XXI

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"Lauren che facciamo?"

"Cerca di trovare una prova che ci riporti in vantaggio, presto." disse la corvina e Normani se ne andò subito: doveva trovare un modo di entrare nei codici del Network di Oprah e dimostrare che aveva falsificato le prove. "Lau?" Camila le strinse la mano e le amiche della cubana le guardarono con apprensione.

"Tranquilla tesoro, ora cerchiamo di non abbatterci. Vai ad incontrare i tuoi genitori, io parlerò col detective Rausvelt." Le baciò la mano e si allontanò per discutere con l'unica persona che sembrava voler portare giustizia in quella sala.

"Camila che cosa sta succedendo?"

"Oprah ha tirato fuori uno dei suoi trucchetti ma faremo in modo di batterla al suo stesso gioco." Camila era davvero arrabbiata, avrebbe voluto sfogare la sua rabbia in qualche modo ma cercò di calmarsi. Non era il momento di lasciarsi andare in un ambiente del genere e doveva affrontare anche i suoi genitori.

"Mamma, papà." Insieme alle sue amiche, raggiunse i suoi e li salutò con timidezza.
In realtà non sapeva come comportarsi, non aveva idea della reazione che potevano avere a vedere lei e Lauren insieme in tribunale.

"Cami che succede? Al telefono hai detto solo che era inerente alla tua ex paziente, perché ti abbiamo visto entrare con la scorta?" La madre della cubana era davvero preoccupata, voleva solo che la situazione finisse al più presto.

"Mamma devo testimoniare per Lauren, sapete che situazione ci lega. Mi spiace deludervi ma farei questo e altro per lei."

La madre di Camila sospirò mentre Alejandro incrociò le braccia e si guardò attorno: i suoi lineamenti erano duri ma poco a poco si sciolsero e usò le braccia per abbracciare sua figlia.

"Figlia mia, non vogliamo vederti in pericolo io e la mamma, capisci? Io non sono contro l'amore che provi ma contro la relazione che stai avendo. Ti puoi fidare di una persona che potrebbe essere giustiziata? Ti renderà felice o no? Io mi chiedo questo quando penso a te e a Lauren Jauregui."

Camila sospirò e strinse i capelli tra le mani: era più che stressata, avrebbe voluto solo svegliarsi da questo incubo.
Dinah le accarezzò le spalle e Ally si occupò di parlare con i genitori della cubana, per far luce sulla situazione. Nel frattempo arrivò anche Ariana e appena vide la sua cara amica, corse da lei e l'abbracciò.

"Cami tranquilla, troveremo una soluzione. Ho parlato anche con mio padre, lui e molti altri a Miami non amano Oprah." Camila aveva raccontato tutto anche ad Ariana: era una cara amica anche lei e si fidava ciecamente. Sentire che Ariana aveva parlato con suo padre era una grande cosa perché la cantante preferiva evitare contatti stretti con lui per ovvi motivi.

"Sì ma cosa possiamo fare ora? Tra poco entreremo nella sala del tribunale e i nemici di Oprah non faranno nulla per salvare Lauren."

"Loro no, ma noi possiamo fare qualcosa."

"Che cosa intendete fare?" Proprio mentre diceva queste parole, tutti vennero chiamati ad entrare nella sala del tribunale, per iniziare il processo.

"Signorina Cabello?" Un poliziotto si avvicinò e condusse la giovane all'interno del tribunale; la cubana sarebbe stata chiamata a testimoniare da lì a poco. Lauren nel frattempo si trovava nell'area degli imputati con delle guardie a tenerla sotto controllo e il detective Rausvelt che scambiava qualche parola col giudice: Camila sperò che quelle parole fossero buone.

"Silenzio in aula." Il giudice colpì col martelletto sul legno per far smettere tutto quel vociare.

"Oggi siamo riuniti per valutare nuovamente il caso dell'imputata Lauren Jauregui-" quando il giudice pronunciò "innocenza" alcune persone si permisero di sussurrare increduli e di accusare la donna senza riflettere.

Pink Gunpowder (GIRLXGIRL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora