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<<Zayn?>> la figura alta di Zayn spicca nel corridoio ancora lievemente oscurato
<<Si io, cosa stavi facendo?>> mi guarda attentamente mentre sposto il mio corpo per allontanarmi dalla porta ed avvicinarmi a lui
<<Cercavo il bagno>>
<<E lì>> mi indica la porta del bagno e mi scruta ancora più attentamente adesso che sono più vicina
<<Che ci fai qui?>> chiedo perplessa per la sua presenza prima assente
<<Ero di passaggio stanotte, sono venuto da Harry e lui mi ha chiesto se volessi rimanere essendo che quando sono arrivato una tempesta si è abbattuta su NY, mi sono svegliato poco fa, sai com'è devo andare al lavoro >>
<<Mh>> annuisco  lievemente in imbarazzo per il suo sguardo fisso nei miei occhi
<<Ti capita spesso?>> lo guardo perplessa mentre mi mordo il labbro inferiore
<<Cosa?>>
<<Di avere gl'incubi, prima ti ho sentito>>
<<Oh, ehm, diciamo>> annuisce
<<Beh io devo andare, digli ad Harry grazie, lo contatterò più tardi >> annuisco mentre che con un cenno esce di casa, tiro un sospiro di sollievo e mi guardo un'altra volta attorno, non c'è nessuno, mi sbrigo a ritornare in camera e a buttarmi nel letto, il weekend è vicino quindi non dovrò stressarmi tanto per il lavoro ed in più oggi avrò il giorno libero essendo che Harry ieri mi ha detto che non dovevamo andare a lavorare.
Chiudo gli occhi e mi riaddormentato. Non voglio pensare a nient'altro se non ad allontanarmi da questa realtà.

                                 ¤¤¤

<<Si, ci sarò va bene, okay, ti farò sapere, ciao!>> apro lentamente gli occhi dopo aver sentito quel mini dialogo e mi muovo velocemente scostando le coperte

<<Ti sei svegliata finalmente>> dice Harry con il suo sorrisetto in faccia, mugugno un imprecazione quando una fitta al fianco mi colpisce, mi guarda confuso ma non ci do retta o almeno non finché me lo ritrovo davanti che mi è praticamente steso sopra.

<<Cosa stai facendo Styles?>> ingoio la saliva che si sta seccando in bocca e lo guardo mentre lentamente alza la maglietta
<<Harry fermati>> lo intimo, ma lui continua a guardarmi finché non sfiora la ferita ancora non emarginata
<<Non te ne stai prendendo cura >> dice mentre toglie con cura la medicazione che ho messo il giorno prima
<<Credevo stesse messa peggio>> accarezza lievemente la zona, brividi mi percorrono la schiena e senza neanche volerlo la inarco un pò, Harry se ne accorge e torna a guardarmi, troppo scorre all'interno dei suoi occhi, una battaglia di sentimenti che non credo riesca a combattere si fa spazio all'interno di essi che adesso hanno uno strano luccichio.

<<Credo che sia meglio alzarsi>> dico tremando un pò con la voce, si sente che sono insicura, si sente che non è quello che voglio,  ma lui mi da retta e si alza bruscamente mentre con fretta esce dalla stanza, mi alzo anch'io e a passo lento raggiungo la cucina, la pioggia è ricomciata e lo sbattere delle gocce contro al vetro della vetrata mi provoca un senso di calma e caos.

<<Vieni, disinfettanti la ferita e mettici questo>> Harry compare dal corridoio con tutta la medicazione esatta per la mia ferita , annuisco e sotto al suo sguardo attento eseguo la medicazione
<<Anche tu te la cavi come dottoressa>> accenno un sorriso e in imbarazzo mi guardo intorno
<<Non penso sia il caso di fare colazione, è già mezzogiorno, cosa vorresti come pranzo>> mi chiede mentre sistema un pò la cucina
<<Quello che prendi tu, non ho tanti problemi con il cibo>> annuisce mentre prende il telefono in tasca e fa un ordinazione
<<Non cucini tu ?>> chiedo
<<No, non mi piace cucinare>> annuisco e ritorno a guardare la vetrata
<<Chi era quell'uomo?>>
<<Chi?>>
<<Quello che è entrato nel tuo ufficio qualche giorno fa>>
<<Mio padre>> lo vedo incupirsi immediatamente ma poi si ricompone
<<Posso chiederti una cosa?>> dice cauto mentre appoggia i gomiti sul bancone
<<Parla>>
<<Com'era la tua vecchia vita a Londra?>> sbarro gli occhi per la domanda, mi sento in trappola e non so come rispondere
<<Monotona>> scrollo le spalle nervosamente ma lui se ne accorge
<<Perché non mi dici qualcosa di te? Perché non ti apri? Voglio solo aiutarti>> supera il bancone e si posiziona di fronte a me
<<Non voglio che mi aiuti Harry>>
<<Perché non vuoi? Non sarai tu a decidere cosa devo o non devo fare>>
<<Ma so quello di cui ho bisogno e non mi serve il tuo aiuto>> si allontana repentinamente e si mette le mani tra i capelli , non capisco cosa lo faccia innervosire così tanto, non capisco perché impazzisce sempre quando gli sto accanto
<<Odio quando fai così>>
<<Così come?>> mi alzo dallo sgabello e mi blocco davanti al suo corpo ora scosso dalla rabbia
<<Così, nascondendo la realtà, credendo che vada tutto bene quando invece non va bene, scommetto che se non ti avessi bloccata saresti scappata con quel tipo e chissà cosa ti avrebbe fatto, perché ho visto come ti guardava, come ti ha toccato, ora non venirmi a dire che siete amici o qualcosa simile, perché non ti  avrebbe fatto del male se voi fosse stati amici>> indica con un la mano un punto sul braccio, c'è un livido ed è visibile che è nuovo.
Blatero parole a caso, non so come rispondere, ho tremendamente paura di dirgli la verità, ho tremendamente paura di fargli vedere la mia parte debole, ho tremendamente paura di crollare e di non riuscire a rialzarmi più
<<Ti aiuterò io ma per favore parlami, dimmi cosa c'è che non va>> mi accarezza una guancia ma io come ustionata mi sottraggo dal suo tocco, un altro brivido mi percorre

Perché mi fa questo effetto?
Perché continua a creare caos all'interno dei miei sentimenti?

<<Sono io, questo è quello che non va, è la mia vita quella che non va più>> lo guardo mentre lentamente si avvicina, tenta di prendermi tra le sue braccia ma non ce la faccio, non voglio diventare fragile, non devo, non posso, perché le persone sono li che aspettano che tu abbatta i tuoi muri per dare poi la colpa a te della tua ingenuità.

Corro velocemente verso la porta e scatto subito verso l'ascensore, l'ansia mi affligge e sento che devo pulirmi, devo sciacquare via tutta questa tristezza, tutto questo dolore, tutta questa strana sensazione che dentro di me urla di tornare dentro e raccontare tutto ad Harry.
Apro velocemente il portone d'entrata e mi guardo attorno, la pioggia come proiettili mi colpisce il corpo e in un attimo sono zuppa, non c'è nessuno per la strada se non qualche taxi che passa ogni tanto ed io non vedo nient'altro se non il cielo scuro è grigio che rispecchia come sono internamente: non ho colore, sono un continuo oscillare tra armonia e caos, sono un continuo disastro che tiene insieme i pezzi, sono una continua contraddizione, un qualcosa che sopravvive solo perché non ha il coraggio di vivere o meglio perché non sa se riuscirà mai più a vivere; Ho la tempesta attorno e l'inverno dentro e non so se riuscirò mai a sentire di nuovo il tiepido calore che la vita regala quando si sta bene, non so se ritornerò mai ad essere me, quella vecchia io che si è persa tra coltellate alla schiena e pugni in faccia, non so se ritornerà mai l'amore nel mio petto e peggio non so se riuscirò mai più a curarmi da sola, ad affrontare ogni situazione, a sorridere di nuovo alla vita.

<<Lascia che io mi prenda cura di te>

Spazio Autrice

Lo so, lo so, troppi feelings in questo capitolo ma dovevo , sentivo che la storia stava diventando noiosa , sappiate che penso che da questo capitolo inizia il bello, mi scuso per il continuo tenervi sulle spine, per gli errori ecc.
Da qui si inizieranno a mettere insieme alcuni pezzi, da qui inizierete a scoprire qualcosina quindi tenetevi aggiornati che il capitolo successivo penso sarà peggio.

All the love x

C.

Abbi cura di me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora