VI

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Lauren non si sarebbe mai aspettata nulla dalla vita: mai di trovare l'amore, di essere amata, perdonata o persino apprezzata.

Certe volte odiava la sé stessa del passato, ma non riusciva a capire quale parte dei suoi ricordi la ferivano di più: forse avrebbe dovuto essere forte fin dall'inizio, entrare in quei circoli viziosi le aveva cambiato la vita... E se avesse incontrato prima Camila? L'avrebbe amata lo stesso? La corvina era sempre sicura, controllata, ma quando si trattava del suo debole per quella donna, le sue difese crollavano: in quelle notti passate in bianco a pensare a lei, si era chiesta molte volte che cosa le piaceva tanto di Camila; non poteva essere solo la sua dolcezza, il suo fascino naturale o i suoi occhi profondi e puri. Perché lei? Per quale motivo non si era innamorata delle altre ragazze che in passato aveva frequentato? 

Il motivo era semplice: quelle donne non la amavano, volevano solo il denaro, il potere, erano eccitate dal mistero e dal pericolo.  Ora che Lauren percorreva quei corridoi, quelle sale, silenziose ma piene di rischi, rifletteva a che cosa fare per migliorare; doveva salvare la sua vita da quell'abisso profondo e buio e l'unico modo sarebbe stato insieme all'amore incondizionato di Camila. 

Poi la sua mente le ricordò che aveva ancora una sorella: una povera ragazza che aveva perso entrambi il fratello e la sorella... Che cosa stava facendo in quel momento? Aveva mai rivolto i suoi pensieri a Lauren? Era egoista, lo sapeva bene, ma amava Taylor e avrebbe fatto tutto per incontrarla e proteggerla da quel mondo schifoso.

"Ora." Harry sistemò l'ultima guardia e raggiunse la zona vietata al personale regolare.

"Dividiamoci, faremo più in fretta." Lauren si riscosse dai suoi pensieri e annuì guardando Normani. Di conseguenza i ragazzi presero diverse strade, la corvina scelse quella principale che portava ad una zona priva di illuminazione: accese la sua torcia e si fece più silenziosa.

La sua radiolina iniziò a fare rumori e la spense con rammarico: potevano essere informazioni importanti, ma nulla era peggiore di provocare in qualche modo il rapitore della donna che amava; sicuramente lavorava per Keana, quella pazza non si sarebbe mai fermata dal tormentare lei e le persone che la circondavano.

Nulla però era certo.

C'erano tanti sospetti, una spia interna all'organizzazione, magari gli uomini infami di Oprah o persino...

*SBAM*

La donna fece l'ultimo passo e girò il volto verso la zona da cui proveniva quel rumore: una semplice porta la invitava ad entrare in una buia stanza: qualcosa le provocò una profonda inquietudine. Non aveva paura, non per la sua vita almeno, quello che temeva di più erano le condizioni di Camila, perché in quel penitenziario, nessuno usciva illeso.

La sua mano toccò la maniglia: non era fredda, forse qualcuno l'aveva tenuta stretta qualche minuto prima. Sfilò la pistola dalla cintura e abbassò il ferro per entrare, ma non riuscì a proseguire. Era chiusa, qualcuno era lì dentro, forse lei!

Sparò alla serratura e spalancò la porta: la sua torcia illuminava uno stanzino dalle dimensioni piccole ma questo non voleva dire che nessuno potesse nascondersi. Meglio essere cauti, pensò Lauren: "Fatti avanti."

Nessun rumore.

"Esci allo scoperto chiunque tu sia!" Alzò la mano con la pistola e sparò al soffitto provocando la reazione che si aspettava: qualcosa nel fondo del ripostiglio si mosse, aveva abbandonato la sua posizione per nascondersi meglio: Lauren l'aveva visto. Col cuore in gola portò la mano verso l'interruttore della luce: la lampadina si colorò di una luce fioca, poi tornò il buio.

"Ora basta."

"Questo lo dico io Lauren Jauregui!" Un corpo si avventò contro la nostra protagonista, fu un impatto violento e distruttivo: i due andarono a sbattere contro la parete e caddero su degli scatoloni.

Pink Gunpowder (GIRLXGIRL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora