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"Dai dati ricavati possiamo dire per certo che questo incidente era stato organizzato da poco tempo, nessuno poteva sapere dove si sarebbe diretto il veicolo." Appoggiata al muro guardavo i miei compagni elaborare le informazioni della situazione e utilizzare i computer per controllare tutta la città, compresa la periferia. Erika era al mio fianco, probabilmente pensava che sarei crollata da un momento all'altro ma non lo avrei permesso... dovevo essere forte per me e per Camila.

La stanza era buia, nonostante le luci del soffitto, forse erano le mie emozioni a darmi una visione del mondo distorta e non era la prima volta che capitava.
Lunghi tavoli grigi ospitavano computer e apparecchiature di vario tipo, avrei potuto usare uno di quegli strumenti ma preferivo essere pronta all'azione senza perdere ore di sonno inutilmente: chiunque avesse rapito Camila doveva essere consapevole delle mie capacità.
Non capivo perché i miei pensieri girassero intorno senza una fine; per la prima volta mi sentivo confusa. Non ero pronta.

Pensai che questa sensazione riguardasse la mia perdita di controllo sulla situazione, sulle persone. La mia ragazza era sparita da quarantotto ore ed io non sopportavo l'idea di rimanere ferma in questo edificio.

All'improvviso la rabbia si fece troppo schiacciante e fui costretta ad allontanarmi da quella stanza. Senza guardare in faccia nessuno aprii la porta e lasciai si chiudesse da sola.
Avevo troppo stress in corpo, m'impediva di ragionare, di essere lucida!

Era vero, quello che dicevano tutti, che quando sarei stata rilasciata dall'ospedale, tutti i giornali di Miami sarebbero impazziti e questo avrebbe rallentato il processo.
Oprah era venuta a trovarmi al palazzo e si era assicurata di fornirmi tutto quello di cui avevo bisogno... ma non era abbastanza.

NOBODY POV 24 ore prima

"Ally non fermarmi, ho bisogno di risposte."
Dinah Jane Hansen non è una persona che pianifica, preferisce l'istinto. Esatto, quella cosa primordiale che ti suggerisce di agire in un modo e allontanare la ragione nei momenti di estrema difficoltà.

Allora la ragazza polinesiana prese il suo coraggio e raggiunse quel famoso commissariato dopo solo due ore dalla scomparsa.

Non sapeva cosa aspettarsi ma era sicura chi cercare per delle risposte.

Era naturale per lei che la colpevole fosse solo una: Keana Issartel. Aveva dimostrato più volte a quanto fosse disposta pur di imprigionare Lauren Jauregui e per questo motivo un secondo rapimento era del suo calibro.

"Sei impazzita, che cosa pensi di fare una volta lì?! Ragiona, secondo te la rapisce e torna in stazione di polizia?"

"Certo non vuole dare sospetti."
Ally l'aveva seguita in auto, non poteva abbandonare una sua amica e anche lei cercava disperatamente delle risposte.
Confidava in Dio, trovava conforto nella Chiesa, nelle preghiere.
Quante volte era andata da quel riparo? Aveva chiesto a Dio di salvare la sua amica troppe volte e aveva paura che chiedere e basta fosse inutile.

"Eccola lì..." Arrivate alla stazione di polizia videro subito Keana: era appena uscita dal lavoro, probabilmente i nuovi eventi l'avevano tenuta occupata troppo a lungo.

"Rimani qui se vuoi." Dinah si voltò verso Ally con una faccia impassibile. Vedeva bene, nonostante ci fosse poca luce, il viso spaventato della texana.
Non l'avrebbe coinvolta se si fosse rifiutata

"Andiamo DJ." Cercò di rassicurarla con un sorriso e una stretta di mano, poi fermò l'auto nel parcheggio e scese.

"Keana Issartel." La sua voce era dura, autoritaria, non permetterebbe alla donna di fuggire.
Si avvicinò a lei, quella donna folle, che stava ferma in quella strada oscura, ma non mostrava paura, timore, niente; anzi, sorrideva ma aveva in faccia uno sguardo da farti venire i brividi fino alle ossa.

Pink Gunpowder (GIRLXGIRL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora