo sa bene anche questo parco che se potesse parlare racconterebbe di tutte le lacrime che Harry ha versato nei suoi due ultimi anni a Londra, prima di partire per la Cina. É stato un periodo orribile e ha fatto davvero tanta fatica a ricominciare. Prende il bicchiere con metà caffè ancora dentro, posa il biscotto quasi intero nel sacchetto e si alza iniziando a camminare verso la persona seduta accanto all'albero. Più si avvicina e più una sensazione di panico lo pervade, anche se non sa bene perché.
"Io quando sono triste o in difficoltá mangio sempre un dolce, tieni" lascia cadere il sacchetto ai piedi dello sconosciuto. Sta per andarsene ma una voce lo blocca, quella voce che riconoscerebbe ovunque.
"Grazie" succede tutto come nei film, a rallentatore. La testa del ragazzo che si alza, Harry che sgrana gli occhi e il bicchiere che gli cade sull'erba, aprendosi e schizzando il caffè sulle sue scarpe. Ecco perché aveva il panico ed ecco perché gli sembrava di riconoscere la felpa, era la sua, tanto tempo fa.
"H H Harry" non ce la fa.. non ce la fa a guardarlo, a sentire la sua voce pronunciare il suo nome, non ce la fa a fare niente in questo momento. L'unica cosa che gli viene in mente è correre. Corre veloce, scappa il più lontano possibile da lui e dal passato, non tanto passato, che è tornato a bussare alla sua porta e che Harry non è pronto ad accogliere.

The Boxer and the Dancer ❀ L.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora