9. Amici per la pelle - parte I

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POV: Selene

È tutto reale. È successo davvero!
Sei tu oppure no, Selene Page Stone, colei che ha pronunciato quelle esatte parole?

"No, per niente, ma va bene, facciamolo. Quando ci ricapiterà un'occasione simile? E poi cosa potrebbe succedere di male?"

Ecco, appunto... Cosa poteva essere se non "un'entusiasmante" tour in campeggio in lungo e largo per l'Italia? Che gioia! A saperlo prima... magari avresti tenuto la bocca chiusa.

A mia discolpa posso dire che il panico mi gioca brutti scherzi e che il lampeggiare insistente del nome di Ian sul cellulare, in un momento tanto "provvidenziale" al gate, ha influenzato la mia scelta. Anche una certa frase pronunciata durante una delle nostre notti romane ha avuto il suo peso...
È forse giunto il momento che colga l'attimo e viva senza remore?

Lo so, lo so. È da persona stupida e senza cuore rifiutare tutte le chiamate del mio fidanzato, ma non sono abbastanza lucida per affrontare l'ennesima conversazione straziante, piena di silenzi e sospiri imbarazzanti. E a dirla tutta mi ritrovo a essere davvero imbufalita.
Vorrei proprio sapere che giustificazione potrebbe mai addurre per quella stupidissima foto su Facebook che continuo a guardare dall'altra sera!
Lui è con una ragazza, stretti in un abbraccio mentre sorridono all'obiettivo.

Cosa avrà mai da sorridere poi?
Non era lui quello distrutto? Quello che mi pensa e mi ama infinitamente? Quello depresso e sconvolto dalla mia assenza?
Bel modo di dimostrarlo.
Bel modo di farmi uscire di testa e combinare un bel casino.
Io e l'alcool non siamo proprio un binomio collaudato!
Per niente. Un paio di cocktails riescono a trasformarmi... e non certo in meglio.

Oddio... Ho quasi baciato un altro dopo aver fatto la cretina con lui tutta la sera!
Che diavolo stavo pensando?
Ho quasi baciato Lorenzo...
E se lui non mi avesse fermato non so come si sarebbe conclusa la serata.
Mi sento una tale idiota...

Come può una sciocca ripicca aiutarmi a superare le paranoie che quella foto ha creato?
Questo significa che amo Ian...? Che sono gelosa...?
Abbastanza da sposarlo?
E se lo amo, perché ho deciso di acconsentire a questa follia del viaggio in pulmino?

Niente ripensamenti... non ci sono più occasioni per potermi tirare indietro. Ci troviamo a casa di Mattia, le nostre valigie in un angolo dell'ingresso, vicino alla sacca del padrone di casa, mentre attendiamo l'arrivo del suo amico con tutta l'attrezzatura necessaria per campeggiare (tende, sacchi a pelo, lampade). È quasi tutto pronto per la partenza.


Dalla mattina successiva alla "favolosa" sbornia ho cercato di ridurre al minimo qualsiasi contatto con Lorenzo.
Sarà l'imbarazzo per le mie azioni, sarà che non ero pienamente me stessa, ma percepisco che qualcosa è cambiato tra noi. Come se ogni volta che mi guarda lo facesse in modo diverso, quasi a voler capire, chiedere, e allo stesso tempo dimenticare e fare finta di niente. Come se fosse deluso da ciò che vede o ha visto quella notte.
O magari è soltanto frutto della mia immaginazione, dei miei film mentali. Non ne sono certa e non mi interessa.
Sì, certo, continua pure a mentire a te stessa!

«Ehi, va tutto bene? Sei silenziosa più del solito e mi sto preoccupando... Non ti stai nemmeno lamentando dell'organizzazione del viaggio, come tuo solito...» mi fa notare Mya, avvicinandosi al piccolo divano su cui sono seduta, adiacente a un grazioso balconcino che mi permette di guardare la strada sottostante.
«Se ti rende felice posso sempre farlo, eh!» le sorrido, cercando di rassicurarla.
«Vorrei solo che partecipassi anche tu, invece di startene da sola nascosta nei tuoi pensieri. Anche la tua opinione conta... soprattutto per me. Ok?»
«Lo so, Mya. Grazie di essere qui. Sai, ho appena chiamato i miei... Non hanno battuto ciglio. Mio padre mi ha liquidato dicendo che mi avrebbe mandato dei contanti qualora mi fossero serviti... Nessuna domanda, nessuna preoccupazione o raccomandazione, niente di niente.» L'avviso della telefonata effettuata in precedenza.

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