Capitolo 1

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"Allora? Non vuoi più toccarmi ora, eh? Ora che il tuo caro fidanzatino è nelle mie mani, non hai quell'impulso omicida che avevi fino a poco fa? Sei entrata nel mio gioco e hai preteso di vincere? Piccola illusa. Quella sgualdrina di tua madre sarebbe delusa da te. Da te e dalle tue bambinate." sta camminando in circolo con una spada nella mano sinistra. Io sono di fronte a lei, qualche metro e la mia potrebbe toglierle la vita.

Markus è intrappolato da due Pacificatori e uno di questi gli sta puntando una pistola alla tempia sinistra. Cerca di dimenarsi, ma invano. I due uomini in confronto a lui sono molto più alti e forti. Non può niente contro di loro.

"Se tu uccidi me, loro lo uccideranno. Se ti arrendi ora, lui vivrà. A te la scelta." il suo sguardo è profondo e il suo viso è contratto in un'espressione maligna.

"Chi me lo garantisce?" il mio tono la sfida, lo vedo nella curva delle sue labbra.

"Posy, no!" Mark urla prima di essere ammutolito con un pugno in pieno viso. Il sangue inizia a scorrergli veloce sul labbro inferiore, poi sul mento fino a cadere a terra.

"Parla ancora e ti farò sputare sangue finché non ne avrai più!" il Pacificatore alla destra del ragazzo lo minaccia dietro il casco che gli oscura il volto.

Un'occhiata della Snow lo ammonisce per poi tornare su di me.

"Chi te lo garantisce?" scoppia in una risata maniacale "Io te lo garantisco. Ma non è questo l'importante. Vale la pena sprecare un'altra vita solo per un tuo capriccio? Non capisci che ho già vinto avendoti qui davanti a me?"

In parte ha maledettamente ragione, tutti quelli che tenevano a me mi avevano avvisata. Ora, però, non ha senso pensare a quello che ho fatto o a quello che non ho fatto. Ora sono qui. La Snow è davanti a me e sembra aver ricevuto ottime lezioni di scherma. Con quello che può spendere, si poteva immaginare, ma non credevo sarebbe stata tanto previdente.

"Veramente sono io quella che dovrebbe dire di aver vinto, no? Sono giunta qui e ti ho in pugno."

Pamela Snow ride ancora come se le avessi raccontato una barzelletta "Tu? Tu stai dicendo che hai vinto e che mi hai in pugno? Mi spiace contraddirti, ma se le baggianate che hai detto fossero vere, non saremmo in una situazione di stallo. Ti vorrei ricordare che Clare potrebbe essere ucciso per colpa tua."

Questa volta rido anch'io. Devo prendere tempo. Devo inventarmi qualcosa.

"Clare? Veramente credete che io e lui siamo fidanzati? Voi, cittadini di Capitol City, siete caduti nel tranello del nostro idillio? Siete così stravaganti quanto stupidi." aggiungo poi girandomi verso Mark "Sei un ottimo attore, Markus, e devo dire che baci anche bene."

Questa volta nel suo sguardo non c'è tristezza e disperazione come nell'arena, ma un sorriso complice tremante e insanguinato.

"Quindi non ci sarebbero problemi se lo facessimo fuori, tanto per te non è nessuno..." il ghigno persiste nel suo volto e si allarga ancor di più quando fa un cenno col capo dietro di me. Ora è il momento di agire.

Con uno scatto felino eseguo un giro di centottanta gradi trovandomi di fronte ai Pacificatori e a Mark. L'uniforme corazzata non può nulla contro la lama affilata della mia spada che recide il polso dell'uomo con in mano la pistola. Un grido di dolore si espande in tutta la stanza circolare portando con sé una scarica di adrenalina che si impossessa di tutti i presenti. Mark si libera dalla presa dell'uomo alla sua destra e in meno di due secondi afferra l'arma caduta a terra. Un colpo, un altro. I Pacificatori sono fuori gioco. Nello stesso istante, io e il mio compagno ci giriamo verso la Snow che non ha perso il sorriso malvagio.

"Mossa azzardata, ragazzi." dice incrociando le braccia al petto stando attenta alla spada "Mossa azzardata."

Mi sento tirare da dietro. Avrei dovuto immaginare che avrebbe chiamato i rinforzi e ora siamo punto e a capo. Volto il capo verso Markus che guarda in cagnesco la donna mentre attorno al suo collo compare una corda spessa.

Pamela Snow ride a crepapelle avvicinandosi a noi facendo rumore con i tacchi.

"Dovevi sapere che non avresti mai vinto contro di me, mai." mi punta la spada alla gola per immobilizzarmi, ma dopo avermi mostrato un sorriso vittorioso, si allontana per andare verso Mark. Porta la spada dietro la schiena e, dopo essersi assicurata che fosse ben legato, si avvicina al suo viso fino ad essere ad un palmo dal suo naso. Una mano della Snow gli percorre il petto fino ad arrivare ai genitali. La cosa quasi mi fa vomitare, ma riesco a ricacciare l'impulso.

"Ho qualcosa in serbo per te. Sei troppo prezioso per morire." prima che il chiamato in causa possa rispondere, la donna continua "E se non mi asseconderai, potrai dire addio per sempre alla tua famiglia. Come ha fatto Alexa... Era così che si chiamava, giusto?"

"Non nominare il suo nome!" cerca di urlare, ma la sua voce va via via diminuendo a causa della corda.

"Non stringetela! Gli fate male!" grido d'istinto. I muscoli s'irrigidiscono e allo stesso tempo trovano la forza di lottare contro il Pacificatore dietro di me che non sembra essere in difficoltà.

"E perché mai dovrebbe importarti? Non hai appena finito di dire che tutta la vostra storia d'amore era falsa?" i suoi occhi sono fissi nei miei mentre la sua mano inizia ad andare su e giù sull'organo riproduttivo di Mark. Lo fa per vedere quanto resisto e soprattutto se resisto.

Non ci riesco, questa volta la nausea è troppo forte. Inizio ad essere percossa da spasmi violenti, inizio a tossire più e più volte finché non rimetto anche quel poco che avevo ingerito precedentemente.

"Non era finta, allora." sorride "Portateli via. Fate in modo che lei veda tutto ciò che viene fatto a lui." la sua attenzione finisce nuovamente su Mark. Gli prende il viso tra le mani e si avvicina affinché le loro labbra si incontrino nonostante i rifiuti del ragazzo. Altri conati di vomito si fanno sentire anche se nel mio stomaco non è rimasto nulla.

Mark si gira verso di me e cerca di allungare un braccio nella mia direzione e io faccio lo stesso. Sembra che ce lo stiamo permettendo, ma quando le nostre dita si sfiorano appena, ci allontanano selvaggiamente come si allontanerebbe un cucciolo dalla propria madre.

"Mi dispiace Mark, mi dispiace!" continuo a ripetere tra gli ansimi e le lacrime mentre lui ha un'espressione distrutta sul volto rigato da lacrime silenziose. Non l'avevo mai visto piangere prima d'ora, ma è bruttissimo. Non sembra più il Mark spavaldo e sicuro di sé che ho conosciuto. Questo è un altro lato del ragazzo che amo, è una sfaccettatura che non avrei mai voluto conoscere o, perlomeno, non in occasioni come queste. In altri momenti avrei potuto consolarlo, stargli vicino, rassicurarlo dicendogli che tutto si può sempre risolvere, ma come posso anche pensare di farlo adesso?

Immersa nei pensieri e persa nello sguardo orrendo di Mark quasi non mi accorgo dell'ultima frase della Snow:"Le bugie costano caro, Mellark."

SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutti!
Ed eccomi qui di nuovo con una nuova versione dell'ultimo libro della mia trilogia! Spero che questo primo capitolo sia di vostro gradimento e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Detto ciò, vi ringrazio infinitamente delle 1900 letture del mio primo libro e spero che la storia, per quanto comune e semplice possa essere, vi abbia spinto a continuare la lettura.

A presto col prossimo capitolo!💓

𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐋'𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐚𝐫𝐞𝐧𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora