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Erano ancora uno davanti all'altro, entrambi piangevano, cercavano di smettere, sembravano riuscirci, ricominciavano e il ciclo si ripeteva, pensando a quell'incontro come qualcosa di irrealizzabile, almeno fino a quel momento.

Mai avrebbero pensato di reincontrarsi in questo modo, con Jungkook voglioso di biscotti e Taehyung su un divano a parlare con una persona conosciuta solo poche ore fa, ovvero Jimin, che non sapeva davvero cosa fare e come fargli avere un minimo di contatto, ma lì in mezzo, si era anche messo a giocare con le sue dita corte, per passare il tempo aspettando che succedesse qualcosa da sé.

Si stufò dopo circa due minuti, così si alzò senza farsi vedere, gli altri due erano troppo distratti per accorgersene, così prese Jungkook per le spalle, e lo spinse, indirizzandolo verso le braccia di Taehyung.

Inutile dire che lo prese al volo, per Taehyung fu come automatico prenderlo.
Già lo aveva tra le braccia, mentre quella scena, di circa un mese prima, si ripeté quel giorno, di pomeriggio, con Jungkook che era stato, per la seconda volta, preso al volo dal suo salvatore, ancora con gli occhi pieni di lacrime.

Piangevano, piangevano e piangevano.
Il loro pianto era aumentato rispetto a quando erano separati, seppur a pochi passi di distanza.
Per loro solo quei passi erano uno strazio, volevano colmare quel vuoto, e finalmente c'erano riusciti.

Fortuna Jimin,pensò Taehyung.
Finalmente erano insieme.
Finalmente erano uniti.
Finalmente si erano rivisti, toccati, sentiti.
Si abbracciarono, piansero uno sulla spalla dell'altro per almeno cinque minuti.

Jimin stava guardando la coppia con una faccia adorabile, stava cercando di trattenere le lacrime di commozione, ma una goccia d'acqua salata lo tradì, mentre il suo sorriso andava da un'orecchio all'altro, infondendo affetto a quei due piccoli.

Venne spinto verso il duo dalla mano di Tae, che con le sue grandi mani stava stringendo Jungkook al suo petto, e con l'altra stava comprendendo anche Jimin, che si accoccolò subito tra le braccia del castano, felice come un bambino.

I tre si alzarono dopo circa quindici minuti, ancora abbracciati, ma Jungkook aveva ancora fame, era andato in cucina perché voleva un biscotto, e lo voleva ancora.

Jimin andò in cucina a preparare qualcosa da mangiare, mentre gli altri due rimasero sul divano ancora accoccolati,  e con la coperta che Taehyung aveva prima per coprirsi, ci coprì Jungkook.

Il biondo,però, sapeva benissimo che Taehyung non avrebbe mangiato nulla, ma tentare non gli avrebbe fatto male, o almeno così sperava, voleva farlo davvero stare meglio e sapeva che ci sarebbe riuscito presto.

Jungkook era felice, aveva rivisto il suo Hyung dopo ormai un mese.
Gli era mancato,molto, non avrebbe più potuto aspettare un altro giorno, avrebbe corso per trovarlo, seppur alla cieca.
Non sapeva come si stava evolvendo il suo sentimento, sapeva solamente che aveva bisogno del suo Hyung per essere sé stesso e felice.
Doveva solo...conoscerlo, ma quel suo tocco delicato lo stava facendo addormentare nuovamente, e la fame si stava fermando, per il momento.
Era da molto che non dormiva così tanto in una giornata.

Da piccolo dormiva sempre in braccio alla madre, al padre, grazie a quella ninna nanna che lo faceva sempre abbandonare alle braccia di Morfeo.
Si era svegliato trenta minuti prima, ma non ci mise nulla a riaddormentarsi stretto al suo Hyung, con un piccolo sorriso da coniglietto e con la mano dell'altro tra i suoi capelli, ispirando quel profumo di vaniglia che il maggiore aveva, e che lo mandava in estasi ogni volta.

Taehyung, finalmente,aveva avuto una boccata d'aria fresca, tutta in un giorno.
Era riuscito a tornare da Yoongi, conosciuto un nuovo amico, Jimin, ed infine a rivedere Jungkook.
Era felice di aver rivisto il suo adorabile coniglietto, che era ancora abbracciato a lui, con le braccia a cingergli l'esile petto, azione che faceva male a Taehyung ma non lo dava a vedere, e con la testa poggiata sulla sua spalla, mentre il più grande lo circondava con un braccio e gli accarezzava la testa.
Era felice di essere lì, ma non poteva non pensare a quando a chi lo faceva dormire sulla sua spalla.

Mancava solo lui all'appello.
La persona più importante di tutte.
Suo fratello.

Ancora ci pensava, non riusciva a mangiare, a dormire, a vivere come un tempo faceva.
Aveva di nuovo ricominciato a piangere, silenziosamente, mentre Jungkook era già caduto nel mondo dei sogni, ma l'altro cercava di rilassarsi carezzando ancora il minore, senza violenza o troppa forza.

Jimin fu il primo a notarlo, mentre guardava i due abbracciati, con Jungkook che stava dormendo di nuovo e Taehyung che stava cercando di smettere piangere, così decise di accompagnare il più piccolo a dormire insieme all'altro.

Cercò di separare i due, ma Jungkook strinse soltanto la presa, che fece gemere Taehyung di dolore.
Quest'ultimo, però, lo prese in braccio e, guidato da Jimin, lo portò fino in camera da letto.

Era senza forze, aveva le gambe distrutte, ma se bisognava aiutare qualcuno,Kim Taehyung era sempre il primo a farsi avanti, anche con gli sconosciuti.

Mise con delicatezza il piccolo sopra il letto, per poi lasciargli un piccolo bacio sulla fronte, come molte sere prima in ospedale.
《Buonanotte, Kookie》

Jimin non aveva chiesto molto sull'argomento, ma vedendolo in quello stato decise subito di parlargli appena finirono di scendere le scale.

Da un lato,Taehyung era felice, aveva finalmente rivisto Jungkook, ma dall'altro lato quel suo vuoto lo stava mandando alla disperazione.

Non riusciva a non pensare a suo fratello.
Avrebbe voluto di nuovo abbracciarlo.
Avrebbe di nuovo voluto farsi abbracciare da lui nelle notti dove non riusciva a dormire a causa del dolore provocato dai suoi genitori.
Avrebbe solo voluto lui, nessun altro, lui e le sue mani grandi, possenti, pronte ad accarezzargli i capelli, passargli uno schiaffo se necessario e per fargli il solletico dopo un lungo pianto.

Più ci pensava più stava male.
Più ci pensava più il suo panico saliva.
Più ci pensava più si stava autodistruggendo.

"Accettalo, ti ha dimenticato e se n'è andato, chi mai vorrebbe uno come te nella propria vita. Scappa. Scappa e non tornare"

Piangeva, con singhiozzi strozzati e le mani sul viso, si stava graffiando, grattando i polsi, le ferite si stavano riaprendo.
Occhi spalancati, denti sulle labbra pronti a distruggerle, respiro corto.
Ennesimo attacco di panico di Kim Taehyung.

Yoongi, intanto, stava per terminare il suo turno di lavoro.
Faceva il produttore.
Scriveva canzoni di ogni tipo, per ragazze, ragazzi, per gruppi famosi o per coloro che stavano per debuttare.
Era felice, la musica gli piaceva.
Ciò che più gli piaceva, però, era vedere Hoseok alle prese con dei ragazzi.
Lui, nella stessa agenzia di Yoongi, faceva il coreografo.
Hoseok era diventato, in poco tempo, il migliore amico di Yoongi.
Amava sorridere, ballare, la musica lo faceva sentire sé stesso, e il ballo per lui era un mezzo per rappresentarlo.

Era bravo, il ballerino più bravo e talentuoso che Yoongi avesse mai conosciuto e visto ballare, dopo Jimin, ovviamente.

Ebbene si, Jimin insegnava danza, ma ad alcuni bambini che venivano lì per studiare ballo.

Era troppo bello andare e tornare a lavoro insieme, vederlo sudato, con le labbra che aspettavano solo di essere assaporate con le proprie.
Era tutto bello per loro due.

Loro due, erano la cosa bella.

Gli mancava molto Jimin, ma avrebbe avuto la fortuna di rivederlo mezz'ora dopo.

Poor, Blind Love |Vkook|✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora