19. Rivelazioni

719 22 3
                                    

Come avevo potuto dimenticare la porta socchiusa? In quel momento volevo battere la testa al muro per un numero infinitesimale, ma lì davanti a me c'era Dean Winchester che mi fissava. Diventai paonazza in volto e alzai ulteriormente l'asciugamano mantenendo la presa su di esso ben stretta. Dean sgranò gli occhi e indietreggiò, subito dopo la sua faccia divenne rossa. "Scusami" mormorai. "È-è colpa mia" disse in sua difesa. A quel punto sbattei la porta del bagno e mi vestii velocemente, subito dopo tornai alle prese con i miei capelli. Li spazzolai più volte in modo che non ci fossero nodi e iniziai ad asciugarli.

Uscii dal bagno, e mi recai verso la mia, o meglio nostra stanza, aprii lentamente la porta, mi aspettavo di trovare Dean seduto sul bordo del letto che mi aspettava per parlarmi, ma non fu così. Approfittai della sua assenza per indossare un vestito corto nero con una scollatura a cuore dei tacchi dello stesso colore e una borsa nera con dei dettagli in oro.

Mi recai nuovamente in bagno per darmi una sistemata in volto. Mi truccai leggermente, come piaceva a me e uscii. Scesi le scale che portavano al piano terra il più piano possibile, in modo da non svegliare gli altri. Pregai per non trovare nessuno in salotto, e fortunatamente le mie preghiere erano state ascoltate. Aprii piano la porta e sgattaiolai fuori, ma qualcuno mi afferrò il polso e quel qualcuno era Sam.

"Sam cosa ci fai qui?!" sussurrai per non farmi sentire dagli altri. "Sapevo che saresti uscita e siccome non andava neanche a me che tu andassi in quel postaccio mi sono detto che dovevo impedirtelo" mormorò. Corrugai la fronte ed incrociai le braccia al petto. "Non dovevi farlo. Sono libera di fare quello che voglio. Non dirmi che vuoi assumere lo stesso atteggiamento di tuo fratello" ribattei.

"Ascolta, non voglio che qualcuno ti faccia del male. Forse hai ragione, forse mi preoccupo troppo, ma quando tieni ad una persona veramente tendi a preoccuparti per lei" ammise. Feci scivolare le braccia lungo i fianchi e risposi "Io ti capisco, ma ho davvero bisogno di andarci, dopo quello che è successo con Liam" ammisi.

"Ti capisco, ma è proprio per questo che devi rimanere qui" disse lui. "No, nessuno può capire Sam. NESSUNO. Nessuno ha mai avuto un fidanzato che dice di amarla, ma in realtà è un alleato di Crowley che vuole ucciderti. Sai come mi sono sentita? Come un sacco di immondizia. Mi ero sentita delusa, ferita... Io-io..." le lacrime minacciavano di uscire da un momento all'altro, e questa volta non sapevo se sarei riuscita a vincere anche questa battaglia.

L'ultima volta che avevo pianto era stato per la morte di mio padre, circa nove anni fa. Non mi ero mai dimostrata debole fino a quel momento. Il mondo mi cadde addosso, non mangiavo, non bevevo e non dormivo. L'assenza di mio padre equivaleva all'assenza dell'aria, e tutt'ora non sono sicura di averlo superato.

Una lacrima mi rigò il viso, Sam se ne accorse e di tutta risposta mi abbracciò, facendomi piangere sul suo petto. "Sssh, adesso ci sono io qui" sussurrò. "Da quand'è che non ti sfogavi così?" mi chiese sotto voce. "Nove anni" mormorai. Al udire quelle parole Sam strinse la presa su di me e posò il mento sulla mia testa.

"Da quando è morto tuo padre, giusto?" mi chiese, annuii. "Sai cosa ti servirebbe?" continuò il cacciatore. "Una serata in famiglia. Io e Dean fuori dai piedi sarete solo tu, tua madre e tuo fratello. Che ne dici?" disse.

"Non lo so" mormorai. "Da quando non state insieme?" chiese ormai avevamo sciolto l'abbraccio e ci eravamo seduti sul divano. "Penso che da quando è morto mio padre non siamo mai stati insieme veramente. La sua perdita ha causato molto dolore in tutti noi ma specialmente in me. Non mangiavo più, non volevo vedere nessuno, neanche mia madre o Cam. Da quando è morto, la catena che ci ha tenuti uniti per tutti quegli anni si è spezzata, pian piano, ma l'ha fatto. Io ho iniziato a cacciare per smaltire il dolore e la rabbia, che tra l'altro penso non se ne siano mai andati, Cameron si era allontanato da me, e penso che non fosse per la mia decisione di cacciare ma perché più mi guardava negli occhi più gli tornava in mente nostro padre, e da una parte lo capisco, e mia madre, mia madre all'inizio non era più lei, poi ha iniziato a riprendersi, e adesso sta bene" raccontai.

"E tu stai bene?" mi chiese "No, da quando è morto non sono mai stata bene veramente, neanche con Liam, quando il nostro rapporto era vero, e neanche quando vi ho incontrati, o con Jo e Cole. Nessuno riusciva a farmi stare bene più di mio padre. Lui era la mia guida, mi ha insegnato tutto, a lui devo tutto, e in quello periodo senza di lui mi ero persa, non mi riconoscevo più, non sapevo più chi ero. Vagavo nell'ombra in cerca di me stessa" ammisi.

"Mi dispiace. Io ho perso mia madre che avevo solo 6 mesi e non l'ho conosciuta, ma la tua storia è peggio della mia. Tua madre occupa lo stesso ruolo che occupava tuo padre?" mi chiese. "Nessuno potrà mai sostituirlo, ma mia madre occupa un ruolo importante per me, e io sono altrettanto importante per lei. Il mio carattere è molto simile a quello di mio padre e in questo le ricordo proprio lui, e poi dice sempre che nei miei occhi riesce a vedere la sua immagine. Forse è anche per questo che si preoccupa per me, se dovesse perdere anche me, perderebbe l'unico ricordo di mio padre" risposi.

Spazio autrice:
Scusate ancora il ritardo ma il Liceo ruba un sacco di tempo e per questo non ho potuto dedicarmi alla scrittura. E quindi capitolo con Sam, visto che Dean sembra essersi volatilizzato. Spero vi piaccia la compagnia di Sam perché sarà più frequente. Adesso vado un bacio

𝐓𝐡𝐞 𝐃𝐚𝐫𝐤𝐞𝐬𝐭 𝐏𝐚𝐬𝐭 | 𝐒𝐮𝐩𝐞𝐫𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora