Capitolo 18

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Ed eccola lì, dopo diversi minuti di arrampicata e ricerca, in quella che dovrebbe essere una tenuta da vero e proprio tributo. Si regge al tronco sottile di un albero con l'ausilio di una sola mano. Il suo sguardo è vittorioso, il suo atteggiamento è spavaldo. È sicura di riuscire a batterci entrambi. E con facilità, a quanto pare. Nella mano penzolante ha una spada la cui punta quasi tocca il ramo sul quale si poggia. Legata attorno alla vita ha una cintura con due fondine sui fianchi. Due pistole. Cos'è che abbiamo noi, invece? Una spada a testa? Non mi sembra equo. Ride. Ride sguaiatamente, crudelmente.

"Finalmente." dice poi assumendo un'espressione arcigna "Non pensavo ci volesse così tanto a trovarmi. Credevo foste più esperti nei boschi..." salta su un ramo di un albero vicino "Prendetemi, sempre se ci riuscite." si volta ed inizia a balzare a zigzag come fosse un agile scoiattolo.

Faccio per seguirla, ma Mark mi afferra il polso sinistro polso "È una trappola, lo sai?" sussurra poi guardandomi dritto negli occhi e supplicandomi silenziosamente di non andare.

"Lo so, ma abbiamo altre alternative?" con delicatezza sfuggo alla sua presa

Markus abbassa per un secondo il volto rivolgendo lo sguardo al pavimento erboso a circa cinque metri dai nostri piedi "Presumo di no..."

Adagio le dita della mano sinistra sotto al suo mento e piano piano lo sollevo fino ad incrociare nuovamente i suoi occhi "Bene, allora poniamo fine a tutto questo." gli sorrido. Cerco di donargli un sorriso tranquillo, rassicurante, ma chi voglio prendere in giro?

Nel frattempo la Snow è scomparsa dalla nostra visuale e ciò non fa altro che mettermi agitazione. Ha, non una, ma ben due pistole. Questo significa che potrebbe colpirci in qualsiasi momento.

Il bosco è silenzioso, quieto. Gli unici rumori udibili sono il canto sommesso degli uccelli e il frusciare delle foglie che sfregano tra loro. Ogni tanto un ramo si spezza e il tonfo della sua caduta ci fa sobbalzare. Anche questa volta la fortuna non è proprio dalla nostra parte, anzi, non lo è per niente.

A mio rischio e pericolo decido di salire dove le fronde degli alberi lasciano spazio al cielo azzurro dove un tremendo sole malato mi illumina il viso. La foresta è immensa. La sua fine sfugge al mio occhio, le chiome verdi mi disturbano la visuale col loro continuo ondeggiare. Della Snow non c'è traccia, è come se si fosse volatilizzata. Mark mi aspetta poco più giù in attesa di qualche informazione che gli dia speranza, che ci dia speranza ma, discendendo con cautela, osservando il mio viso e il movimento negativo del mio capo capisce. La speranza è l'ultima a morire? Beh, sta per farlo, ma prima della nostra, di morte.

Boom

Un fischio, uno spostamento d'aria. Qualcosa mi sfiora la testa e ferisce di striscio il braccio destro di Mark. Quest'ultimo lascia andare la spada che cade sotto i nostri piedi e perde l'equilibrio per la sorpresa.

"Mark!" urlo però, fortunatamente, il ragazzo del Distretto 11 ha ancora abbastanza controllo da poggiare il suo peso al tronco dell'albero. Tiro un sospiro di sollievo, ma il ramo sotto i suoi piedi cede inavvertitamente. Grido di nuovo portandomi una mano tremante sulla bocca. Il tonfo sul terreno è orrendo, guardo verso il basso, ma Mark non c'è. Il ragazzo è aggrappato con tutta la forza che possiede nel braccio sinistro al tronco dell'albero. Il destro penzola mentre lungo di esso il sangue scorre rosso sulla pelle scura. Il suo viso esprime dolore ma non esclusivamente fisico. C'è anche un dolore psicologico in quei lineamenti contratti, un qualcosa che, però, lo porta a reagire e ad afferrare la mia mano (che nel frattempo sono salita sul suo stesso albero) per issarsi e per avere di nuovo qualcosa di relativamente solido sotto i piedi. Mi stringe a sé non curandosi del dolore. Il suo corpo trema come una foglia, non so se per lo sforzo, se per la paura o per un misto di entrambi. Successivamente, dopo avermi lasciata, si preme con i polpastrelli dell'indice e del medio il taglio provocato dalla pallottola mentre perlustro ogni ramo che la mia vista mi permette di controllare.

𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐋'𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐚𝐫𝐞𝐧𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora