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Jin non proferì parola, ordinò un panino per lui da asporto e accompagnò il minore alla macchina.
Non era molto sicuro di voler salire, stare seduto gli avrebbe solo peggiorato il dolore alle gambe, ma doveva, sarebbe finalmente arrivato da Yoongi.

Ormai poteva fidarsi solo di lui, Jungkook non poteva sapere niente, aveva troppo paura di un giudizio negativo da parte sua.

O forse, aveva semplicemente paura del giudizio altrui.
Se qualcuno lo guardava, si sentiva a disagio, perfino se era per una questione di secondi.
Lui sentiva gli sguardi addosso di persone superiori.
Superiori perché nella loro vita erano riusciti a fare qualcosa, mentre lui era lì:
guardava il mondo passargli davanti e aspettava la volta buona per cambiare la sua vita, per avere un appoggio pronto a dirgli che poteva farcela.
Semplicemente sognava di vivere la vita che non sognava da 5 anni.
Non sapeva cosa fare, quale università scegliere anche se mancavano molti anni, se far scegliere ai genitori, se non andarci..
Non aveva chiesto a nessuno, né a suo fratello né a sua madre, né qualsiasi membro della famiglia.
Per una volta avrebbe voluto farcela da solo, senza deludere nessuno, ma alla fine non aveva più potuto fare nula.
Solo stare lì, a guardare il mondo dal finestrino che gli correva davanti.

Era esattamente ciò che stava accadendo.
La vita correva davanti a lui mentre lui era fermo lì, impossibilitato a fare un passo senza sentire dolore allo stomaco, senza cadere perché le gambe cedevano, senza essere in forma perché l'unica cosa che riceveva erano schiaffi e calci.

Era così perso a guardarsi intorno, che non si accorse di essere arrivato.
Guardò quella casa da lontano, da quella macchina nera parcheggiata accanto al marciapiede.
Lo avrebbe disturbato?
Sicuramente Yoongi non voleva più sentir parlare di lui.
La sua assenza lo aveva fatto sicuramente imbestialire, l'avrebbe portato a picchiarlo solo per la disperazione che poi era diventata rabbia nel non trovarlo.

Quell episodio, gliene ricordò proprio uno di 7 anni prima.
Era andato ad una festa per il compleanno di un suo amico, peccato che non si ricordò che doveva tornare a casa per le 22, infatti tornò un'ora più tardi.

Il padre era rimasto ad aspettarlo, con la rabbia in corpo che, se non fosse intervenuta sua madre lo avrebbe ucciso.
Gli aveva dato qualche schiaffo, un pugno sulla pancia e,prima di andare a dormire, gli aveva dato qualche cinghiata sulla schiena.

Quella notte non era riuscito a dormire, come ormai suo solito, aveva ancora in testa le urla di suo padre, la sua crudeltà nel fargli male, e il suo sorriso alla fine quando lo aveva visto a terra.
Suo padre amava fargli male.
Amava vedere suo figlio lì, steso a terra, indifeso.

Era come poco prima che il ragazzo accanto a lui lo trovasse.
A terra.

Come il suo umore.

Non si era neanche accorto che il ragazzo accanto a lui stesse cercando di attirare la sua attenzione, che ricevette, dopo che vide il minore placare le lacrime.
Avrebbe voluto abbracciarlo, portarlo a casa sua e avvolgerlo in una coperta, come se fosse suo figlio.
Eppure, quel ragazzo gli ricordava qualcun'altro.

Gli poggiò,infine, una mano sulla spalla per farlo girare, mentre l'altro stava cercando di asciugarsi gli occhi, gonfi e rossi.

Non gli disse niente, scese dalla macchina e Jin fece lo stesso, mentre la pioggia stava finalmente cessando.

Più avanzava verso quella porta, più la paura in lui cresceva.
Aveva visto, qualche giorno prima, Yoongi in giro con un altro ragazzo, aveva un cappello di lana addosso, che nascondeva i capelli, così aveva pensato di non farsi vedere, di non avvicinarsi per rovinare un momento importante per due semplici persone.

Poor, Blind Love |Vkook|✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora