°~°~Chapter 11 ~°~°

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!!CAPITOLO CON LINGUAGGIO PIÙ O MENO SCURRILE¡¡

\Flashback\

Sono nel giardino di casa mia, appoggiata al tronco del mio albero preferito: un salice piangente. L'enorme fusto striato si inarca sopra un laghetto del giardino, le acque limpide si increspano, a causa del movimento dei pesci, il mio sguardo è vitreo, fisso sull'incessante movimento del limpido liquido, non penso a qualcosa, o magari sì, solo che, ora come ora, non lo accetto. Non riesco. È impossibile per me poter andare avanti, solo pensare a quanto successo mi fa crollare, persino stare qui non mi da più la gioia e la tranquillità di prima, il mio albero non è altro che il riflesso di ciò che sono. Mi sto piegando, spezzando e corrodendo dall'interno. Mai avrei pensato di perderle... Dea.. proprio no.
E a questo punto non credo neanche che piangere mi farebbe stare meglio, ma vorrei farlo, Dio, vorrei davvero... mi sento così esausta, così sporca, così... così in colpa. Quel giorno persino le numerose carpe koi all'interno del laghetto non osavano farsi vedere. Non le biasimo però. Anch'io avrei preferito non vederla.. lacrime amare lasciano le mie gote per andarsi a tuffare nell'acqua, gli occhi mi bruciano, idolatrano di più, ma come posso cadere così in basso..? Come posso, io, perdere il controllo in un momento simile..!? Non posso permettermelo. Come non posso permettermi di perdere compostezza. O ancor peggio io non potrei mai sentirmi pura.
Non dopo...
No! Basta.
Torna in te Diana! E smettila di auto flagellarti non ti porterà a nulla.
È solo un pensiero il mio, ma so che, malgrado io non stia più ripercorrendo quei ricordi, ora come ora io sia nettamente più fragile e neanche a dirlo, a riprova di questo pensiero, le gambe pian piano cedono e con esse anche le mie mani che si lasciano andare ad un tremore incontrollato.
Nessuno è qui a sostenermi.
Non che qualcuno l'abbia mai fatto dopotutto.
Ma a volte mi chiedo come sarebbe la mia vita se avessi meno paura di farmi aiutare, mi domando perché, malgrado quanto duramente ogni volta io ci ricaschi, non riesca a scaricare il mio dolore su qualcun'altro. Il mio non voler dare pensieri in più alla mia famiglia è tanto onorevole quanto problematico per me. Ma infondo penso vada bene. Non mi piace certo sentimi un mostro o dover farmi forza costantemente da sola, ma a chi interessa dopotutto. Io sto morendo dentro, ma sono forte. Sono la prescelta dalla Dea, colei che ogni volta deve rialzarsi, non posso piangere, perdere le staffe e né tanto meno farmi vedere in disparte.
Ma va bene. Va tutto bene. Non posso permettermi di essere negligente, non io. Ma il sospiro che rilascio fa volare un piccolo petalo in acqua, e niente, mi domando perché tra tutti proprio io, sarei potuta essere chiunque e qualsiasi altra cosa eppure no, so che non avrò risposta naturalmente, ma divagare infondo mi aiuta. Anche perché intorno a me sembrano tutti felici. Tutti meravigliosamente gioiosi. Eppure io sono l'unica bambina che sembra oscillare dalla voglia di morire alla depressione, vorrei davvero sapere se anche io una volta tanto potrò avere una gioia. Anche perché, dopotutto, tutti sembrano invidiarmi, tutti i bambini mi odiano per chi sono e per la mia discendenza, ma non so se sono stupida io o se davvero quanto io abbia attualmente sia invidiabile. Quest'ultima non serve a molto però se il senso della parola vivere per me è asettica quanto il beige.
Il mio rimembrare non può durare però, perché in fondo io sento di sapere la risposta... so che nulla a me porterà mai felicità o perlomeno è la percezione che ho ora come ora. Senza rendermene conto affondo le falangi nel terriccio, è come se le mie terre mi stessero avvertendo. Chiudo di rimando gli occhi avvertendo qualcosa che non va anche nell'aria, il terreno manda energie negative, il branco sembra trepidante, mio padre ha come confermato un suo timore e mio fratello... mio fratello è terrorizzato, il sangue mi pompa nelle vene, la paura dell'ignoto mi pervade, ma ancor più il terrore che il mio territorio e la mia gente possa perire si fa spazio in me, la consapevolezza della poca pratica di Sam con il suo potere però mi salta alla mente, spingendomi a concentrarmi ulteriormente sull'ambiente amplificando i miei sensi ai limiti delle mie capacità, lo sforzo è talmente tanto che la testa mi esplode.
Sangue!
Molto sangue.
Tutto quello che l'aria trasporta non è altro che un acre e metallico odore di quel maledetto liquido. La mia vista si annebbia. Il cuore quasi non lo sento più. E come se non bastasse, ad incrementare tutto il mio tumulto, mi si mozza anche il respiro. Come una molla scatto in piedi, se fossi inseguita da una pantera non so chi vincerebbe ora come ora. Corro a perdi fiato, i miei muscoli si tendono, rischio più volte di inciampare mentre faccio il giro della casa, ma, mai come ora, corro. L'acido lattico mi implora, un tarlo mi dice di fermarmi, di calmarmi, ma il terrore è così tanto che non penso più a nulla, bensì lascio che il mio istinto prevalga. Esco dalla residenza, e, anche se in fondo lo avvertivo, vedo una cosa che mi fa ribollire il sangue nelle vene e fa montare il ribrezzo. Malgrado tutto la mia solita maschera di sicurezza si fa spazio sulla mia faccia, osservo la scena come fuori dal mio corpo, siamo di più, è lampante la cosa, ma la presenza di quella viscida sanguisuga mi preoccupa, se dovessero riuscire a dimezzarci sarebbe un problema e perderemmo uno dei pochi vantaggi che abbiamo su di loro.
"FREDDI."
Tanti freddi. Ad occhio e croce 300 e poi lei...
"Traditrice!!"
Doveva essere uccisa e l'avrei fatto io tanto tempo fa se solo avessi potuto!
Mio padre purtroppo però è sempre stato un uomo troppo buono, e anche in questo caso non si è smentito.
Morgana era la strega del branco,
ci ha tradito, ha ucciso 5 bambini e utilizzato il loro sangue per dei riti, e malgrado tutto non so perché... ma ha deciso di non ucciderla, esiliandola, piuttosto, semplicemente dal branco.

L'ultima Alpha del clan MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora