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Finalmente quelle due settimane passarono felicemente per il caro Park Jimin.
Era arrivato uno tra i giorni più importanti della sua vita, il più bello sarebbe stato un matrimonio, anche se sapeva ci fosse molto da organizzare, in più, se lui e Yoongi avessero mai dovuto sposarsi, lui non aveva un testimone, Hobi non poteva farlo per entrambi..

Torniamo per terra, finalmente era arrivato il momento di ripulirsi da quella malattia, che tutti i bambini ai quali insegnava ballo chiamavano "brutta".

Finalmente Yoongi avrebbe potuto abbraciarlo senza una possibile conseguenza negativa, voleva solo infondergli amore e l'avrebbe fatto, per sempre.
Adorava stringere quelle mani piccole e paffute nelle sue, sentirle sul suo corpo, la sua pelle e al tempo stesso, aveva paura ogni volta fosse l'ultima.
Se l'operazione fosse andata male?
Se Jimin avesse avuto problemi a vita?
Se non fosse più stato in grado di camminare?
Se lo avesse dimenticato?
Se avesse perso la memoria?
Avrebbe potuto sopportare un dolore simile?

Se Jimin avesse avuto problemi, da neurologici a fisici, non avrebbe avuto mai un ripensamento.
Avrebbe lasciato tutto, persino se stesso, per aiutare Jimin ad avere una vita normale e dignitosa. Avrebbe lasciato il suo lavoro, avrebbe preso più antidepressivi se necessari a fingere di stare bene davanti il suo amato.
Se Jimin non ce l'avesse fatta, non avrebbe esitato a raggiungerlo nel suo mondo.
Perché questo è l'amore, ciò che nasce dal cuore.

A Yoongi non importava nient'altro, solo prendersi cura di Jimin, che avrebbe sempre messo al primo posto, in ogni situazione e in ogni momento della sua vita.

Ora, si trovava lì, in un corridoio bianco e illuminato solamente da neon, a camminare avanti e indietro, a mangiarsi le unghie, a cercare di sedersi e rimanere calmo, ottenendo l'effetto contrario, che lo portava a rialzarsi e camminare ancora, facendo spazientire l'infermiera, che lo invitava ogni tanto a sedersi, a prendere un tè nella speranza di tranquillizzarsi,ma lui non ne voleva sapere di allontanarsi da quella stanza, mentre il suo ragazzo era in sala operatoria.
Cercò di mettersi a pensare ad altro, ma l'unica cosa che faceva era procurarsi ansia.
Passarono finalmente quelle ore di ansia per Yoongi e Jungkook, arrivato poco prima del termine dell'operazione, accompagnato da Hobi, che lo aveva preso a casa.

Si misero a parlare tutti e tre, gli ultimi arrivati cercarono di tranquillizzare il primo,ma persino Jungkook poteva avvertire l'ansia che aveva Yoongi; stava tremando e non riusciva a dire altro se non il nome di Jimin.

Sentirono l'ennesimo ascensore e Yoongi ancora una volta guardò verso quelle porte scorrevoli affinché uscisse da lì il suo fidanzato su una barella.
Il medico uscì per primo dall'ascensore, seguito a ruota da una donna che Yoongi pensò essere la sua assistente o svolgente di qualsiasi altro ruolo in quell edificio.
Si avvicinò al ragazzo e lo squadrò da capo a piedi, per poi chiamarlo con nome e cognome.
Il bianco, nel sentire il suo nome, si alzò immediatamente, per poi chiedere tutto al medico, lasciandolo momentaneamente senza libertà di parole, che venne recuperata con una mano tesa verso l'altra.

《Bhe signorino, il suo ragazzo è forte, non c'è stato nessun problema durante l'operazione. Ora però è sotto l'effetto dell'anestesia, se entro domani mattina non si sveglia saremo costretti a fare delle analisi, però sembra stabile.
Se volete potete vederlo, si trova al quinto piano, stanza 4》

Anche se non lo faceva in pubblico, quel giorno Min Yoongi pianse.
Pianse dalla gioia, facendo uscire con quelle lacrime anche tutta la sua tensione, la sua paura nel perderlo e i brutti pensieri che si stava facendo fino a 5 minuti prima.

Entrarono in quella stanzetta, e subito Yoongi lo vide.
Flebo attaccata al braccio, vari bendaggi in testa, le mani lungo i fianchi, il corpo pallido, tutte cose normali, almeno da come aveva detto il dottore.
Non aveva paura di possibili ricadute, sapeva bene che loro due battevano tutto e tutti stando insieme.

Rimase con lui quella notte, senza mai lasciare il suo fianco, voleva essere lui la prima persona che l'altro avrebbe visto.

Non dormì, stava contemplando il corpo del ragazzo del quale era innamorato, con quelle labbra carnose, che aspettava ancora una volta di assaporare con le sue, dopo mesi di astinenza, durante i quali solo le sue lacrime avevano accarezzato le sue labbra.

Bhe..perché non farlo?
Yoongi si chiese subito che male ci sarebbe stato, così, stretta al suo cuore la mano di Jimin, si avvicinò a lui, posando le labbra sulle sue carnose.

Era un bacio, un semplice bacio, con il quale dimostrava ancora il suo amore a quel ragazzo, grazie al quale dimostrava che poteva ancora amare, nonostante la vita gli abbia portato via la persona a lui più cara. Con Jimin era di nuovo quel ragazzo dal sorriso gengivale, che sorrideva se vedeva una farfalla posarsi su un fiore, se vedeva una famiglia al parco intenta a divertirsi.

Ora si sentiva così, ma solo con il biondo, che in quel momento aprì i suoi occhi.
Si guardarono per un tempo infinito, e Yoongi pianse solamente dalla gioia, mentre il suo ragazzo stava cercando di mettere a fuoco la stanza, con troppa luce a parere dei suoi occhi.

Rimase col piccolo biondo per qualche ora,le loro labbra unite erano sotto lo sguardo di chi era pronto a vomitare arcobaleni, Hobi, che cercava di distrarsi con Jungkook, che però pensava anche lui ad un bacio, il suo.

Per lui era difficile rilassarsi durante la notte, se aveva un incubo poteva solo sperare che il giorno tornasse, che i raggi solari si posassero ancora sul suo corpo, per fargli capire che intorno a lui non c'era il buio che circondava i suoi occhi.
Il senso di buio totale lo spaventava, di notte infatti se si svegliava, avvertiva intorno a lui solo il vuoto, aveva paura di cadere nel buio che lo opprimeva.
Per questo, necessitava di aggrapparsi a qualcosa che sapeva lo avrebbe tenuto in salvo.
Yoongi era riuscito a calmarlo, però ci mise un po' prima che potesse davvero ricominciare a respirare normalmente.

Invece quella notte era bastato un semplice bacio sulla fronte.
Stava avendo il solito incubo, Max con lui in uno strano posto , nudo, con le lacrime che scorrevano dalle sue guance, mentre Max rideva, rideva perché sapeva che nessuno avrebbe potuto aiutare quel povero ragazzo indifeso.

Quella notte invece, quel semplice bacio sulla fronte era bastato a calmarlo, insieme ad una mano grande che avvolgeva la sua poco più minuta, come se stess avvolgendo il suo corpo cantando una ninnananna.

Non importa chi scuote questo mondo..

Era bastata quella semplice carezza, quella semplice voce, quella semplice presenza, di una persona che però non sapeva avesse l'animo tormentato.

Jimin poté essere dimesso, aveva detto di stare già bene, nonostante i medici gli avessero detto di rimanere.
La mattina dopo e Yoongi lo andò a prendere dopo aver portato Jungkook a scuola.
Jimin,anche quel giorno, nella stessa macchina, sulla stessa strada verso la loro stess casa, aveva notato il comportamento insolito del fidanzato.

Era strano, pensava fosse per il fatto del risveglio, ma sapeva bene che Yoongi ne fosse felice, invece si ritrovò un ragazzo con la preoccupazione che ormai lo accompagnava, e sicuramente non era al 100% concentrata su di lui.
C'era qualcun'altro?
Lo stava tradendo?
Voleva lasciarlo?

Non poteva immaginare cosa avrebbe fatto senza di lui, non riusciva semplicemente ad immaginarsi se stesso da solo, a vivere da solo senza avere qualcuno che lo abbracciava quando cucinava, che lo svegliava con qualche bacio e richiedere la colazione, prima di rimettersi a dormire e farsi svegliare dall'altro qualche ora dopo.
Non avrebbe semplicemente potuto immaginarsi lui senza Yoongi.

Decise così di togliersi questo dubbio una volta per tutte, volendogli chiedere cosa succedeva.

Purtroppo,però,non fece in tempo a chiederglielo, poiché il ragazzo dai capelli bianchi fermò di colpo la macchina.

Poor, Blind Love |Vkook|✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora