°~°~Chapter 10~°~°

4.6K 134 0
                                    


Il dottore sbianca, il suo balbettio infastidisce.

<Ma...M-a, m-ia d-Dea. L-lei
d-eve e-ssere ve-ve-venerata...>

BASTA! BASTA BASTA!!

"LASCIACI LIBERI! Fallo... ammazzeremo tutti! Non ti dovrai preoccupare più di nulla!"

PERCHÉ! Perché non capiscono! Perché non posso essere trattata normalmente? Perché, Cristo, non la smettono di credermi una santa!

IO.
SONO.
UN MOSTRO.

NON
POSSO ESSERE
DEFINITA IN ALTRO MODO.


SONO UN CAZZO
DI VASO DI PANDORA.
All'esterno sembro meravigliosa, ma dentro ho celati i peccati di un intero mondo.

Io non sono una Dea. Sono un demone travestito da donna.
E nessuno.
NESSUNO! Può esorcizzarmi o farmi cambiare idea.

Sam e Liam mi guardano male.

<NON LO PENSARE NEMMENO PER SCHERZO!!>

La furia di Sam mischiata all'ira di Liam fanno tremare le pareti. Lo shock aleggia nell'aria.
Tutti gli sguardi si posano su di loro. Non sanno di cosa parlano, i nostri pensieri sono inviolabili, ma il problema sono io, sono una molotov pronta per essere scagliata, e purtroppo per loro se anche solo osano tirate la corda ancora di più potrei dare fuoco a tutto.

<PERCHÉ VOLETE DIRE CHE NON È VERO!? HO DETTO SOLO LA VERITÀ! LE MIE MANI SONO SPORCHE DI SANGUE INNOCENTE, LA MIA COSCIENZA È SPORCA! IO A MALAPENA RIESCO A DORMIRE LA NOTTE SAPENDO COSA HO FATTO E SUBITO. NON LO VEDI CHE NON POSSO NEMMENO ARRABBIARMI CHE NON CONTROLLO PIÙ I MIEI POTERI?! IO NON SONO UNA DEA, NON MERITO QUELL'APPELLATIVO. IO NON SALVO VITE. SONO UN MOSTRO, Nient'altro...>

Tutta la mia vita è segnata, le mie notti lo sono, i miei pensieri e a tratti anche le emozioni... sono instabile, mi sento sbagliata, e forse lo sono, ma nessuno prova ad osservare, nessuno tenta di esorcizzarmi, nessuno vuole sapere, non so neanche più quanto tempo fa mi è stato chiesto più come mi sento, io non so cosa c'è che non va in me o se sono gli altri ad essere sbagliati, ma sinceramente non riesco più a trattenere tutto, sto pian piano implodendo e se da un lato sfogarsi fa bene, dall'altro mi chiedo quale sarà il prezzo da pagare per questo mio sfogo.
Cado come in trance, tutto si fa attutito, i ricordi mi lacerano ancora una volta, tutto si sussegue davanti ai miei occhi come se non fossi più nel clan Storm, Dea... ero una semplice bambina.. quel bastardo... vorrei piangere al solo ricordo di ciò che mi ha fatto e di cosa sono stata costretta a vedere. I conati sono così forti che quasi non li trattengo.
Il susseguirsi di ricordi non si ferma un attimo, le lacrime al loro ricordo spingono per uscire, il groppo che mi si forma in gola quasi impedisce il mio esprimermi. Ma è proprio mentre mi guardo le mani che parlo, in preda a un momento di dissociazione psicologica paio vedere il sangue sgocciolare da esse, sembro ipotizzata e traumatizzata, tanto che non stacco lo sguardo dalle lunghe falangi a dir poco anemiche.

<Ho lasciato il mio branco, i miei genitori e mio fratello a morire quando con i miei poteri avrei potuto salvarli. Ho visto il mio gemello morire davanti ai miei occhi e non ho alzato un dito! I miei genitori... E il mio branco morti nel giardino del mio territorio con le teste mozzate, il sangue che usciva dalle loro ferite come un fiume in piena e trasformava il terreno con l'erba rigogliosa in un enorme pozza di sangue. Ho urlato a squarciagola pregando gli Dei di ammazzarmi, commesso atrocità innominabili. Eppure vengo venerata! Non sono neanche minimamente degna del mio cognome o dei miei genitori, io non sono una dea. Sono un abominio! Solo questo sono... >

Il mio sguardo si fa scuro, il mio cuore accelera, non riesco più a pensare, i miei demoni si stanno liberando, mai in vita mia ho avuto così tanta paura di perdere il controllo. Non posso farlo, non qui. Non permetterò che la mia anima si macchi ulteriormente di sangue innocente. Piuttosto scappo nuovamente. Non aspetto altro infatti. Scosto bruscamente le mani di Stephen dalla mia vita, lascio uscire tutto il menefreghismo celato nel corso del tempo e ignorando gli uggiolii strazianti della mia lupa e le fitte di dolore dovute al senso di rifiuto che sento da parte del mio mate, mi tramuto in lupo e scappo via, non permetto più a nessuno di fermarmi, lascio alle mie spalle le urla e la preoccupazione delle persone dentro la camera d'ospedale, e con il vento che sferza sul mio pelo, le suppliche di sottofondo per farmi tornare indietro, e i tonfi sordi di come un corpo scagliato contro una parete uniti a dei ringhi disumani mi lascio guidare dal mio istinto. I suoni li sento e non li sento, sono così immersa nei miei mille traumi che l'unica cosa che riesco a fare è continuare a correre, continuo a farlo attraverso tutto il clan di Mark. Gli sguardi si susseguono, i borbottii aleggiano, ma non odo niente, piena collera e rimpianti come come sono ora, il mio passo è così incalzante che i muscoli sembrano quasi strapparsi, le zanne premono per uscire, le lacrime sfuggite al mio controllo sono ormai secche una volta fuori dal territorio degli Storm. Ma non mi fermo. Ringhio, ululo e imprimo il mio ripudio per me stessa in ogni mia azione. Sono così annebbiata dal mio stesso dolore e dai miei ricordi che una volta fuori dal territorio del clan mi spingo persino oltre, è ormai notte quando raggiungo un fitto bosco illuminato soltanto dalla luna, mi lascio cullare dalla sua luce e dalla sua visione permettendomi persino di ascoltare ciò che mi circonda. Il fruscio delle foglie da me spostate o calpestate mi tranquillizza, i vari cinghiali, gufi, cerbiatti, orsi, uccellini notturni e lo scrosciare dell'acqua di un fiume, che decido di risalire, calmano la mia anima e i miei demoni. Strano come delle cose così semplici possano salvarmi dal collasso. Osservo ogni singola cosa che mi circonda. Il battito del mio cuore è così furioso che quasi temo l'infarto, ma tentando in un'ultima vana speranza di riprendermi non faccio altro che inspirare ed espirare cercando di incamerare più aria possibile e tentando di captare ogni profumo che permea l'aria.
L'adrenalina che mi scorre nelle vene è così tanta che solo risalito il fiume noto una cascata che mi mozza il fiato e che mi rende consapevole di quanti tagli e ferite ho sotto le zampe. Non so nemmeno per quanto tempo non respiro, troppo occupata ad osservare la bellezza della cascata. Ma inutile dire che la fonte d'acqua non fa che ricordarmi la sua morte. Mi guardo intorno circospetta. Tentando di mettere in sicurezza l'area perlustro in giro, le orecchie si tendono, i rumori non si odono, tutto sembra calmo. Così, dopo un paio di minuti, smetto di guardami intorno, stanca e sommersa dai ricordi, mi sdraio a terra sempre in forma animale, e, appoggiando la testa sulle zampe anteriori, chiudo gli occhi, mi faccio cullare dal rumore costante dello scrosciare dell'acqua, dall'odore di terra bagnata e dal profumo del muschio. Ascolto i battiti del mio cuore, le parole dette in precedenza mi tornano alla mente, facendo tornare a galla ricordi, scene, sensazioni. Facendomi abbandonare ad un pianto disperato, i singhiozzi mi percuotono, ululo di tristezza, e mi abbandono alla disperazione.
Il mio pianto incessante dura per così tanto tempo, che mi sembrano essere passate delle ore. La testa mi duole. Mi fa così male che mi sembra di avere un martello pneumatico sopra le tempie. Non so quanto passo a uggiolare, ne a fissare un punto fisso senza battere le palpebre. L'unica cosa certa è ad un certo punto, senza neanche accorgermene mi ri trovo a sognare una di quelle scene che da 17 Anni tormenta il mio sonno.






^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-
BYE BYE 👑🖤

L'ultima Alpha del clan MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora