Promesse.

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- Mi svegliai di soprassalto dopo aver sentito delle urla provenire dal corridoio. Scesi dal mio letto per scoprire cosa stava succedendo e aprii leggermente la porta. Tonfi, grida di dolore e lamenti provenivano dalla camera dei miei genitori accompagnati da una voce sconosciuta.

Mi paralizzai.

(- Saranno entrati dei ladri? Cosa sta succedendo? Devo chiamare qualcuno.-)

Ragionai sul da farsi.

Il telefono di casa era davanti all'ingresso e avrei dovuto passare di fianco alla stanza dei miei genitori per poter scendere le scale.

(- E se i ladri mi vedessero? Non posso permetterlo. Chiamare aiuto è l'unico modo in cui posso aiutare mamma e papà. Qualunque cosa stia succedendo non è nulla di buono.-)

Mi accorsi che il mio corpo stava tremando dalla paura e delle lacrime mi inumidirono gli occhi, ma cercai di farmi coraggio; perché è questo quello che fanno gli eroi.

Dovevo essere forte.

Aprii un po' di più la porta cercando di fare meno rumore possibile e mi avviai a passi felpati verso le scale. L'unica fonte di luce presente proveniva dalla stanza dei miei genitori e, per via della porta socchiusa, rendeva il corridoio in penombra. Le urla di dolore non accennavano a smettere. Arrivata davanti alla stanza di mamma e papà diedi un occhiata veloce all'interno senza fermarmi.

C'era sangue ovunque.

Mia madre era distesa sul letto tremante e probabilmente priva di sensi, mentre mio padre veniva trattenuto dalla presa di un uomo che lo stringeva forte al collo bloccandolo contro il muro.

Soffocai un urlo portandomi una mano alla bocca e mi concentrai sul proseguire più silenziosamente possibile. Le mie gambe tremavano, infatti dovetti appoggiarmi alla parete.

Stavo per scendere il primo gradino quando le urla si fermarono di colpo e nella casa cadde un silenzio innaturale. Mi bloccai.

Passarono alcuni interminabili secondi nell'assenza di rumori più totale. Presi tutto il coraggio che riuscii a trovare e poggiai il piede sul primo gradino, ma proprio in quel momento la porta della camera dei miei genitori si aprì.

Mi voltai.

Un uomo alto, vestito elegantemente con una maschera che gli copriva totalmente la testa mi stava osservando. Rimasi come congelata mentre la mia mente andava in corto circuito.

L'uomo mi squadrò per alcuni secondi e poi parlò.

"Non sapevo che i T/C avessero una figlia. Tranquilla piccolina, non voglio farti del male."

Mi tese la mano.

Iniziai a tremare ancora di più. Avevo una paura tremenda e quell'uomo mi dava i brividi.

Non sentendo risposta, l'assassino iniziò ad avvicinarsi.

"Dico sul serio. Non avere paura di me."

Delle lacrime iniziarono a rigarmi le guance mentre la distanza tra noi si riduceva sempre di più.

In un attimo il mio corpo reagì da solo e corsi giù dalle scale.

Sentii l'uomo iniziare ad inseguirmi e con la coda dell'occhio vidi dei tentacoli simili a rovi che cercarono di bloccarmi. Corsi a perdifiato nel corridoio d' ingresso chiamando aiuto, quando uno dei suoi attacchi andò a segno ferendomi e trattenendomi per una caviglia, facendomi cadere.

You're ripped at every edge but you're a masterpiece -  KatsukiBakugo x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora