6. Sbrigarti a tornare da dove sei venuta

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Elly infilò il giubbotto troppo grande per lei, ma caldo e confortevole. Aveva un buon profumo. Aveva fatto presto ad arrivare, quel sentiero l'aveva portata dritta a casa. forse era una scorciatoia?

" Elly, sei tornata!" La accolse Juliet con le mani sporche di farina "Ma sei da sola?"

"Si, Thomas era in ritardo" disse lei togliendo il giubbotto. Si stava benissimo in casa, l'aria fuori era gelida.

" Ti ha fatta tornare sola? Quel delinquente!"

"Non è stato un problema per me, mi sono goduta la passeggiata.."

"Mi dispiace, non è per niente un gentiluomo e poi quando si parla del lavoro perde la testa!"

" Adora davvero il suo lavoro allora" provò a sorridere seguendo il consiglio di Anna

" Oh vive per quello" continuò la donna tornando in cucina. Elly la seguì. Vide acqua e farina sul tavolo, Juliet stava impastando per fare il pane forse.

"Che lavoro fa?" chiese curiosa. Si aspettava qualcosa come falegname o artigiano. Probabilmente a New York avrebbe sicuramente fatto il modello o l'attore pensò.

" Lavora in una scuola dell'infanzia, con i bambini più piccoli di Layla, insegna loro l'amore per la natura" sorrise pensando al figlio

Elly restò sbalordita. Un tipo come Thomas lavorava in un asilo?

"Non riesco a crederci!" si fece scappare lei

Juliet sorrise

"Lo sò è difficile da crederci, ma ha il cuore tenero" smise di lavorare la farina e si concetrò sulla ragazza " la sua è una maschera Elly. Diciamo che la vita non è stata molto buona con lui" continuò a lavorare e si rattristì. Passarono pochi secondi e continuò "Ma si è lasciato il passato alle spalle e adesso sembra essere felice. Ha i suoi cavalli, porta Layla a danza quando può, insegna ai bambini e aiuta in famiglia. Non è una persona cattiva, solo bisogna capirlo."

Elly era pensierosa, non sapeva assolutamente niente di quel ragazzo tanto arrogante. Probabilmente aveva un passato difficile, le nostre storie ci formano, siamo quello siamo per le cose che abbiamo vissuto e chi meglio di lei poteva saperlo.

"Grazie Juliet" disse piano senza guardarla, poi alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi stupiti "per avermi detto queste cose"

Juliet non rispose, le fece un debole sorriso. Avrebbe voluto raccontare altro ma si limitò al silenzio.

"Posso vedere la stalla?" continuò Elly

"Ma certo, io finisco di impastare e poi preparo la pasta fresca, se vuoi puoi aiutarmi.."

" Certo!" disse correndo fuori, aveva sempre sognato di cavalcare e a quanto pare in quella stalla ci vivevano dei cavalli !

Giunta sul retro, la stalla era graziosa agli occhi di Elly. Era piccola ma fornita di tutto il necessario. C'erano tre mucche, due cavalli e un pollaio . Tutti sotto lo stesso tetto, separati solo nei vari box. L'odore del fieno fresco era rilassante, i cavalli battevano gli zoccoli a terra ma lei non ne capiva il motivo, credeva di spaventarli. Aprì l'unica porta che vedeva ed entrò in un piccolo ripostiglio con gli attrezzi da giardino, le redini dei cavalli, le selle e tanta altra roba. su di un tavolino c'era un quaderno con scritto il latte di mucca venduto la settimana precedente

"Così è questo il lavoro di papà.. vende il latte in paese.." sussurrò passando le dita fra i fogli

Elly passò una giornata tranquilla aveva aiutato Juliet con il pranzo e fatto una passeggiata nel piccolo villaggio poco distante dalla loro abitazione. Avevano mangiato sole, non conveniva tornare a casa per il pranzo a chi era in paese, il tragitto era troppo lungo e le pause troppo brevi, così aveva mangiato con Juliet, gli animi erano ancora un po' tesi e si erano limitate a pranzare in silenzio.

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