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Mi sveglio di soprassalto con il telefono che squilla e così rispondo recuperando il telefono dal tavolino da caffè del mio migliore amico

<<Cazzo>> impreco accorgendomi che mi sono totalmente addormentata ieri notte durante il film
<<Buongiorno anche a te>> dice una voce maschile dall'altro capo del telefono, mi alzo di soprassalto e sbatto il mignolo del piede destro contro il piede del tavolino che era troppo vicino per i miei gusti, inizio a fare imprecazioni varie mentre con una mano mi massaggio il piede e con l'altra mantengo il telefono, e saltellando mi dirigo in cucina per farmi un caffè
<<Harry?>> dico sorpresa dalla sua chiamata
<<In voce e telefono, volevo chiederti se ti sei persa essendo che stai facendo ben 16 minuti di ritardo >> guardo l'orologio sopra al frigo e mi maledico mentalmente per aver dimenticato persino di mettere la sveglia
<<Sto arrivando, e solo che ho perso la metro e adesso devo recuperare un passaggio>> invento la prima scusa che mi viene e cerco di sembrare abbastanza disperata
<<Oh beh ti consiglio di muoverti allora>> sbuffo e lo saluto riattacando, poi corro in salotto e trovo John addormentato, lo scuoto e gli dico che mi deve dare un passaggio e dopo aver ricevuto un paio di sue imprecazione accetta mentre che io velocemente mi metto una sua maglia nera all'interno del pantalone di ieri

<<Sai che farà freddissimo vero?>> Dice mentre mi osserva pettinarmi i capelli e farmi una coda alta
<<Oh si che lo so però non ti preoccupare, il mio ufficio ha il condizionatore >> annuisce e ci sbrighiamo a raggiungere l'edificio, prima di uscire dalla sua macchina mi avvisa del suo secondo appuntamento con il ragazzo di ieri e mi avverte che molto probabilmente incontrerò lui da qualche parte per New York, utilizzando i suoi metodi strambi per raggiungermi e parlarmi senza essere visto praticamente da nessuno.

Apro velocemente la porta dell'auto e lo saluto, mi sbrigo e raggiungo l'ascensore ma appena entro ricevo una chiamata che avrei dovuto fare qualche ora fa

<<Char>> dico felice di sentire la mia amica
<<Heyyyy>> urla dall'altro capo del telefono
<<Hai qualcosa da fare oggi?>>
<<Non saprei, di lavorare finisco dopo pranzo, quin->>
<<Okay, allora ti vengo a prendere a casa alle tre ed andiamo insieme al centro commerciale, dovrei comprarmi qualche intimo nuovo, sai ho scoperto che a Lucas, aka il mio nuovo fidanzato, piacciono tantissimo i reggiseni di colore rosso ed in pizzo, però non so se il rosso mi dona>> dice pensierosa, io mi porto una mano sulla fronte ed esco dall'ascensore
<<Okay allora ti va se ci sentiamo dopo, ora devo lavorare ed anche tu>>
<<Okay, ciao muffin>> riattacco e sorrido al soprannome
<<Muffin?>> dice una voce alle mie spalle, mi volto con ancora la mano aggrappata alla maniglia e stranamente sorrido al suo sguardo divertito che passa subito a squadrarmi
<<Un vecchio soprannome>> apro la porta ed entro, subito dopo sento che la porta si chiude e mi siedo velocemente sulla sedia, lo guardo con la coda dell'occhio mentre si siede davanti a me ed io non perdo tempo per accendere il computer, stamattina mi sono completamente dimenticata di portare il mio di computer, sono una persona che spesso dimentica le cose da qualche parte, nell'ultimo mese ho perso due paia di auricolari, l'agenda e il caricabatterie, in fin dei conti mi sono abituata a perdere alcune cose per quello non mi sorprendo quasi mai quando non riesco a trovare più qualcosa.
<<Fai sempre così?>> Mi volto e lo guardo confusa
<<Pensi troppo >>
<<A volte fa bene pensare>>
<<Preferirei farmi una canna>> dice scherzoso, ricambio la sua affermazione con un espressione di schifo
<<Che dobbiamo fare oggi?>> Dico rovistando trai fogli sulla scrivania
<<Ti ho lasciato quei fogli, dovresti compilarli, magari dopo passo e li vengo a prendere, nel computer troverai una cartella dove ci sono tutte le informazioni e altre cose varie>> tira indietro la testa e rimango un attimo a guardarlo meglio , la voglio di passargli le mani tra i capelli è sempre più forte.

<<Sei di qui?>> si raddrizza sulla sedia e mi guarda meglio; alzo lo sguardo per la sua domanda inaspettata e vedo che ha la faccia completamente seria, impugno la penna e inizio a compilare alcuni fogli
<<Vengo dall'Inghilterra>> si acciglia a guardarmi
<<Da quanto tempo vivi qui?>>
<<Da all'incirca quattro mesi forse anche un po di meno>>
<<Abbiamo almeno una cosa in comune allora>>
<<Quanti anni hai?>> Dico alzando un attimo lo sguardo
<<Venti sei>> annuisco e continuo il mio lavoro
<<Tu?>>
<<Venti tre>> corruga la fronte alla mia risposta
<<Come mai proprio così lontano?>> Dice alzandosi e andando verso la vetrata
<<Potrei farti la stessa domanda >>
<<Sarebbe una risposta troppo lunga>>
<<Beh anche la mia lo è >> si gira e alza un lato delle labbra, si avvicina alla scrivania e poggia i palmi delle mani su di essa spostandosi verso la mia faccia
<<Smith, credo che io è lei siamo molto più simili di quanto lei possa pensare>> riduce gli occhi in due fessure e mi guarda attentamente, io cerco di tenere lo sguardo ma sento il ghiaccio dentro di me che piano si scioglie, così arresa distolgo lo sguardo e torno a fare quello che stavo facendo prima
<<Credo che ti credi più forte di quello che sei Smith, forse non ti farebbe male aprirti con qualcuno>> si gira velocemente e cammina di fretta verso la porta
<<Se ti serve una mano io sarò sempre qui>> chiude velocemente la porta è con lui se ne va anche la morsa allo stomaco che ho provato al solo avvicinamento della sua faccia con la mia.

Stranamente però le parole che ha usato per uscire dalla porta si ripetono incontrollatamente dentro di me
Io sarò sempre qui .

Abbi cura di me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora