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<<Tu!>>
<<Sophia, la segreteria al piano di sotto mi ha fatto salire, ha detto che avevo campo libero>> dice l'uomo sulla quarantina di fronte a me, sorrido un po amara alla sua affermazione ma ammetto che la mancanza del suo sorriso si è fatta sentire negli ultimi mesi, squadra Harry e lo guarda quasi in cagnesco, sono sicura che sta per inventare una delle sue solo per rubarmi dal mio giorno di lavoro
<<Sophia>> Si fa serio all'improvviso <<Nonna Caroline sta male, credo che tu debba correre subito in ospedale>> dice serio mentre guarda dritto nei miei occhi e poi sposta lo sguardo su Harry, lui invece mi guarda stranito da quella affermazione fatta dall'uomo davanti a me e poi addolcisce lo sguardo, come pensavo ha totalmente creduto a quella cavolata
<<Smith credo che tu possa andare per oggi, se proprio puoi vieni questo pomeriggio dopo pranzo>> dice Harry ed io mi sbrigo a prendere le mie cose e prima di uscire prego che Harry ribatta ma mi sorride soltanto, lo saluto un po tristemente e inizio a camminare dietro a l'uomo che meno volevo vedere oggi
<<Papà cosa ci fai qui?>> dico una volta che entriamo nell'ascensore
<<Volevo venirti a trovare, volevo sapere come stavi>>
<<Smettila con le cazzate,  non voglio una bugia>> sbuffa e mi guarda con la coda dell'occhio
<<Volevo chiederti se ti andava di fare un viaggetto con me>> mi giro e lo guardo, i suoi capelli bianchi-neri sono perfettamente ordinati in un ciuffo alto con il gel, il suo smoking gli da un'area totalmente formale e da uomo d'affari ma la cosa migliore sono i suoi occhi azzurri che hanno fatto cadere ai propri piedi tutte le sue segretarie
<<Papà sono fuori con quella roba, ho iniziato una nuova vita, credimi non voglio più dover andare avanti e dietro da un continente all'altro, non ne ho più  le forze>> irrigidisce la mascella ma continua a guardare davanti a lui mentre che velocemente usciamo dall'edificio
<<Saranno solo due giorni, una sola notte, una cosa veloce, non faremo niente di male>> lo guardo e intanto mi rendo conto di quanto sia invecchiato negli ultimi mesi, una piccola rughe si trova sulla fronte, gli occhi sembrano stanchi e le piccole occhiaie quasi invisibili sotto agli occhi mi lasciano intuire che è di nuovo stressato da qualcosa
<<Scometto che l'unico modo per riallcciare i rapporti sia quello giusto? Lavorare con te>> non annuisce si limita a stare in silenzio mentre ci fermiamo nel sotterraneo davanti ad un auto nera, lui sbircia un po dentro quasi ad assicurarsi che non ci sia nulla e nessuno e poi si guarda intorno, mi passo una mano nei capelli e sbuffo
<<Okay, quando partiamo?>>
<<Fine settimana, vengo a prenderti la notte, sii pronta per le undici, faremo una cosa veloce, starai via solo un giorno e la notte saremo di ritorno, per il giorno dopo in mattinata dovremmo stare qui>>  annuisco e mi indica con un cenno di testa l'auto
<<Ti riporterà a casa>> dice e capendo che si riferisce all'uomo che si trova al posto di guida nell'auto con i finestrini oscurati dietro di me, mi sbrigo a salire
<<Spero che tu sappia quello che fai>> gli chiudo la porta in faccia e mentre osservo la sua immagine scomparire dietro di me una domanda mi torna in testa
Che cavolo di scusa dirò se Harry mi chiederà qualcosa?

¤¤¤

E venerdì e sono di fretta perché la partenza è stata anticipata a stasera, fortunamente sono riuscita a prendere un giorno libero ed ho parlato con Robert inventando la scusa di mia nonna che stava male, anche se ormai è già vecchia decrepita.

Harry non credo sappia nulla essendo che non gli ho parlato del viaggio e spero che non si accorga della mia assenza o non mi chiami per futili motivi, tanto starò soltanto via una notte e una mattina, dovrei ritornare la sera e non credo si accorga di nulla.
Rimango ferma nella mia scrivania mentre aspetto impaziente la fine del turno, Harry e di fronte a me che guarda un lavoro che gli ho appena consegnato ed ogni tanto rivolge lo sguardo verso di me quasi a controllare che vada tutto bene

<<Cosa hai Smith?>> posa pesantemente la cartella sulla scrivania e sbuffa
<<Nulla>> mordicchio il tappo della penna nelle mie mani e sorrido al messaggio di rassicurazioni che mi hanno inviato i miei due amici
<<Sai non ti capisco proprio >> Harry si alza e passa una mano ai capelli, oggi sembra più nervoso del solito
<<Cosa?>> chiedo confusa
<<Prima sembri totalmente persa nei pensieri e poi sorridi a caso>> ridacchia un po e mi sfugge un mezzo sorriso a vedere quella fossetta alquanto adorabile
<<Non fa male pensare e sorridere ogni tanto, certamente non sono come te Styles >> lui sorride alla mia affermazione e si volta verso di me mentre che un sorriso da destra a sinistra gli spunta enorme sul viso
<<Che c'è? >> unisco le sopracciglia perplessa e lui sembra guardarmi ancora più intensamente
<<Dove devi andare domani?>> ritorna serio all'improvviso ed io mi irrigidisco un attimo

Come lo sa?

<<Ho sentito parlare te e Robert nel suo ufficio>>
<<Stavi origliando? >> mi alzo e incrocio le braccia al petto avvicinandomi lentamente a lui
<<Diciamo che stavo passando perché dovevo fare una cosa e ti ho sentito parlare>> sbuffo e incrocio il suo sguardo per un istante, subito dopo lo sposto verso la vetrata, il suo sguardo mi colpisce sempre ed ogni volta che mi guarda in quel modo così penetrante ho quasi paura che riesca ad entrare all'interno della mia stanza oscura.

<<Perché ti interessa?>> lo riguardo negli occhi, raddrizza la schiena e sbuffa ma poi sorride alzando come sempre solo un lato delle sue labbra e mostrandomi meta dei suoi bellissimi denti bianchi
<<Non si risponde ad una domanda con una domanda>> il suo contatto visivo non smette e continua a guardarmi però questa volta con uno sguardo un po più divertito, sbuffo e ritorno vicino alla mia scrivania
<<Mia nonna sta male, sta morendo, andrò per un giorno a trovarla>> invento la prima bugia che mi salta in mente e lui sembra tentennare un attimo, poi si avvicina e mi sorride dolcemente
<<Dove andrai?>>
<<Sei troppo impertinente Styles>> ruota gli occhi e sorride
<<Andrò a Toronto comunque>> annuisce, il nostro discorso però viene interrotto dal mio telefono che squilla così mi affretto a prenderlo ed a rispondere
<<Pronto?>>
<<Alle 2, parcheggio sotterraneo>> sbuffo appena che la linea viene spenta e ributto il telefono dentro alla borsa, non prima di aver visto l'orario

13:55

<<Harry, senti, so che mancano un paio d'ore alla fine del mio turno però l'aereo ha avuto un piccolo problema e la partenza è stata anticipata, vorrei soltanto chiederti se->>
<<Si puoi andare>> sbuffa e si rigira verso la vetrata
<<Appena che torni però dovrai recuperare le ore perdute, quindi Domenica dovresti venire per recuperare oggi e domani >> dice serio, io annuisco, non avevo comunque nulla da fare, prendo la borsa e corro verso la porta la apro e rivolgo un sorriso ed un saluto a Harry, prima di uscire però le sue parole mi bloccano un attimo sul posto ma riparto subito verso la mia meta

<<Prenditi cura di te>>

Abbi cura di me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora