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[COMPLETATA] Jennifer McCall torna dalla madre dopo una lunga caccia contro Azazel che viene ucciso da lei. Nel bar incontra due cacciat...
Mi svegliai di scatto, e alzai leggermente il busto. Ero sudata, tanto sudata. Pensavo a quel sogno, tutte le immagini si ripetevano nella mia mente, fino a quando ho incontrato mio padre. Sembrava talmente reale, da non poterlo definire un sogno, io credevo veramente di essere morta per mano di Liam, ma non capivo il significato di tutto ciò. Crowley era morto, Liam non era in casa, e mia madre... il re dell' inferno aveva detto che mia madre non avrebbe avuto una vita lunga, voleva ucciderla come voleva uccidere me.
Non riuscivo ad addormentarmi, a causa di quel sogno, e decisi di vestirmi e dare un occhiata in casa, volevo rassicurarmi, volevo vedere se davvero non ci fosse nessuno in casa.
Aprii l'armadio e presi i primi vestiti che trovai. Uscii dalla mia camera, con un pugnale in mano, per sicurezza, guardai prima a destra, poi a sinistra, per assicurarmi che non ci fosse nessuno. Via libera.
Andai dritta per il corridoio, e socchiusi la camera di Sam per controllare che non ci fosse nessuno in stanza, Crowley voleva morti anche i Winchester. Nella camera di Sam, pareva non ci fosse nessuno, in punta di piedi entrai, come sempre guardavo prima a destra poi a sinistra. Nessuno. Aprii l'armadio, nessuno, guardai fuori dalla finestra, era parcheggiato un furgone blu poco più avanti l'entrata di casa, e che a mio parere sembrava sospetto.
Il mio bunker era isolato, sicuro, c'erano trappole per demoni, angeli, siringhe con sangue di uomo morto per vampiri, e proiettili e qualsiasi arma d'argento per mutaforma e licantropi, e le pareti erano di ferro, con sopra cemento armato e pitturate, per evitare eventuali fantasmi. In pochi conoscevano le varie trappole presenti in casa, e quei pochi eravamo io, i Winchester, visto che ormai vivevano a casa mia, e Liam.
Uscii dalla camera del minore dei Winchester ed entrai in quella di Dean. Socchiusi la porta, per dare un'occhiata da fuori, anche questa, sembrava libera, ma non mi fidavo abbastanza. Aprii la porta che emise un cigolio, e che svegliò il cacciatore. "Che diavolo stai facendo?!" sbottò. Non avevo dato la migliore impressione quando mi ero presentata in camera sua con un pugnale d'argento in mano, e con gli occhi ben aperti.
Quando urlò quella frase mi buttai su di lui e gli tappai la bocca. "Non parlare" sussurrai, talmente piano che sembrava l'avessi solo pensato, ma Dean sentì, e capì che c'era qualcosa che non andava. Aggrottò la fronte e mi chiese "Che sta succedendo?", mi tolsi di dosso, lui si alzò e prese la pistola carica di proiettili d'argento e non.
"Ho fatto uno strano sogno, e c'è un furgone appostato davanti casa" mormorai, il biondo annuì. Scendemmo piano le scale e lanciai un occhiata al salone, era buio, non riuscii a vedere granché. Entrai nel salone, qualcuno mi prese alle spalle, riuscii a gridare il nome di Dean, ma non ricevetti nessuna risposta da lui, che subito lo sconosciuto che mi aveva bloccato, mi mise una mano sulla bocca. Mi dimenavo, ma la sua presa era troppo forte, decisi, allora di dare un calcio all'indietro, e lo colpii, dato che allentò la presa su di me, ed io riuscii a liberarmi.
Volevo accendere la luce, per vedere chi fosse il mio aggressore, ma l'interruttore era troppo lontano e chissà chi avrei potuto trovare in quella stanza.
Iniziai ad indietreggiare lentamente, per allontanarmi dall'anonimo, ma evidentemente doveva esserci un'altro, ed anche lui mi bloccò. Non riuscii a colpirlo, mi aveva legato con delle corde e avevo dello scotch sulle labbra, e mi condusse nel furgone blu. Non vedevo dove fossimo diretti, perché i finestrini erano oscurati, e mi avevano colpito in testa in modo da farmi perdere conoscenza.
Rimasi in quello stato fino a quando un uomo incappucciato, mi prese e mi strattonò dentro una specie di baita. Era vecchia, impolverata, non curata, con delle piante rampicanti su qualche parere di legno, e qualche mobile rotto.
Mi legò nuovamente ad una sedia, e mi tolse lo scotch dalla bocca. La luce era fioca, io stordita, non riuscivo ad individuare chi avevo davanti a me. "Chi sei?" urlai allora. Rise di gusto alla mia domanda. "Rispondi" ordinai dura.
"Non ti riguarda" disse, la sua voce, la sua voce era familiare, quando capii chi avevo davanti a me, feci un espressione tra la sorpresa, la rabbia e la confusione, tanto che lui rispose con un ghigno. "Dalla tua espressione, però, posso intuire che tu l'abbia capito" sussurrò.
"Perchè?!" urlai, in preda alla disperazione. "Jen, tu-tu mi hai lasciato 3 anni fa e penso che lo farai di nuovo dopo questo non è vero?! Ho sempre avuto l'impressione che tu stessi giocando con me, che lo stai facendo tutt'ora. Crowley mi ha dato l'opportunità di vendicarmi, ma quando mi sono riavvicinato mi sono innamorato di nuovo di te. Che idiota, eh? Non volevo più vendicarmi, ma nuovamente Crowley mi ha aperto gli occhi su di te, e mi ha dato anche una spinta, con l'omicidio dei miei genitori, non posso rischiare di perdere altre persone a cui tengo. Devo ucciderti." disse.
"E tu davvero ti fidi di un demone?! E non un demone qualsiasi, ma Crowley, il re dell' inferno, che ti ricordo, tende a tutelare prima sé stesso che gli altri! Qualsiasi patto tu abbia fatto, fidati, è sbagliato, non ne vale la pena" dissi.
"Crowley mi vuole morta, e quindi ha cercato di abbindolarti, per non sporcarsi le mani, e farlo fare a te, e a quanto pare ci sta riuscendo!" esclamai.
"No, no, no, non è vero. Stai dicendo bugie, per salvarti il culo, ma questa volta non funziona, non stavolta, Jennifer"
"Perchè ti fidi così tanto di un demone? E chi ti ha aiutato a rapirmi?" chiesi. La porta si aprì e si intravide una figura a me molto familiare. Aveva i capelli castani, come i miei, e i miei stessi occhi azzurri, ed un espressione preoccupata sul volto. "Cameron?!" esclamai, confusa.
Vi avevo detto che non sarebbe finita, e così è stato. La nostra Jennifer è stata rapita, da Liam e da un suo aiutante un certo Cameron, che conoscerete nel prossimo episodio. Cameron is Holden Nowell.
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