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Cosa avrebbe dovuto dire al ragazzo là dentro?

"Ehy ciao, sono il fratello che credevi morto"

Decisamente no,Taehyung.

Aprì la porta, poi poggiò i tre contenitori su un mobiletto lì a fianco, insieme alla borsa che si era portato, doveva iniziare ad organizzare qualcosa per quel sabato, in più l'avrebbe usata come scusa per parlare il meno possibile con lui.
Sapeva che doveva limitare la conversazione, altrimenti sarebbe stato tutto troppo ovvio.

Si girò un attimo a guardarlo, era avvolto da una semplice felpa grigia, che lo copriva quasi totalmente, in più aveva le gambe strette allo stomaco e le mani ad abbracciarle, era chiuso, completamente, come ad esprimere volontà di solitudine.

Era solo, un'altra volta, Jin se n'era andato via deluso, Yoongi a mani vuote, l'unico che riuscì a smuoverlo era stato suo padre, ma ancora una volta gli finì davanti quella cartella, che lo faceva piangere ogni volta.
Non si accorse minimamente dell'entrata dell'altro, che lo guardava da dieci minuti senza deviare lo sguardo.
Sapeva chi fosse, ma non doveva assolutamente sapere chi Taehyung fosse veramente, da come aveva capito, era stata sua madre a mandargli quella lettera, anche se non conosceva il reale motivo di tutto quell'odio.

Cosa aveva fatto di male?
Non ricordava di averle mai dato un vero motivo per odiarlo, a scuola sarebbe andato bene se fosse stato per lui..

Scosse la testa e,prima di dargli uno dei bicchieri, decise che avrebbe dovuto fare qualcosa per lui, aveva bisogno di supporto morale, odiava vederlo in quello stato, lo faceva solo sentire più in colpa per quegli anni, nei quali non aveva mai cercato di contattarlo.

Gli tolse la cartella dalla vista, poggiandola sotto la sua borsa in modo da non fargliela vedere, poi gli si sedette dietro, coprendosi la testa col suo amato cappuccio della felpa larga e nera che aveva messo, nom doveva minimamente vederlo, non era il momento.

Lo abbracciò da dietro, cercando di sciogliere quel nodo fatto di arti del più grande, riuscendo a districarlo, per mettersi comodo, aveva il busto coincidente con la sua schiena e le braccia ad accarezzargli il petto, mentre la testa era appoggiata sulla sua spalla. Namjoon si era steso completamente su di lui, si stava rilassando a quelle piccole carezze, anche se non sapeva da dove o chi provenissero.

Taehyung, nel mentre, si stava gustando quel contatto fisico che gli mancava da molto,stava rischiando di piangere sulla spalla dell'altro, un misto di emozioni stavano attorcigliando il suo cuore addolorato, era felice, ma al tempo stesso avrebbe sperato di rivederlo in un momento diverso, magari davanti una tazza di cioccolata in un bel bar, piuttosto che in una stanza d'ospedale.
Avrebbe voluto parlargli di quegli anni, spiegargli per fino e per segno la verità, tutto ciò che aveva passato, a quanto pensava a lui e alla volontà di volerlo rivedere, finalmente, dopo quei cinque anni di pura solitudine.
Aveva troppe cose da dirgli, quella notte non sarebbe bastata, avrebbero avuto bisogno di almeno una settimana, ma ora non gli importava di sé stesso, solo del corpo magro che stava abbracciando.

Aveva perso peso rispetto quella notte, lo aveva sentito mentre lo abbracciava, in più sembrava molto stanco, ma pensava fosse solamente per le analisi.
Il suo stomaco brontolava, aveva sicuramente fame, Yoongi e Jin gli avevano detto che non aveva nemmeno toccato cibo, il vassoio era tornato indietro così com'era entrato,pieno.

Si alzò un attimo, mantenendo Namjoon seduto sul letto, poi tornò verso i suoi cari bicchieri e prese un altro contenitore azzurro, dal quale tirò fuori i biscotti preparati poco prima di partire.
Quei dolcetti stavano espandendo il loro odore per tutta la stanza, fino ad arrivare sotto al naso di Namjoon, insieme a un bel bicchierone di cioccolata calda, non aveva potuto prendere le tazze, altrimenti avrebbe rischiato di romperle nel viaggio.

Poor, Blind Love |Vkook|✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora