VIII

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"Puoi salire, non mordo mica." La corvina guardò con calma Dinah e le fece segno di entrare in auto. L'aveva chiamata per passarla a prendere in un bar isolato della città.

"Prima di mordermi avresti perso già tutti i denti..." La polinesiana salì e fece un respiro profondo.

"Perché non hai voluto spiegarmi quello che è successo? Sarebbero dovuti venire anche i suoi genitori..."

"Dinah ascoltami fino alla fine, ti prego." Lauren si voltò verso di lei e quando Dinah lesse il dispiacere nei suoi occhi, si zittì all'istante. La corvina iniziò a guidare verso il suo edificio.

Erano passati due giorni e il gruppo era ritornato di nascosto a casa loro, i giornali della città presto sarebbero impazziti di accuse verso le bande criminali di Miami e naturalmente contro Lauren. Nessuno aveva prove per attaccarla e lei avrebbe fatto in modo che non parlassero.

"Non urlerò, ora dimmi." La ragazza si trovava stranamente al sicuro con Lauren, forse perché sapeva che non l'avrebbe ferita in alcun modo. Ma questo non significava che non la detestasse.

"Camila era stata imprigionata nel Belle Reve, una prigione di alta sicurezza per criminali molto pericolosi. Siamo riusciti a salvarla."

"Che cosa le è... successo?"

"Shawn Mendes l'aveva rapita e poi pensiamo che si stata...  torturata mentalmente."

Dinah sentì il cuore fermarsi.

"Camila è spaventata e confusa, nulla di grave, però... ho capito subito che cosa Shawn le aveva fatto veramente. Lui non avrebbe avuto il coraggio di ucciderla, né di cercarmi, quindi ha scelto la strada migliore per farmi fuori."

"Lauren... spiegati." Sussurrò con paura. 

"Ora mi odia, ha paura di me e vuole uccidermi. Ho provato a parlarle quando si è svegliata, ma mi ha aggredito. Vorrei che ci parlassi tu per rassicurarla." Dinah non sapeva che cosa provare. Sarebbe dovuta essere felice del fatto che Camila odiava a morte Lauren... ma non lo era. Dopo una manciata di minuti, raggiunsero la meta e Dinah anticipò Lauren nel salire le scale.

"A destra." La corvina la guidò verso il piano degli alloggi e presto si presentò a loro la stanza di Camila. Dinah e Lauren si guardarono e la corvina prese un respiro profondo prima di addentrarsi nella camera da letto; poi si accorse di un piccolo particolare: la porta era aperta.

"Camila?!" la corvina entrò e cercò la ragazza per la stanza ma non c'era segno di lei se non le lenzuola per terra.

"Dov'è?" Dinah preoccupa seguì Lauren e decise di controllare il bagno mentre l'altra donna cercava sotto il letto. La polinesiana abbassò la maniglia e davanti a lei si presentò una scena orribile: Camila era rannicchiata in un angolo del bagno, tremante, accanto a lei dei vetri rotti.

"Camila!" Dinah fece attenzione a quelle punte taglienti mentre s'inginocchiava davanti alla sua cara amica. "Tesoro che cosa succede? Non ti senti bene?"

"Dinah..?" Alzò lo sguardo disperato e un sorriso flebile nacque appena scoprì di chi si trattasse: le gettò le braccia al collo e pianse liberandosi di tutto il male che aveva ricevuto, di quella paura costante.

"Dinah è lì?" Lauren stava per entrare ma ci pensò due volte. Aveva paura di lei ora.

"No... no..." Camila strinse forte l'amica e le sussurrò di portarla a casa.

"Okay Cami, ti porterò a casa."

"... Che cosa?" Lauren entrò nel bagno per capire che stava succedendo.

"FERMA!" Dinah trattenne Camila che stava per afferrare un pezzo di vetro e con gli occhi pregò Lauren di andarsene.

"Vai pure." Lauren abbassò il capo e fece spazio per far passare le due donne. Si accostò poi alla porta, sapendo che le avrebbero portato via la sua amata.

Pink Gunpowder (GIRLXGIRL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora