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Jimin e Yoongi arrivarono in ospedale alle 6, riuscirono a farsi aprire per miracolo, arrivando insieme ad un'altra infermiera, che disse loro di fare piano, altrimenti avrebbero svegliato tutti i pazienti.

Andarono verso la stanza numero 10 e non bussarono, sapevano stessero ancora dormendo,sia Namjoon sia Taehyung.
Li trovarono abbracciati, il più piccolo aveva la faccia sul petto del più grande, che aveva una mano tra i capelli dell'altro.

《Yoongi, sono tenerissimi, quasi quasi li lascerei dormire》
Il menta sorrise a ciò che disse il suo ragazzo, poi si concentrò sui due a letto.
Namjoon sembrava avere delle strane macchie su alcune parti del corpo, o, almeno, quelle visibili, mentre Taehyung sembrava stringerlo a lui senza nessun tipo di paura, anzi, sembrava molto sereno.
Forse Jin aveva ragione su Namjoon, riusciva a mettere tutti a proprio agio e ce l'aveva fatta anche con lui.

Il castano si svegliò per primo, notando come prima cosa il corpo stretto a lui, sorridendo.
Erano solamente le sei, era quindi presto per tornare a casa e si rimise a dormire con il più piccolo, che si rannicchiò e svegliò in modo dolcissimo per i due fidanzati.

Questi ultimi si divisero, Jimin accompagnò Taehyung in bagno, sapendo avesse vomitato, Namjoon stesso si era deciso a dirglielo, cercò di non forzarlo molto, era molto più debole, ma almeno aveva dormito bene.

A Yoongi invece toccò svegliare Namjoon, che si svegliò lamentandosi per la voce del menta.
Si sistemò i vestiti, poi salutò a voce i due dentro il bagno e andò a casa.

Jimin uscì per primo dal bagno, seguito a piccoli passi dal minore, che già sentiva meno dolore.
Sembrava sovrapensiero, ma cercò di rimanere concentrato.
Sicuramente era stato solo un sogno, se lo era immaginato e aveva visto male.

In strada, anche a qualcun'altro sembrò di aver sentito male, suo madre gli aveva chiarito ogni dubbio, quindi non doveva preoccuparsene, forse quella canzone era pur stata pubblicata da qualcuno che lui non ricordava.
Sì, doveva essere così.

Si diresse verso casa sua, tossendo la maggior parte del tempo, sicuramente aveva preso un bel mal di gola, anche se alcune tracce di sangue non lo facevano sentire meglio.

A rincuorarlo ci furono quella piccola serie di eventi della sera prima, sperava di rivedere presto quel giovane, doveva chiedergli ancora il suo nome e sperava di saperlo presto.
Gli aveva fatto piacere dormire lì con lui, gli aveva ricordato moltissimo dormire con il suo fratellino quando erano più giovani.

Una lacrima gli solcò il viso, le parole di sua madre rimbombavano nella sua testa ogni secondo, cercò di mantenere la calma e di concentrarsi sulla strada , ma quando ricominciò a piovere, il suo stato peggiorò nuovamente.
Stava cercando di evitare di fare un incidente, ma più pensava a quella notte, più ricordava tutto ciò che, da quel momento, avrebbe dovuto chiamare solamente passato.

Era stato distrutto, non aveva fatto in tempo nemmeno quella volta, sua madre era arrivata prima di lui e suo padre non si faceva sentire.
Che cavolo stava succedendo?

Suo fratello, da come gli aveva detto la madre, era morto.
Andato.
Lo aveva lasciato.
Voleva sapere la causa, forse una malattia? forse fame?forse si era suicidato?
No.
No.
No.
Non doveva pensarci.
Non doveva solamente provare a pensare a com'era andata.
Non erano affari suoi, si era sicuramente rifatto una vita,no?
Perché avrebbe mai dovuto porre fine alla sua vita?
Non ne aveva motivo, no?
Seppur fosse stato odiato dalla sua famiglia, doveva comunque aspettarlo, non doveva lasciarlo solo in quel mondo bastardo, era comunque felice, amava la sua famiglia.

Quella notte non sapeva com'aveva fatto a rimanere tranquillo, non ricordava se si fosse svegliato o meno, sicuramente era successo, ricordava a malapena qualcosa ma gli sembrava un incubo, lo era sicuramente, non poteva davvero avere suo fratello di fronte.

Era morto.
Più lo pensava più non riusciva a crederci, più immaginava solamente suo fratello senza vita, più perdeva tutta la speranza che aveva nel ritrovarlo.
I suoi sforzi erano stati vani.
Non ce l'aveva fatta.

Un telefono squillò.
《Buongiorno Nam,com'è andata in.... Nam? Cos'è successo? Dove sei?》
Capì solamente "ponte" e la sua ansia stava aumentando.
Cosa ci faceva Namjoon lì?
Sentiva stesse piangendo, e questo attirò l'attenzione anche di Yoongi, tornato dall'ospedale.
Jin saltò in macchina, seguito da Yoongi e Jungkook, stava letteralmente andando in panico e andò a tutta velocità verso il ponte, sperava solamente avesse fermato la macchina e che fosse lì fermo, non sperava nient'altro.

Videro la macchina di Namjoon accostata alla strada, Yoongi si precipitò subito da lui, aveva la mano insanguinata, stava piangendo sul sedile guida e non riusciva neanche ad aprire gli occhi.
《Ehy,Nam,che ti è successo?》

Non riusciva a dire una parola, era troppo scosso dal fare tutto, tossiva a più non posso e l'unica cosa che riusciva a stringere era la sua collanina, che non sapeva come fosse uscita dalla sua maglietta.

Yoongi lo portò nella macchina di Jin, poi riprese a guidare la sua insieme a Jungkook.

Jin gli fece svariate domande, ma si rese conto fosse ancora per la storia di qualche pomeriggio fa, era scosso, non riusciva minimamente a parlare, e la sua tosse peggiorava.

Nell'altra macchina,invece, anche Jungkook sembrava preoccupato per il suo professore, Yoongi gli aveva spiegato in breve cos'aveva visto, ma nessuno seppe spiegarsi la causa.

Si ritrovarono a casa di Namjoon, Jin lo accompagnò sopra mentre Yoongi e Jungkook aspettarono lì fuori, non sapendo come ammazzare il tempo.
Per fortuna Jungkook era già pronto, almeno non avrebbero dovuto passare a casa, erano ormai le sette e un quarto e Yoongi non aveva a disposizione la macchina.

《Namjoon, sembravi stare bene questi giorni, cos'è successo stanotte?》
Cercò di calmarlo in tutti i modi, mentre gli medicava la mano, quel giorno gli avrebbe impedito di andare a lavoro, doveva cercare di accettare le parole della madre, sapeva fossero dure ma doveva almeno provare.

《L'ho sognato, sembrava realissimo, era vicinissimo a me ma aveva ancora una volta il viso coperto. Jin ti giuro sembrava la realtà, non so più che cosa fare, mi manca con tutto me stesso, ti prego, dimmi che non è morto》.

Jin cercò di non piangere a quelle parole stringendo forte il ragazzo che più amava, sarebbe rimasto con Yoongi quel giorno, solo non poteva stare di certo.

Taehyung era sovrapensiero da quella mattina e di certo ciò non era sfuggito a Jimin.
Stavano camminando per l'ospedale, erano persino arrivati davanti al nido dell'ospedale, alcuni neonati stavano riposando, altri erano coccolati dalle infermiere.
Notarono poi qualcuno lì fuori, con le mani tra i capelli, era un padre che stava aspettando qualcuno, forse la moglie dopo il parto.

《Signore, è andato tutto bene, sua figlia è nata in salute e sua moglie ha solo bisogno di riposo》
I due ragazzi sorrisero, poi l'uomo alzò le braccia al cielo, ringraziando chiunque nella stanza, persino Jimin e Taehyung che risero di felicità di rimando.

Tornarono in camera dopo una buona passeggiata, e Jimin si decise a parlare con Taehyung.
Non riuscì a chiedergli niente, poiché Taehyung lo precedette.
《L'ho visto, stanotte ho sognato mio fratello, eravamo vicini ma non riuscivo a vedergli la faccia, sembrava reale ma poi mi sono svegliato》.

Poor, Blind Love |Vkook|✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora