11. Friends with benefits - Parte II

160 33 65
                                    

SECONDA PARTE 

SECONDA PARTE 

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


«Non se ne parla, Scarlett!»

Sento le urla di Mya provenire dalla tenda a pochi metri dalla nostra.

Oddio, cos'altro sarà successo?!

Dopo aver trascorso la notte in giro per il campeggio alla ricerca della piccoletta, senza successo, un gruppo di musicisti africani, tutti ovviamente muniti di djembe, ha deciso di prendere residenza nella mia testa e di continuare a far festa, rendendomi insopportabile fare qualsiasi cosa, anche solo tenere gli occhi aperti.

A peggiorare la mia emicrania ora ci pensa anche Mya, i cui strilli fanno rabbrividire i miei timpani. Prima che la situazione degeneri, decido che è il caso di avvicinarmi alle due sorelle e intromettermi, per il loro bene ma soprattutto per quello della mia povera e malconcia testa.

«Cosa c'è che non va adesso?» chiedo loro cauto dopo averle raggiunte.

Il fatto che Mya abbia i pugni puntati sui fianchi e la fronte corrucciata non fa presagire nulla di buono. Immagino che questa sia la rabbia residua della serata precedente, trascorsa a girare il campeggio in lungo e largo per trovare Scarlett, e per di più senza riuscirci.

«Avanti, forza, chiediglielo tu se ne hai il coraggio!» invita la sorella minore a parlare.

Scarlett sposta lo sguardo titubante da lei a me, poi lo abbassa sui piedi e si prepara a fare la sua richiesta.

«Niente... È che, sai, ieri ho conosciuto un ragazzo svedese, qui al campo... Gli amici con cui è partito sono dei veri idioti e, quando stamattina è tornato in tenda, si è reso conto che l'hanno derubato! Gli hanno portato via tutti i soldi che aveva nel portafoglio e nello zaino, e pure il cellulare! Se ne sono andati all'alba, prima che lui rientrasse, proprio come dei vigliacchi...» spiega con enfasi, per poi ammutolirsi nuovamente.

«Caspita, mi dispiace molto per quello che gli è successo, ma... cosa c'entro io?» Sono davvero perplesso, questa storia sembra non avere né capo né coda!

«No, niente... È solo che...»

«Sì?» la incoraggio a continuare, ma non sembra sortire alcun effetto. «Scarlett, non ho ancora imparato a leggere nel pensiero.» scherzo bonariamente, accompagnando la battuta con un sorriso dolce e una leggera stretta alla sua esile spalla. «Avanti, sputa il rospo. Cosa volevi dirmi?»

La vedo riempirsi i polmoni di aria e il cuore di coraggio, prima di vuotare il sacco.

«Mi ha chiesto se possiamo dargli un passaggio in città, così che possa chiamare i suoi e farsi mandare i soldi per tornare a casa... E così ho pensato che potrebbe venire con noi, almeno per un pezzo di strada... Se voi siete d'accordo, ovviamente.»

Nell'ascoltare questa stramba e inaspettata richiesta, il mio sopracciglio destro scatta all'insù. Adesso capisco da dove derivi il disappunto di Mya, che ora tiene le braccia incrociate al petto e mi fissa con uno sguardo da "attento a quello che dici!".

A Summer of LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora