XIX

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Mentre Camila aspettava Lauren, si guardò attorno ricevendo sguardi diffidenti dalla maggior parte delle persone all'interno della sala. Una donna si alzò per andarsene mentre un uomo la guardava stupito.

"Signorina non si disturbi a prestare attenzione a queste persone misere. Lo faccia con chi lo merita per davvero." Un signore anziano era seduto accanto a lei e iniziò a parlare. Aveva un bastone con sé, teneva la barba lunga e grigia. "Lei per caso non crede a ciò che dicono tutti?" Camila abbassò la voce con evidente confusione. "So che lei non ha fatto nulla di male, il suo sguardo mi ricorda quello di mio figlio, pieno di vitalità e gentilezza, passione e dolcezza. Ormai però non posso più rivederlo e questi mostri vogliono fare credere che io l'abbia ucciso per qualche ragione folle!"

"La stanno accusando di questo? Perché?" Camila era stupita che la polizia e le indagine avessero puntato il loro mirino su questo povero uomo che si trovava in uno stato di disperazione e agonia. Non si poteva comunque negare che le apparenze riescono ad ingannare delle volte.

"Non hanno prove, probabilmente sa anche lei che quando non si trovano, si cerca un colpevole adatto a farle sbucare all'improvviso. Non si fidi mai di loro."

"Signore non sa quanto mi dispiaccia la sua situazione, se potessi la aiut-"

"Signorina, è davvero buona, come pensavo. Non si preoccupi per me, pensi solo alla persona che ama di più e che ha bisogno di lei ora." In quel momento entrò nella sala Lauren con uno sguardo vuoto: sembra però arrabbiata dal modo in cui si comportava.

"Arrivederci signore, è stato un piacere... io le credo non smetta di lottare."

"Pure lei." Si sorrisero e Camila si allontanò dal commissariato guidata da Lauren che le teneva la mano, senza voltarsi verso di lei, quasi come se avesse paura di perderla una volta guardata; simile al mito di Orfeo e Euridice, Lauren sarebbe stata tormentata dal dolore causati dalla perdita della sua amata... 

"Lau, perché non mi guardi? Mi amor?" La cubana cercò di farla voltare e ci riuscì stringendo leggermente la presa sulla sua mano. "Ne parliamo quando siamo al sicuro da occhi indiscreti, ok?" Le parole sembrarono un po' dure, allora la corvina prese il volto della sua ragazza fra le mani e la baciò dolcemente. "Non pensare che baci e carezze siano la tua via di scampo ora..."

"Assolutamente no, tesoro, ti racconterò tutto."

E così raggiunsero quel posto sicuro che ormai era diventato la loro abitazione lussuosa e piena d'amore. Lauren buttò la sua borsa sul divano della sala e di sedette vicino al bancone della cucina: strofinò il viso che le mani e sospirò. Camila  andò vicino a lei e accarezzò le sue spalle e braccia: iniziò un lieve massaggio, con movimenti circolari e pressioni piacevoli.

"Sai che puoi parlarmi?"

"Certo..." Lauren si voltò verso di lei e l'abbracciò a sé. Unì le loro labbra, sorridendo. Dopo un po' di carezze e baci, ritornarono al discorso precedente: "Durante la mia discussione con il detective Rausvelt, qualcuno ci ha interrotto."

"Chi?"

"Si chiama Mark Walt, è il braccio destro di Oprah. Una volta entrato si è presentato come mio avvocato difensore. Non ho potuto fare altro che assecondarlo."

"Come è possibile? Credi che Oprah abbia scoperto qualcosa?" Lauren fece cenno di no e baciò la guancia di Camila.

"No, ma abbiamo il suo fiato sul collo, quindi dobbiamo essere molto caute... comunque ho anche una buona notizia: puoi tornare a lavorare." Lauren sorrise e prese le mani della sua amata iniziando a baciarle. "Grazie."

Pink Gunpowder (GIRLXGIRL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora